Milano, 31 agosto 2012 - E’ morto Carlo Maria Martini, insigne biblista, uomo del dialogo e 'storico' cardinale di Milano: fu a lui che si arresero le Brigate rosse. Era nato 85 anni fa a Torino. Il cardinale, che era stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, era da anni malato di Parkinson, una malattia che lo aveva costretto a ridurre sempre di più le sue uscite pubbliche. Dal 2008 viveva all’Aloisianum, la casa dei gesuiti a Gallarate, nel Varesotto.

I FUNERALI, LA CAMERA ARDENTE, LA SEPOLTURA - Le esequie del cardinal Martini, si terranno lunedì alle 16 nella 'sua' Milano. Al funerale parteciperà anche il presidente del Consiglio {{WIKILINK}}Mario Monti {{/WIKILINK}}.

Sarà l’arcivescovo di Milano,{{WIKILINK}} Angelo Scola{{/WIKILINK}}, ad accogliere la salma di Carlo Maria Martini domani alle 12 in Duomo, dove resterà esposta per l’ultimo saluto dei fedeli.

La camera ardente rimarrà aperta tutto il pomeriggio, la sera e la notte:  in via eccezionale la cattedrale resterà aperta anche la notte di sabato in una prolungata e guidata veglia di preghiera e canti.

Il cardinal Martini sarà sepolto nel Duomo di Milano, subito dopo il termine dei funerali: il corpo sarà inumato in una tomba vuota posta sulla fiancata sinistra del Duomo guardando l’altare Maggiore ai piedi dell’altare della Croce di San Carlo Borromeo. Sarà cosi adempiuta la volonta dello stesso cardinale espressa nello scorso giugno all’arciprete del Duomo, don Luigi Manganini.

IL NEUROLOGO - In mattinata il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni ha in cura l’arcivescovo emerito di Milano, aveva detto sulle condizioni di salute: "E' purtroppo entrato in fase terminale. Dopo un’ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all’ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico".

A dare la notizia  del decesso è stata la diocesi di Milano, di cui è stato arcivescovo dal 1979 al 2002. Le sue condizioni di salute si sono particolarmente aggravate ieri tanto che l’attuale arcivescovo, cardinale Angelo Scola, aveva raccomandato speciali preghiere a tutti i fedeli e a quanti hanno caro il suo predecessore.

IL PRESIDENTE NAPOLITANO - Tra le innumerevoli reazioni alla scomparsa del cardinal Martini, anche quella del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:  “La scomparsa del Cardinale Carlo Maria Martini è una dolorosa, grave perdita non solo per la Chiesa e per il mondo cattolico ma per l’Italia, il paese di cui era figlio e cui ha dedicato tanta parte del suo impegno e del suo insegnamento”.

“Nella metropoli lombarda - prosegue la nota del capo dello Stato - ha lasciato l’impronta profonda della sua attività pastorale così ispirata e socialmente sensibile. La sua sapienza e la sua visione universale si sono proiettate nell’area più vasta della Cristianità e lungo i percorsi innovativi del dialogo inter-religioso. Anche negli ultimi anni di personale sofferenza ha saputo dialogare con gli italiani da grande maestro di vita intellettuale e morale”.

“Personalmente conservo incancellabile il ricordo dei numerosi incontri e colloqui che ebbi con lui, nella sede della Diocesi milanese, da presidente della Camera e ancor più, da ministro dell’Interno, soprattutto sui temi dell’immigrazione. Ne trassi ogni volta illuminate - conclude Napolitano - e concrete suggestioni”.

PAPA BENEDETTO XVI - “Appresa con tristezza la notizia della morte del cardinale Carlo Maria Martini dopo lunga infermità, vissuta con animo sereno e con fiducioso abbandono alla volontà del signore, desidero esprimere a lei e all’intera comunità diocesana come pure ai familiari del compianto porporato la mia profonda partecipazione al loro dolore pensando con affetto a questo caro fratello che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa”. E’ il messaggio che{{WIKILINK}} Benedetto XVI {{/WIKILINK}}ha inviato all’arcivescovo di Milano, cardinal {{WIKILINK}}Angelo Scola{{/WIKILINK}}, in occasione della morte del cardinal Carlo Maria Martini.

“Ricordo con gratitudine - si legge nel telegramma - la sua intensa opera apostolica profusa quale zelante religioso figlio spirituale di sant’Ignazio, esperto docente, autorevole biblista e apprezzato rettore della pontificia Università gregoriana e del pontificio Istituto biblico, e quindi come solerte e saggio arcivescovo di codesta Arcidiocesi ambrosiana”.

“Penso altresi’ - prosegue Benedetto XVI - al competente e fervido servizio da lui reso alla parola di Dio, aprendo sempre piu’ alla comunità ecclesiale i tesori della sacra scrittura, specialmente attraverso la promozione della lectio divina. Elevo fervide preghiere al Signore affinche’, per intercessione della Beata Vergine Maria, accolga questo suo fedele servitore e insigne pastore nella celeste Gerusalemme, e di cuore imparto a quanti ne piangono la scomparsa la confortatrice benedizione apostolica”.