Cagliari, 6 settembre 2012 - Hanno sospeso lo sciopero della fame i tre operai dell'Alcoa che da lunedì scorso sono saliti su un silos dello stabilimento sulcitano. I tre, uno dei quali è cardiopatico, hanno accettato paste e caffè forniti dai colleghi. Un operaio accusa qualche linea di febbre, conseguenza delle tre notti passate a 70 metri d`altezza e all'aperto. I tre operai comunque spiegano che non sospenderanno la protesta e che rimarranno comunque sul silos.

I tre operai dell’Alcoa di Portovesme, in Sardegna, si trovano sul silos a quasi settanta metri di altezza da un paio di giorni (VIDEO)."Siamo disposti a tutto", avevano dichiarato nei giorni scorsi e così recita uno striscione appeso sul syolos dove si trovano i tre lavoratori.

MALORE - La giornata odierna è stata piuttosto movimentata, soprattutto a causa del malore che ha colpito uno dei tre operai, che già soffre di cuore. Un medico è salito sul serbatoio per visitarlo e controllare le sue condizioni. le condizioni dell'uomo si sono stabilizzate e lui ha deciso di proseguire con la protesta. Intanto i vigili del fuoco hanno consegnato un’imbragatura di sicurezza, non fissa, ai tre operai, che dovranno indossarla se si avvicineranno alla ringhiera di metallo del silos, dove da molti anni non si effettuano interventi di manutenzione. 

CAPPELLACCI - Nel frattempo, mentre si susseguono le notizia di un "interesse condizionato” da parte degli svizzeri della Glencore e dei loro connazionali della Klesh (questi ultimi avevano presentato una proposta d’acquisto lo scorso giugno al Ministero dello Sviluppo Economico ma era rimasta “segreta”), 450 operai si preparano a partire per Roma dove manifesteranno il prossimo lunedì 10 settembre davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo Economico dove si terrà la riunione che, probabilmente, deciderà il futuro dello stabilimento di Portovesme. Circa 100 lavoratori rimarranno, invece, nella fabbrica sulcitana per garantirne il funzionamento. Hanno annunciato la loro presenza anche 23 sindaci del Sulcis.

IL MINISTRO FORNERO - Il ministro del Lavoro, {{WIKILINK}}Elsa Fornero{{/WIKILINK}}, così come il governo Monti, è “vicino a questi lavoratori che rischiano di perdere il lavoro” anche se “sarebbe sbagliato dire che noi garantiremo i vostri posti di lavoro”. A margine della conferenza Ue sull’occupazione, riferendosi ai casi Alcoa e Ilva, il ministro ha ricordato che “tutta la riforma è finalizzata non a garantire un singolo posto di lavoro ma l’occupabilità dei lavoratori: è onesto dire che noi assistiamo i lavoratori anche nella loro eventuale ricerca di altre occupazioni”.

"Questo è un tema molto delicato - ha proseguito Fornero - ma la difesa dei singoli posti di lavoro, anche quando non erano più economicamente attivi, ha portato in passato a gravi sprechi di risorse". Quindi, ha proseguito, "non è nell'interesse di quei lavoratori a cui questo governo tiene".

LETTERE DI INTERESSE - Il ministro dello Sviluppo economico (Mise), Corrado Passera, ha invece confermato l’interessamento per lo stabilimento di Alcoa a Portovesme da parte di Glencore e della Klesch che si augura possa diventare effettivo. Il Mise, dal canto suo, ha risposto a Glencore sulle questioni di pertinenza del Dicastero poste dalla multinazionale in merito alla possibile acquisizione dell'azienda, ribadendo le posizioni già annunciate sullo sconto tariffario per 15 anni e la tutela dei lavoratori.

In merito al costo dell’energia, il Mise chiarisce di aver ha chiesto alla Commissione Europea la proroga di tre anni (2013-2015) della misura cosiddetta di "superinterrompibilità" e di prevedere per i successivi dodici anni (6+6) misure che producono un analogo contenimento dei costi energetici (per esempio, il contratto di "interconnector" combinato con l’interrompibilità semplice). Per quanto riguarda il secondo punto, quello delle problematiche occupazionali, la lettera del Mise evidenzia che la legislazione italiana di tutela del reddito dei lavoratori è "integralmente applicabile" anche ai dipendenti Alcoa eventualmente considerati eccedenti per consentire il recupero di efficienza dell’impianto.