Roma, 19 settembre 2012 - Franco Fiorito messo sette ore sotto torchio dai meagistrati di Roma. Interrogatorio fiume, durante il quale l'ex capogruppo del Pdl in Lazio ha assicurato: “So di non avere commesso alcun illecito, non ho rubato, ma se ho sbagliato pagherò. In ogni caso, ho sempre fatturato tutto - ha detto Fiorito al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al pm Alberto Pioletti - e soprattutto nei vari conti correnti era indicata la provenienza del denaro. Erano conti in un certo senso ‘dedicati’. Tutto era tracciabile”.

Nella seconda parte dell’atto istruttorio, invece, l’ex capogruppo del Pdl ha attaccato gli altri consiglieri regionali, puntando il dito contro spese e gestione di denaro a suo dire irregolari: “L’ho fatto perché mi hanno accusato ingiustamente quando invece io so di essere pulito”. Dal canto suo, l’avvocato Carlo Taormina, difensore di Fiorito, ha aggiunto: “Abbiamo prodotto una corposa memoria e almeno due casse di documenti ed ora è giusto che gli investigatori facciano i loro riscontri Personalmente ho eccepito la qualificazione giuridica del reato. Il peculato, per me, non ha motivo di sussistere perché i gruppi e i partiti sono soggetti privati, mentre si può discutere sull’appropriazione indebita. In ogni caso, riteniamo di avere chiarito la situazione”.

Stando a quanto si è appreso in ambienti investigativi, Fiorito rimane al momento l’unico indagato in questa vicenda anche se è probabile che gli accertamenti della procura si estendano presto ad altri soggetti politici.