Taranto, 7 ottobre 2012 - Cinque giorni per spegnere gli impianti sotto sequestro: i custodi e la Procura di Taranto lanciano l’ultimatum all’Ilva con una nuova direttiva fatta notificare ieri sera.

L’Ilva in pratica dovrà dare corso al piano di fermate impianti, a partire dall’altoforno 1, che i custodi avevano già consegnato all’azienda nelle scorse settimane al fine di bloccare le emissioni inquinanti. In un vertice di qualche giorno fa tra custodi e Procura, i custodi avevano infatti lamentato come l’Ilva non avesse attuato le direttive impartite e come lo stop degli impianti fosse sostanzialmente rimasto sulla carta. Di qui la decisione di imprime una stretta che stasera si e’ concretizzata nella nuova direttiva.

Qualora l’Ilva non adempisse, la Magistratura farà ricorso anche a tecnici esterni. Il piano delle fermate partirà dall’altoforno 1 e da alcune batterie delle cokerie e si estenderà progressivamente a tutti le aree oggetto di sequestro. Dovrà fermarsi anche l’altoforno 5 che è il cuore produttivo dell’Ilva. Questo, come ha già dichiarato l’azienda, determinerà contraccolpi occupazionali in quanto lo stop all’altoforno 5 si ripercuoterà anche sulle attività a valle di altiforni e acciaierie non oggetto di sequestro.