Roma, 11 ottobre 2012 - Autunno caldo, per la scuola. Allo sciopero già fissato per domani e indetto dalla Cgil si aggiungono i malumori di tutte le sigle sindacali per le indiscrezioni filtrate sul testo della legge di stabilità, che prevederebbe un aumento di sei ore - senza conseguente aumento di stipendio - dell’orario di lavoro settimanale degli insegnanti. Cosa che ha portato i sindacati a indire una nuova giornalta di sciopero della categoria.

LO SCIOPERO DI DOMANI -  Cortei, manifestazioni e sit-in in tutta Italia domani per lo sciopero della scuola statale e non organizzato dalla Flc Cgil. Da Roma a Milano, da Aosta a Palermo migliaia di studenti, docenti, personale Ata, dirigenti e operatori della formazione professionale scenderanno in piazza “contro i nuovi tagli della spending review; per il rinnovo del contratto fermo dal 2009 e la restituzione degli scatti; per modificare la legge sulle pensioni che impedisce l`ingresso di giovani docenti e Ata nella scuola; contro il nuovo concorso inutile e costoso e per un piano di stabilizzazioni che dia certezze al personale docente e Ata incluso nelle graduatorie; per chiedere finanziamenti adeguati e certi e investimenti in tecnologie e innovazioni”.

Con la Flc Cgil in piazza anche delegazioni di universitari e la Rete degli Studenti Medi “per gridare che non è questa politica economica la soluzione per uscire dalla crisi. La soluzione siamo noi. L’istruzione deve tornare ad essere la priorità politica e di spesa del paese. In un momento come quello che il nostro paese attraversa, è ingiusto e inefficace cercare di vedere una via di uscita che non parta dall’investimento in Scuola, l’Università e la Ricerca”.

ORARIO DEI PROF - Ma la rabbia degli insegnanti si focalizza ora sul ventilato aumento dell'orario di lavoro dei prof. "Se il governo dovesse toccare l’orario di servizio degli insegnanti, stracciando letteralmente il contratto di lavoro con un atto d’imperio, la risposta dei docenti non potrà che essere durissima”, tuona il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, che commenta le novità per il mondo della scuola che sarebbero contenute nella legge di stabilità. “La rottura di ogni regola vigente sulle relazioni sindacali, infatti, porterebbe dritti al caos, facendo cadere - conclude il sindacalista - anche gli accordi sulla regolamentazione del diritto allo sciopero”.

SCIOPERO PROCLAMATO - I segretari generali di Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu hanno deciso di proclamare lo sciopero della categoria, riservandosi di fissare lunedì pomeriggio la data di svolgimento. “Il tentativo di conciliazione svoltosi al Ministero in merito alla questione delle progressioni stipendiali del personale della scuola è fallito - spiegano i sindacati in un comunicato congiunto - Il Governo continua a eludere una trattativa indispensabile per dare risposta alle attese dei lavoratori”.

“A queste motivazioni - prosegue la nota - si aggiungono quelle della più ferma opposizione alle misure oggetto delle odierne indiscrezioni di stampa, qualora trovassero conferma nel testo del disegno di legge di stabilità. Le decisioni del Governo - sostengono i sindacati - sono gravissime per i contenuti, ma anche per i modi in cui vengono assunte: ignorando impegni; invadendo ambiti che appartengono alla contrattazione; intervenendo con scelte sbrigative, superficiali e unilaterali sugli orari di servizio degli insegnanti, ai quali non si possono aggiungere carichi ulteriori di lavoro quando non si e’ in grado di riconoscere adeguatamente quelli che gia’ sopportano”.

LEGGE DI STABILITA' - "Un intervento di oltre un miliardo a carico del comparto scuola". Sarebbe previsto nella legge di stabilita’ secondo quanto rende noto il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, che fa riferimento a fonti ministeriali. 

L’effetto immediato dell'aumento dell'orario di lavoro per i prof, osserva Pantaleo, "sarebbe la cancellazione degli spezzoni orari, delle supplenze temporanee e dei corsi di recupero assorbiti dal nuovo regime orario. Il saldo in termini di perdita di posti è di meno 25.000 cattedre per i posti comuni e di meno 4.000 se la norma venisse estesa anche al sostegno agli alunni con disabilità, mentre in termini economici ciò significa un intervento di oltre un miliardo a carico del comparto scuola. A regime per  tale disposizione determinerebbe una riduzione di risorse ben più devastante".

Secondo il leader della Flc ‘’e’ una barbarie pensare di fare pagare il conto della crisi sempre e soltanto al lavoro dipendente. E’ una barbarie licenziare ulteriori 30.000 precari. E’ una barbarie cancellare i diritti contrattuali".