Palermo, 20 ottobre 2012 - Verrà eseguita oggi pomeriggio alle 15 all’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo l’autopsia sul cadavere di Carmela Petrucci, la studentessa palermitana di 17 anni uccisa ieri a coltellate per difendere la sorella di un anno più grande, Lucia dalla furia dell’ex fidanzato.

L’assassino, Samuele Caruso, ha confessato l’omicidio dopo tre ore di interrogatorio. Le due sorelle, poco prima delle 14, sono tornate casa accompagnate dalla nonna materna, quando hanno trovato nell’androne Caruso armato di coltello. Lucia, spaventata dall’ex che da tempo la perseguitava con telefonate e sms, ha gridato al fratello di aprire in fretta il portone. Urla, spintoni e all’improvviso la follia omicida.

Carmela ha tentato di proteggere la sorella ma è stata raggiunta dai fendenti mortali. Lucia è invece rimasta gravemente ferita. Le sue condizioni sono comunque migliorate. E’ stata proprio Lucia a indicare agli investigatori il nome dell’assassino arrestato dopo poche ore. Caruso è rinchiuso nel carcere Ucciardone in attesa dell’udienza di convalida del gip di Palermo.

LA LETTERA DEL PRESIDE DELLA SCUOLA - "La violenza si è presentata veloce e distruttiva nelle nostre vite, si è scagliata con il suo peggiore volto sulla nostra comunità scolastica e con maggiore severità sulla famiglia di Carmela e di Lucia, una famiglia come le nostre, una famiglia che abbiamo deciso essere la nostra. Perché avvertiamo forte il dolore della mamma e del papà di Carmela, del fratello che è stato allievo del nostro istituto, indoviniamo lo smarrimento che si impadronirà di Lucia una volta dissoltisi gli effetti degli anestetici, quando il suo corpo si avvierà a guarigione, come sembra probabile e come noi auspichiamo’’. Comincia così la lettera aperta che Vito Lo Scrudato, preside del Liceo Umberto I di Palermo, indirizza agli studenti, ai docenti e al personale dell’Istituto all’indomani della tragedia costata la vita a Carmela Petrucci, la ragazza di 17 anni accoltellata a morte nell’androne di casa.

I PARENTI: "PENA ESEMPLARE" - Una vita stroncata in un attimo nel tentativo di difendere la sorella da quel ragazzo che su Facebook usava il nomignolo di ‘Tigrotto’, ma che non si rassegnava alla fine della sua storia d’amore. Al quarto piano dell’ospedale Cervello di Palermo, dove Lucia ieri è stata sottoposta ad un intervento chirugico a seguito dei numerosi fendenti che hanno raggiunto anche lei, i nonni disperati hanno chiesto “una pena esemplare”. “Ci vuole l’ergastolo - hanno urlato al magistrato -. Aveva 17 anni e noi non la vedremo più. Vigliacco, vigliacco”.

LUCIA NON SA ANCORA DELLA MORTE DI CARMELA - Lucia Petrucci, la studentessa liceale di 18 anni accoltellata ieri dall’ex fidanzato Samuele Caruso, che ha ucciso la sorella Carmela di 17 anni, non sa ancora dell’atroce fine della sorella di un anno più piccola di lei. Ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cervello di Palermo, dove è stata ricoverata ieri subito dopo l’aggressione, non è più intubata, ma le sue condizioni sono ancora gravi.

Da ieri sera, da quando non è più intubata, non fa che chiedere notizie della sorella Carmela, ma nessuno, neppure i genitori che l’hanno vista per qualche minuto soltanto, ha avuto il coraggio di dirle la verità. Carmela e Lucia frequentano la stessa classe fin dalla prima elementare. Chi le conosce le descrive come due ragazze particolarmente unite, sempre insieme. E ieri pomeriggio, come ricostruito dalla Polizia che indaga sull’omicidio, Carmela è morta proprio per difendere la sorella Lucia.

L’ASSASSINO HA CONFESSATO - Ha resistito tre ore, poi Samuele Caruso, il 23enne fermato ieri dalla polizia a Bagheria, a pochi chilometri da Palermo, è crollato: ha ucciso lui la studentessa 17enne Carmela Petrucci, sorella della sua ex ragazza, Lucia, colpevole soltanto di aver cercato di difenderla durante una lite scoppiata tra i due ieri pomeriggio in via Uditore, quartiere periferico del capoluogo siciliano.

Tra Samuele e Lucia c’era stata una relazione alla cui fine il ragazzo non voleva rassegnarsi. Così ieri il giovane ha atteso sotto casa della ex ragazza il rientro delle due studentesse da scuola, per cercare un chiarimento, un ultimo tentativo di riconquistare un amore perduto. Invece ne è nata una violenta lite in cui a farne le spese è stata proprio la sorella più piccola, raggiunta da diverse coltellate che non le hanno lasciato scampo.

A quel punto il ragazzo è fuggito, ma il suo percorso è stato monitorato dalle forze dell’ordine grazie alla mappatura delle cellule telefoniche, e indirizzate su di lui dalla ex ragazza, rimasta ferita ma non in pericolo di vita.

Dopo l’omicidio, Samuele ha raggiunto Bagheria ed è stato fermato vicino alla stazione, dalla quale probabilmente sarebbe partito per chissà quale destinazione. Nel corso della colluttazione con le vittime, il ragazzo è rimasto ferito ad una mano, e la polizia scientifica è riuscita ad individuare le sue tracce che lo hanno accompagnato dal luogo del delitto sino al paese in provincia di Palermo.

Un ragazzo “normale”, Samuele, che come tutti i suoi coetanei aveva una pagina su Facebook dove quotidianamente annotava gli episodi della sua “vita normale”, compreso il dolore per quell’amore finito e che non gli lasciava scampo. Un amore che ha trovato il suo epilogo nel sangue.

LE COMPAGNE: REAGIAMO ALLA VIOLENZA - “Tutte sorelle. Reagiamo contro le violenze sulle donne”. Si leggono queste parole in un cartellone firmato dai compagni di scuola e appeso appena dentro l’istituto frequentato da Carmela e Lucia Petrucci: la prima uccisa nel tentativo di difendere la sorella dalla furia del suo ex. L’aria è molto mesta al liceo classico “Umberto I” di via Filippo Parlatore. Molti conoscevano le due ragazze di 17 e 18 anni che frequentavano la terza L. Tra i compagni c’è chi ricorda quel giovane strano e molto diverso da Lucia. E gli sms che le inviava il ragazzo di cinque anni più grande: “Ti sto osservando, stai studiando Kant”, si era vista recapitare una volta mentre era in classe.

“Cenere sei e cenere ritornerai”, era il contenuto inquietante e minaccioso di un altro messaggino. Diversi studenti sono in ospedale in attesa di avere notizie sulle condizioni di Lucia, definite stabili dai sanitari. E in tutti resta forte il senso di angoscia e di orrore.

MANIFESTAZIONE A PALERMO: FERMATE IL FEMMINICIDIO - Presidio oggi a Palermo contro le violenze di genere, in seguito all’uccisione della 17enne Carmela Petrucci, e al ferimento della sorella Lucia da parte dell’ex di quest’ultima. Oggi alle 17 manifestazione in piazza Politeama, nel cuore della città, organizzata dal Coordinamento antiviolenza 21 luglio. “Di fronte alla tragica morte di una ragazza di 17 anni e al ferimento della sorella per mano di un giovane di 22 anni, siamo sconvolte e addolorate. Siamo di fronte - afferma Mila Spicola del coordinamento - all’ennesimo episodio non più tollerabile di violenza maschile contro la donna.

Le istituzioni, ha aggiunto, “continuano a ignorare il grave fenomeno del ‘femminicidio’ purtroppo in espansione. Pretendiamo che si mettano subito in atto tutte le azioni (legate all’educazione, alla prevenzione e alla tutela) per fermare tali comportamenti lesivi della libertà e della vita delle donne”.

NASCE GRUPPO FACEBOOK - Nasce su Facebook un gruppo per ricordare Carmela Petrucci, la studentessa liceale di 17 anni di Palermo, uccisa ieri pomeriggio a coltellate dall’ex fidanzato della sorella Lucia, anche lei ferita nell’aggressione. “Carmela Petrucci riposa in pace” si chiama il gruppo nato su Facebook e fino a questo momento sono 131 le persone che hanno aderito al gruppo. “Povera Carmela. Non ci sono parole per esprimere dolore,amarezza e rabbia per l’ennesima vittima innocente. Riposa in Pace Carmela. Non è giusto morire così,con tutta la vita davanti”, scrive Giovanni sul sito.

Viviana scrive invece: “Sono pazzi, come ha confessato il mostro, ha perso la testa. Io credo invece che i valori si siano sgretolati, che sempre più giovani sono soli, che la fragilità li distrutta psicologicamente. Dietro c’è un sacco pieno di problemi e difficoltà nel risolverli. Doveva rassegnarsi, ora è obbligato a pagare per ciò che ha fatto! E pensare che Carmela ha difeso la sorella, dal primo momento, senza fuggire. Andrà ricordata anche come Eroina di una tragedia che non deve più accadere”. Secondo Iacopo “per l’assasino ci vuole la pena di morte, oppure il carcere duro. Basta uccidere donne innocenti e senza colpe”.