Roma, 22 ottobre 2012 - "E’ la morte del servizio prestato dai professori e dai professionisti allo Stato". Il fisico Luciano Maiani, attuale presidente della commissione Grandi rischi, commenta così la sentenza di condanna dei sette membri della Commissione all'epoca del terremoto dell'Aquila.

Sulla stessa linea anche Paolo Messina, direttore dell’Istituto di geoingegneria del Cnr. "Una condanna durissima, e ciò che preoccupa sono le conseguenze che tale pronunciamento potrà avere: non vorrei passasse il messaggio che i terremoti si possono prevedere, perché ciò è impossibile - dice -. In linea di principio, allora, bisognerebbe evacuare l’intera popolazione ad ogni scossa?".

INGV - A dare man forte ai due tecnici è l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), secondo per il quale la sentenza di primo grado del giudice unico del Tribunale dell’Aquila "costituisce un precedente, in grado di condizionare in modo determinante il rapporto tra esperti scientifici e decisori, non solo nel nostro Paese". L'Ingv esprime "tutto il suo rammarico e la sua preoccupazione" e sottolinea che il pensiero "va ancora una volta alle vittime del terremoto e ai loro parenti: sappiamo che nessuna sentenza potrà mai ricompensare gli affetti perduti".

Secondo l’Ingv la sentenza di condanna di L'Aquila rischia, infatti, "di compromettere il diritto/dovere degli scienziati di partecipare al dialogo pubblico tramite la comunicazione dei risultati delle proprie ricerche al di fuori delle sedi scientifiche, nel timore di subire una condanna penale. Quale scienziato - si chiedono - vorrà esprimere la propria opinione sapendo di poter finire in carcere?". "Da oggi - spiega l’istituto - sarà molto difficile comparire in pubblico a parlare dell’attività sismica in atto in Italia, con la possibilità che i ricercatori possano essere denunciati per qualche omissione o per procurato allarme".

L'Italia, ricorda l’Ingv, è uno dei Paesi maggiormente sismici al mondo, dove ogni giorno avvengono decine di terremoti, la maggior parte dei quali non sono percepiti dalla popolazione. Questa attività sismica è monitorata dall'Ingv 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno. Sulla base dei dati storici e dei risultati della ricerca che Ingv svolge, l'Istituto ha contribuito a elaborare una mappa di pericolosità sismica dell'Italia, "tra le più avanzate del mondo, che è un importante strumento di conoscenza e prevenzione in materia di terremoti".

Secondo quanto affermato dalla letteratura scientifica internazionale - ribadisce l’Ingv - allo stato attuale "è impossibile prevedere in maniera deterministica un terremoto. Di conseguenza, chiedere all'Ingv di indicare come, quando e dove colpirà il prossimo terremoto non solo è inutile, ma è anche dannoso perché alimenta in modo ingiustificato le aspettative delle popolazioni interessate da una eventuale sequenza sismica in atto".

"L'unica efficace opera di mitigazione del rischio sismico - ricorda l’istituto - è quella legata alla prevenzione, all'informazione e all'educazione della popolazione in cui istituzioni scientifiche, protezione civile e amministrazioni locali devono svolgere, in modo coordinato, ognuna il proprio ruolo".