Milano, 26 ottobre 2012 - Ecco le reazioni del mondo politico alla notizia della condanna in primo grado di Silvio Berlusconi per frode fiscale.

ALFANO - “Ennesima prova di accanimento giudiziario nei confronti del presidente Silvio Berlusconi. Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche”. Così il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano. “Siamo certi - aggiunge Alfano in una nota - che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta”.

CICCHITTO - “Non si tratta di una sentenza ma di un tentativo di omicidio politico visti non solo la condanna penale ma anche l’interdizione di tre anni dai pubblici uffici”. Lo afferma in una nota il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che aggiunge: “Purtroppo non da oggi diciamo che è in atto un uso politico della giustizia, in primo luogo contro Berlusconi. Una situazione del tutto insostenibile anche per ciò che riguarda la normalità della lotta politica nel nostro Paese. Ci auguriamo che negli altri gradi di giudizio venga sancita l’innocenza di Berlusconi. Anche alla luce di cio’ che sta avvenendo è indispensabile mantenere i tre gradi di giudizio. Esprimiamo al Presidente Berlusconi la solidarieta’ di tutti i deputati del gruppo Pdl”, conclude Cicchitto.

I LEGALI DI BERLUSCONI - ‘’Una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali. Addirittura non si e’ tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione e del Giudice di Roma, che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente Berlusconi’’. Lo scrivono in una nota l’avvocato Piero Longo e l’avvocato Niccolo’ Ghedini, difensori di Silvio Berlusconi, commentando la sentenza Mediaset.  "Straordinaria è poi la circostanza che non si sia attesa la decisione della Corte Costituzionale in ordine al conflitto sollevato, il che potrà comportare l’annullamento del processo’’, si legge nella nota. ‘’E’ evidente che si tratta di una decisione che è totalmente sconnessa da ogni logica giuridica con un Tribunale totalmente teso a concludere il processo contro l’on. Berlusconi negando prima i testi a difesa, e poi con tecnica del tutto inusuale per un processo durato undici anni, di cui sei di dibattimento, procedendo alla motivazione contestuale limitando, così, a 15 giorni il tempo per scrivere l’atto di impugnazione - concludono i due legali - E’ auspicabile che in Corte d’Appello vi possa essere atmosfera diversa, con l’assunzione di tutti i testi a difesa immotivatamente negati, e con il pieno riconoscimento dell’insussistenza dei fatti e dell’innocenza dell’on. Berlusconi".

GASPARRI E QUAGLIARIELLO - “L’uso politico della giustizia scrive oggi un’altra brutta pagina nella storia del nostro Paese. Mentre Silvio Berlusconi orienta le sue scelte innanzi tutto tenendo conto del bene del Paese, la caccia all’uomo non salta un giro. Verrà un giorno in cui la storia darà atto di quanto male tutto questo ha fatto alla nostra democrazia. Al presidente Berlusconi la solidarieta’ nostra e di tutti i senatori del Popolo della Libertà”. Lo dichiarano in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo vicario del PdL al Senato.

BONAIUTI - “Una sentenza che conferma anni e anni di accanimento giudiziario. Non c'è dubbio che il Presidente Berlusconi, nei prossimi gradi di giudizio, troverà un giudice a Berlino”. Cosi’ Paolo Bonaiuti, portavoce del Presidente Silvio Berlusconi.

ROTONDI - "La condanna di Berlusconi mostra al mondo l’anomalia della giustizia italiana. Come sempre nei gradi successivi la serenità dei giudici restituirà a Berlusconi verita’ e giustizia’’. Lo dichiara l’ex ministro e parlamentare del PdL, Gianfranco Rotondi.

FORMIGONI - "Me ne dispiaccio e gli confermo il mio affetto e la mia stima’’: così il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha commentato la condanna a quattro anni di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset. Il governatore non ritiene che la decisione di non candidarsi nuovamente dell’ex premier sia dovuta ai guai giudiziari. "Credo di no - ha detto - ha affrontato tanti processi’’.

MAZZUCA - “Ancora una volta il tribunale di Milano trova il modo di sorprendere quando l’imputato è il Silvio Berlusconi post ‘94”. Lo dichiara Giancarlo Mazzuca, deputato del Pdl. “Singolare - prosegue Mazzuca - oltre la condanna, la pena accessoria. Per fortuna le carte hanno la testa dura e i giudici dei gradi successivi del processo si renderanno magari conto, ancora una volta, di un’altra verita’”.

D'ALEMA - "Non commento le sentenze. Ho rispetto verso le persone, verso la magistratura. Io penso innanzitutto che dal punto di vista politico si è chiusa un’epoca. Il Paese deve giustamente cercare di aprire una pagina nuova. Questo è il problema’’. Lo ha detto il presidente del Copasir Massimo D’Alema rispondendo, a Catania, ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento sulla condanna all’ex premier. ‘’Quello che di Berlusconi secondo me e’ grave - ha proseguito D’Alema - non sono tanto i reati che non voglio giudicare, perché spetta ai magistrati, ma sono gravi i danni che egli lascia dietro di sè, pesantissimi, nella vita economica, sociale, nella finanza pubblica, che richiederanno un grande impegno di ricostruzione del Paese a cui dovra’ accingersi una nuova classe dirigente’’.

BINDI - “Anche se non è definitiva, questa sentenza rivela la gravità dei comportamenti di un importante imprenditore italiano ma ciò che inquieta è che questo imprenditore, condannato oggi per frode fiscale, è stato a lungo presidente del Consiglio”. Lo ha ricordato Rosy Bindi, presidente dell’assemblea nazionale del Pd. “Ora e’ piu’ evidente quanto abbia pesato sulla politica e la vita del Paese il suo ingombrante conflitto d’interessi”, ha sottolineato. “E alla luce di questa sentenza la rinuncia di Berlusconi a ricandidarsi appare di un tempismo perfetto”, ha aggiunto.

FRANCESCHINI - “Le sentenze vanno rispettate, non si commentano. Nè quando si tratta di una condanna nè di un’assoluzione. Berlusconi in passato ha avuto sentenze positive o prescrizioni. Oggi è stato condannato. Ma Berlusconi non è oggetto di confronto politico, anzi non lo e’ piu’”. Lo ha detto Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera.

DI PIETRO -  “Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla”. Lo dichiara il presidente dell’Idv, Antonio Di Pietro, a proposito della sentenza Mediaset che ha condannato Silvio Berlusconi. “Da oggi gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente - aggiunge Di Pietro - colpevole di frode fiscale e con l'interdizione dai pubblici uffici per i prossimi tre anni”.