Milano, 28 ottobre 2012 - La notizia, oltre al "resto in campo" di Berlusconi, è la fiducia 'a tempo' che l'ex premier pare aver dato al governo Monti. Il Cavaliere, che ha ribadito l'intenzione a non candidarsi a premier, ha attaccato l'esecutivo ("Con loro recessione senza fine") e a chi gli chiedeva se volesse confermargli o meno la fiducia, ha risposto: "Valuteremo nei prossimi giorni se togliergliela immediatamente".

FRATTINI - Oggi, tuttavia, dalle colonne del Mattino Franco Frattini smorza i toni: "Silvio è coinvolto da sentimenti forti molto negativi, ma sono sicuro che non potrà ignorare i due eventuali effetti devastanti" di una eventuale sfiducia al governo. E aggiunge: "Berlusconi sa bene che non è questo il bene dell'Italia". L'ex ministro sottolinea che l'obiettivo "resta quello di favorire la ‘casa dei moderati’: in questo senso proseguono i nostri sforzi di dialogo con Montezemolo, con Casini e con quanti si riconoscono nel popolarismo europeo". Il Cavaliere ha anche attaccato Angela Merkel e l'Europa. Secondo Frattini queste critiche non precluderanno la trasformazione del Pdl nel Ppe italiano.

FORMIGONI - Roberto Formigoni invita a riflettere sull'ipotesi di sfiducia al governo. "L'esecutivo ha fatto errori, ma è nato con il nostro contributo. Non dobbiamo perdere la credibilità che ci siamo guadagnati", dichiara il Celeste al Giornale. Il governatore della Lombardia non scioglie la riserva sulla sua candidatura alle primarie: "Sono interessato e disponibile solo se la mia candidatura servirà a far vincere il centrodestra".

CICCHITTO - Molto cauto su un'eventule sfiducia a Monti Fabrizio Cicchitto. Secondo il capogruppo del Pdl alla Camera la crisi di governo va evitata perché porterebbe "a un'esplosione dello spread". Per Cicchitto, semmai, bisogna apportare correzioni in Parlamento contro la recessione e la pressione fiscale. Il capogruppo insiste sulla prospettiva di unire i moderati, condanna gli attacchi ad Alfano da parte della Santanché, apprezza la conferma delle primarie e ribadisce l’impegno per una "grande riforma" della giustizia.

SACCONI - Non è tenero col governo Maurizio Sacconi, che intervistato dal Corriere della Sera sottolinea: la sorte dell'esecutivo dipende dalla disponibilità a "cambiare la legge di Stabilità nella parte fiscale, e dalla disponibilità al dialogo dei potenziali alleati per una alternativa alla sinistra". L'ex ministro appoggia l'attacco di Berlusconi a Merkel e Sarkozy. Per Sacconi nulla cambia in vista delle primarie del 16 dicembre. Sarà in quell'occasione che si deciderà il candidato premier del centrodestra. E Berlusconi, come lui stesso ha annunciato, non sarà della partita.