Roma, 17 novembre 2012 - Sale la tensione nel mondo della scuola dopo i duri scontri a Roma (guarda il video) e le polemiche - e le inchieste - per un video che mostra un lancio sospetto di lacrimogeni, che sembrano provenire dal ministero della Giustizia.

POLIZIOTTO INDAGATO - La Procura ha identificato e iscritto nel registro degli indagati un poliziotto autore di alcuni eccessi durante il corteo del 14 novembre a Roma. L’agente è ritratto in video e foto mentre manganella sul volto un ragazzo in terra.

CANCELLIERI CONTESTATA - E stamattina il ministro dell’Interno, {{WIKILINK}}Anna Maria Cancellieri{{/WIKILINK}}, è stata contestata dagli studenti, al Palazzetto dello Sport di Rimini, dove è in corso la Giornata della Legalità (FOTO). Fischi, urla, proprio quando il ministro cominciava a parlare spiegando quello che il Governo intende fare per chiarire quanto avvenuto durante gli scontri, nella massima trasparenza, e dalle ultime file del palazzetto è comparso lo striscione ‘stop violenze Polizia, identificativi sulle divise’.

Alle contestazioni la Cancellieri ha reagito chiedendo agli studenti: "Sapete cos’è il fascismo, cosa sono le forme di squadrismo?".  La situazione è poi tornata alla normalità e i giovani hanno continuato a tenere aperto lo striscione. All’incontro di Rimini nel palazzetto sono presenti circa 2mila studenti.

APPELLO DI UNA STUDENTESSA - "E’ inaccettabile che il ministro dell’Interno che ha comandato le cariche venga qui a parlare di legalità. E’ una vergogna. Quella della polizia è una reazione spropositata". Così una ragazza del collettivo Paz di Rimini, dal nome Federica, si è rivolta al ministro, che più volte è stata interrotta e contestata. A un certo punto la parola è stata data appunto a Federica che con la sua frase ha ricevuto un’ovazione.

IDENTIFICATIVI SULLE DIVISE -  "E’ una cosa su cui stiamo lavorando, si può ragionare, ma non deve mettere in pericolo l’operatore": ha risposto così il ministro Cancellieri, alla contestazione degli studenti dove è stato esposto lo striscione ‘stop violenza e Polizia, identificativi sulle divise’. "Si può ragionare sul numero - ha detto ancora il ministro - ma non sul nome identificativo, in modo tale da tutelare la sicurezza dell’operatore".

I FUMOGENI  - "C’e’ un’inchiesta del ministro Severino, siamo in contatto, abbiate fiducia": ha detto poi il ministro a chi le chiedeva sviluppi nell’inchiesta sul lancio di lacrimogeni al passaggio del corteo davanti al Ministero della Giustizia. Alla domanda se nelle inchieste sugli scontri, il ministro ha già preso visione delle foto e dei filmati, Cancellieri ha replicato: "Ci stiamo ragionando, mi piacerebbe si tenesse conto delle due facce della medaglia, ci sono molti poliziotti che si sono comportati in maniera egregia, vorrei che le cose fossero viste con serenità". Cancellieri ha poi ribadito che rispetto ai fatti avvenuti a Roma vorrebbe si parlasse anche "di tutti gli altri poliziotti che hanno subito gli attacchi, non solo delle inchieste".

LA RELAZIONE DEL RACIS - Intanto proprio oggi è arrivata la relazione del Racis (Raggruppamento Investigazioni Scientifiche) dei carabinieri sui lacrimogeni al ministero della Giustizia. "La gittata degli artifizi è dell’ordine di 100-150 metri, coincidente con il posizionamento delle Forze di polizia all’altezza di Ponte Garibaldi, come osservabile dal video acquisito - si legge nel documento consegnato al Guardasigilli Paola Severino e alla Procura di Roma che stanno indagando su quanto accaduto -. E’ di tutta evidenza che la traiettoria ondeggiante può essere prodotta solo in fase di ricaduta e non in fase ascendente".

FILMATI E TESTIMONIANZE - Nonostante la relazione del Racis, per avere totale chiarezza sull’accaduto, si sta anche lavorando per visionare i filmati registrati mercoledì scorso dalle telecamere posizionate presso i vari ingressi del dicastero. Le testimonianze raccolte negano finora che ciò sia accaduto: il responsabile del reparto di Polizia Penitenziaria operante al ministero, Bruno Pelliccia e il capo di gabinetto, Filippo Grisolia, hanno riferito al Guardasigilli di non aver autorizzato l’ingresso di nessun esterno. Anche gli impiegati sentiti hanno affermato di non aver visto nessuno sporgersi o lanciare qualcusa dalle finestre del piano in questione.

OGGI MOBILITAZIONI -  Nella giornata mondiale dello studente, fissata appunto il 17 novembre, gli studenti sono tornati a mobilitarsi in tutta Italia, "cercando di portar a galla la drammatica situazione in cui versa il sistema italiano d’istruzione pubblica", si legge in una nota della Rete degli studenti medi e dell’Unione degli universitari. "Le scuole - prosegue il comunicato - cadono a pezzi, una su due non è a norma e un istituto su dieci è ospitato da privati. L’università vive un aumento delle tasse che negli ultimi 10 anni è stato del 75%, 45mila studenti sono senza borsa di studio, anche se ne hanno diritto in quanto capaci e meritevoli ma privi di mezzi".