Taranto, 19 novembre 2012 - Un omicidio maturato nella guerra per imporre il proprio dominio su Grottaglie. E’ questa la chiave di lettura che oggi la Polizia ha fornito in merito all’uccisione del 19enne Alessio Marinelli da parte del 37enne Vincenzo Menza. Quest’ultimo sabato sera, nel pieno centro di Grottaglie affollato di gente, ha sparato sette colpi di pistola verso Marinelli che era in compagnia di alcuni amici. Colpi che hanno raggiunto il 19enne in parti vitali tant’è che è poi morto ieri mattina nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Taranto.

L’omicidio ha avuto un prologo sabato pomeriggio nella zona periferica della 167 di Grottaglie. Menza era in auto, una Renault, nel suo condominio di via Strage Portella delle Ginestre, quando un commando di tre persone, a bordo di una Fiat uno risultata rubata, ha fatto irruzione nello spazio interno dello stabile. Dalla vettura è sceso Marinelli che ha imbracciato un fucile e ha sparato verso la portiera dell’auto del Menza.

“Un avvertimento pesante” ha detto oggi in una conferenza stampa il questore di Taranto, Vincenzo Mangini affiancato dal capo della Mobile, Roberto Petitto, e dal dirigente del commissariato di Grottaglie della Polizia di Stato, Vincenzo Maruzzella. Di lì a poco Menza si è recato nel commissariato per denunciare l’accaduto mentre l’auto con la quale era stata compiuta l’irruzione nel condominio veniva trovata incendiata sulla strada fra Grottaglie e Martina Franca in un terreno di proprietà di un parente dello stesso Menza.

Nella serata di sabato Menza ha raggiunto a piedi il centro del paese e una volta visto il rivale, gli ha sparato sette colpi in rapida successione. Menza era a volto scoperto; è arrivato a piedi e a piedi si è allontanato dal luogo del delitto.

Un intenso lavoro investigativo che ha incrociato le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona con le diverse testimonianze rese da quanti hanno assistito al delitto, compreso gli amici che erano a poca distanza da Marinelli, hanno permesso di risalire quasi subito a Menza, che però non è stato trovato dai poliziotti in casa. L’uomo si è poi costituito al commissariato e ha reso “parziale confessione”. Contro di lui il pm inquirente, Daniela Putignano, ha emesso provvedimento di fermo: Menza è indiziato di omicidio.

“Particolarmente orgoglioso di quest’operazione che risolve un delitto efferato nel giro di poche ore” si è dichiarato il questore di Taranto. “Solo poche ore prima del delitto sempre a Grottaglie - ha rammentato il questore Mangini - un commando armato aveva assaltato i vigilanti che trasportavano l’incasso del centro unico di prenotazione dell’ospedale cittadino ed è evidente che i due episodi abbiano finito col creare un elevato livello di preoccupazione e di allarme in città”.

L’arresto di Menza è stato definito dagli investigatori “un punto di partenza” anche per fare luce sulla stessa rapina di venerdì al cup ospedaliero. “Subito dopo l’agguato in piazza Principe di Piemonte - hanno spiegato gli investigatori - Grottaglie è stata messa sotto pressione grazie anche ad un lavoro congiunto con le altre forze di polizia”.

Sebbene avesse solo 19 anni, Marinelli stando alle indagini si stava già imponendo nella mala locale. Si ritiene quindi che Menza, già noto per estorsioni e reati contro il patrimonio, abbia voluto ucciderlo sia come risposta all’affronto subito poche ore prima, sia per eliminare un “concorrente scomodo”. Anche perché Menza e Marinelli più volte si erano anche picchiati e Marinelli aveva avuto la meglio sul rivale essendo un pugile e avendo un fisico prestante.

Il prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, ha espresso apprezzamenti al questore e alla Polizia di Stato, affermando in una nota che “tale ulteriore efficace successo conseguito dalla Polizia di Stato” premia “la infaticabile costante attività profusa dalle forze di polizia nell’azione di prevenzione e repressione condotta in questa provincia”.