Genova, 27 novembre 2012 - Maxi operazione dei carabinieri di Genova contro lo spaccio internazionale di stupefacenti. Dalle prime luci dell’alba, centinaia di militari del II Battaglione CC Liguria e unità cinofile con il supporto aereo stanno dando esecuzione a 57 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Genova su richiesta dei magistrati della Dda.

L’operazione, denominata “For Sale”, vuole smantellare un’organizzazione di senegalesi dedita allo spaccio di cocaina. Le persone raggiunte da ordinanza sono accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e spaccio continuato in concorso. L’indagine è partita dal centro storico di Genova dove i carabinieri della Compagnia Portoria avevano identificato un gruppo di spacciatori senegalesi che avevano preso il monopolio della cocaina e si è estesa al resto della città, in particolare nel ponente, ed in altre località della Liguria e del Nord Italia.

MILANO, DROGA DALLA COLOMBIA: 53 IN CARCERE - I carabinieri del comando provinciale di Milano stanno dando esecuzione dalle prime luci dell’alba ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 53 persone indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, riciclaggio e ricettazione. Gli arrestati sono ritenuti appartenenti ad una organizzazione criminale che si procurava la droga dalla Colombia per poi introdurla sul territorio italiano attraverso una rete articolata di corrieri. Gli arresti sono eseguiti a Milano e nel resto della Lombardia in particolare a Monza, in Brianza, Bergamo, Varese, Cremona ma anche a La Spezia e Reggio Calabria.

L’operazione, chiamata “Pollicino” perché durante le indagini, un corriere dell’organizzazione, nel trasportare 6 kg di cocaina in uno zaino ed a bordo di un motociclo ha perso lo stupefacente per strada ed è riuscito a recuperarlo seguendo le tracce di parte della sostanza dispersa sul selciato, è stata condotta dalla Compagnia Carabinieri di Sesto San Giovanni ed ha consentito di disarticolare un’importante e ben strutturata associazione per delinquere composta prevalentemente da soggetti italiani di elevato spessore criminale, estremamente radicata e diffusa a Milano e nell’hinterland.

L’organizzazione si approvvigionava della sostanza stupefacente tramite canali diretti con i cartelli colombiani della droga introducendola sul territorio italiano con una fitta rete di corrieri anche per mezzo di ingegnose tecniche di occultamento come quella di sciogliere chimicamente la cocaina ed impregnarla nella lana poi utilizzata per filare tappeti che venivano importati in Italia.