Quando di mestiere facevo lo sciatore sulle piste di Coppa del Mondo, sono sempre andato in cerca del divertimento. Questione di carattere, si capisce. Mi davano dello smargiasso, ricordate? Eppure, proprio perché non ho mai smesso di amare la montagna, ho imparato, sin da bambino, che la montagna chiede rispetto. Non ho mai esagerato, ecco.

Di fronte alle tragiche notizie degli ultimi giorni, posso solo ricordare un altro insegnamento ricevuto quando ancora portavo i calzoni corti: la neve è un’amica, ma la neve non perdona. È giusto allora cercare la felicità sugli sci o su una slitta o su una tavola da snowboard: sempre però rispettando i saggi criteri della prudenza. Chi non è preparato per certi tipi di pista, ad esempio, deve rinunciare ad una sfida per lui troppo grossa. E chi desidera magari stupire i compagni di vacanza con una… prodezza particolare ha comunque l’obbligo di evitare gli eccessi. Basta una distrazione di troppo, in montagna, per trasformare l’allegria in tragedia. Credo che negli ultimi tempi molto sia stato fatto, anche sulla neve, per incrementare le misure di sicurezza e per promuovere la prevenzione attraverso una adeguata educazione ai comportamenti corretti. Ma, alla fine, a decidere è comunque l’individuo. Tocca al singolo non esporre se stesso e il prossimo a pericoli ingiustificati. La responsabilità è personale. E non c’è ‘divertimento’ che giustifichi lo spreco di una vita. Parola di uno che si è sempre divertito molto, in montagna.