Roma, 25 gennaio 2013 - Nel mondo è in atto un lento ma costante movimento di opinione che porta al centro la questione dei gay con i loro diritti a fruire delle stesse libertà e diritti delle coppie etero. Da tempo si assiste anche in Italia a un dibattito sempre più vivace. È ancora viva l’emozione di vedere a Bologna, un anno fa, ai funerali di Lucio Dalla, il compagno Marco ammesso a pronunciare un saluto davanti alla salma benedetta dal clero. Il defunto, mai allineatosi con chi aveva protestato contro la condanna cattolica delle coppie gay, veniva ricompensato dell’eccezionalità del suo esempio con esequie religiose che mettevano in scena anche l’addio dell’amante. La formula della Chiesa pareva : state buoni, non mettete in discussione la faccenda, non pretendete libertà assurde e vi lasceremo stare. Del resto si sa come l’ipocrisia italica sulla omofobia si tinga di doppiopesismo: se l’omosessuale è un artista, sarà solo un diverso, se è un operaio sarà un frocio.

Ma a squarciare il velo dell’ipocrisia europea, ecco come un tuono giungere dall’America le parole della massima autorità politica occidentale, Barack Obama, che nel discorso di investitura per il secondo mandato, davanti al Campidoglio, alla nazione e al mondo parla dei diritti dei «nostri fratelli gay», che sarà sua cura difendere, insieme a quelli di tutte le minoranze perseguitate ancora dal pregiudizio e dell’intolleranza.
Raro sentire la Storia battere un colpo. Raro avvertire che sta suonando un’ora che segna un prima e un poi. Un presidente di colore, il primo degli Usa, che dal suo vissuto di stirpe perseguitata grida «fratelli» ai gay! Parole da brivido, che fanno sperare anche in Italia, dove tutti i giorni vediamo il malaffare ispirare la Politica. No, non è sempre così, anche la Politica ha il coraggio di sposare a viso aperto le cause dei deboli, dei paria, dei perdenti. Come non sentire quanto stridenti col messaggio di fratellanza cristiana del presidente degli Usa, proprio nelle stesse ore suonassero in Italia le parole del presidente della Cei, cardinale Bagnasco ? Una maliziosa regia della Storia metteva in onda la contemporanea dichiarazione del cardinale contraria al riconoscimento dei diritti dei gay. Appaiate da quello straordinario regista che è il Caso certe affermazioni si commentano da sole.