Siena, 1 febbraio 2013 - Ancora una giornata intensa sul fronte Monte dei Paschi di Siena. Mentre si moltiplicano le indagini  che più o meno direttamente vedono coinvolto Mps, per il secondo giorno consecutivo interviene il capo dello Stato. Incontrando una delegazione di giornalisti, Giorgio Napolitano auspica che si evitino "cortocircuiti" tra informazione e giustizia. "Abbiamo spesso degli effetti non positivi, quasi dei cortocircuiti tra informazione - che tende ad avere il massimo di elementi per poter assolvere a un ruolo di propulsione alla ricerca della verita' - e, nello stesso tempo, riservatezza necessaria delle indagini giudiziarie e rispetto del segreto d'indagine". Poi ha fatto riferimento all'ultimo esempio del "richiamo piuttosto brusco di un importante ufficio giudiziario, la Procura della Repubblica di Siena, che segue la scottante e complessa indagine sul Monte dei Paschi, di fronte alla pubblicazione di notizie che ha dichiarato totalmente infondate e di cui ha anche fatto comprendere la grave possibile ricaduta destabilizzante sui mercati, al punto da annunciare o da ventilare provvedimenti per aggiotaggio e insider trading".
Questo - per il Presidente - "e' un punto delicato di una materia tutta delicata".

LA CONSOB - La Consob intanto ha convocato Ernst & Young, i nuovi revisori dei conti di Mps, per ascoltarli.

L'INCHIESTA A SIENA - Ancora una giornata di attività istruttoria per il pool dei magistrati della procura di Siena che indaga sullo scandalo che ha coinvolto il Monte dei Paschi di Siena. Questa mattina è saltato l’interrogatorio di Antonio Rizzo, un ex funzionario della banca d’affari tedesca Dresdner. Rizzo è ritenuto un testimone importante poiché in un interrogatorio davanti ai magistrati di Milano aveva raccontato che al Monte dei Paschi di Siena “agiva la cosiddetta banda del 5% capitanata da Baldassarri”. 

L’interrogatorio di Antonio Rizzo potrebbe fornire elementi utili agli inquirenti. I pubblici ministeri Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso indagano per i reati di associazione a delinquere, false comunicazioni, ostacolo alla vigilanza, truffa e turbativa d’asta.

BARI, SEQUESTRATI 358MILA EURO PER ILLECITI SUI DERIVATI - Su disposizione della magistratura di Trani, la Guardia di finanza ha sequestrato 358.157,83 euro presso la filiale di Corato (Bat) del Monte dei Paschi di Siena, nell’ambito dell’attività di contrasto agli illeciti in materia di strumenti finanziari derivati del tipo ‘interest rate swap’ sottoscritti da imprese private operanti nella provincia.

Il sequestro preventivo è stato disposto dopo la denuncia presentata dal titolare di un’impresa di Corato che si era visto addebitare circa 415.000 euro per perdite subite dopo la sottoscrizione di un contratto derivato ‘interest rate swap’ su un valore di circa 4.500.000 di euro proposto dalla banca a copertura di un finanziamento richiesto dalla societa’, in realta’ mai concesso. Oltre agli addebiti, la società ha subito - secondo le indagini - anche la segnalazione a sofferenza per 415.000 euro alla centrale rischi della Banca d’Italia, provocando, in questo modo, la difficoltà nell’accesso al credito che accusa ancora oggi.

Il sequestro - spiega la Gdf in una nota - rappresenta l’ulteriore ingiusto profitto acquisito dall’istituto di credito per effetto della stipula dei contratti derivati, e si ricollega all’operazione del gennaio 2012 in cui si era proceduto al sequestro della somma di circa 56.000 euro, sempre a carico della stessa banca la quale, non ottemperando alle prescrizioni del gip, ha continuato ad addebitare sul conto del cliente le minusvalenze derivanti dal prodotto finanziario.

Nel gennaio 2012 la Gdf, nell’ambito di indagini delegate dalla Procura di Trani nei confronti del Banco di Napoli (gruppo Intesa San Paolo) e di Monte dei Paschi di Siena, aveva proceduto al sequestro preventivo di contratti ‘interest rate swaps’ per oltre 220 milioni di euro e la somma complessiva di circa 10 milioni di euro, di cui 4 milioni di euro equivalenti all’ingiusto profitto sinora percepito dagli istituti di credito e circa 6 milioni di euro relativi ai prevedibili futuri flussi derivanti dai contratti in corso.

Alcune decine di persone sono indagate, a vario titolo, per usura e truffa dalla Procura di Trani nelle indagini, avviate nei mesi scorsi, sui derivati emessi da cinque banche italiane: Mps, Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem. Sono in corso anche ulteriori accertamenti per verificare l'operato di alcuni ispettori della Banca d'Italia che nel corso dell'attività di controllo avrebbero omesso di sanzionare le condotte delle due banche a danno della clientela.

ROMA INDAGA PER OSTACOLO A ORGANI DI VIGILANZA - I magistrati della procura di Roma invece, che ieri hanno aperto un procedimento a carico di ignoti sul Monte dei Paschi di Siena, stanno indagando anche per ostacolo agli organi di vigilanza (Bankitalia e Consob).

La procura di Roma ha già ricevuto ampia documentazione da Bankitalia e Consob nell’ambito dell’indagine aperta ieri sul Monte dei Paschi di Siena. Dall’esame delle carte i magistrati della capitale intendono comprendere i rapporti intercorsi tra gli organi di vigilanza e la banca senese. Gli inquirenti, che hanno già proceduto all’audizione di quei soggetti in possesso della documentazione poi messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, hanno ricevuto la massima collaborazione da parte degli organi di vigilanza.

MANCINI: 'TUTTO SOTTO CONTROLLO IN FONDAZIONE' - ‘’E’ tutto sotto controllo’’. Cosi’ Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, risponde a chi gli chiede un commento sulle notizie che vorrebbero vuote le casse dal prossimo giugno. ‘’Valutiamo tutto: la Fondazione si e’ data la linea del silenzio e proseguira’ in questa strada a tutela del titolo, della banca e del patrimonio’’.

PATUELLI - Le vicende legate Mps rappresentano dei casi isolati. I risparmiatori posso stare tranquilli sulla stabilità del sistema bancario. Lo ha detto ai microfoni del Gr Rai, il neo presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. “Abbiamo incontrato i vertici della Banca d’Italia - ha spiegato - e abbiamo avuto conferma della stabilità del mondo bancario italiano. Sono dei casi assolutamente isolati quelli dei problemi di cui si sta discutendo”.

Quanto al tema della distinzione del mondo bancario dalla politica per Patuelli si tratta di “un problema di sensibilità culturale; le norme italiane sono le più rigide del mondo europeo sulle distinzioni e sulle incompatibilità. Dobbiamo anche maturare come italiani sensibilità più azionali, meno emotività”.

Per favorire l’accesso al credito il presidente dell’Abi chiede alle istituzioni “una nuova riflessione che venga espressa sulle condizioni di vita economica italiana dove vi è un elevato grado di tassazione su tutti a incominciare proprio dalle imprese bancarie dove abbiamo necessità di una serie di semplificazioni burocratiche e di conseguenza di istituzioni credibili internazionalmente e anche con una certa stabilità per avere un respiro non improvvisato nella programmazione delle iniziative per la ripresa economica ed occupazionale”.