Roma, 3 febbraio 2013  - Cercavano droga, ma quando sono arrivati a casa di un imprenditore edile 42enne, residente a Marino, periferia sud di Roma, i carabinieri hanno trovato anche munizioni belliche e reperti archeologici risalenti all’epoca romana e medievale, custoditi in una grotta sotterranea. La perquisizione è iniziata dai piani superiori dell’abitazione, dove i militari hanno aperto una porta che conduceva in un sotterraneo tramite una scala buia. I carabinieri hanno percorso un cunicolo fino ad una sorta di bunker, costruito con tufi e composto da vari ambienti illuminati da lampade fissate al soffitto e dotati di un sofisticato impianto di areazione collegato con l’esterno. In una stanza erano custoditi numerosi reperti archeologici, tra quali anfore di varie dimensioni, vasi, frammenti di mosaico, parti di colonna, teste di statua di marmo e altri resti risalenti al VIII e VII sec. a.C. e al periodo medievale.

Un’altra stanza era adibita a laboratorio per la coltivazione di marijuana: qui si trovavano vari ventilatori, deumidificatori, neon specifici, vari teli, un impianto elettrico artigianale e taniche di solvente. In questo ambiente sono state trovate 149 piante, 1,36 chili di foglie e 1,730 chili di marijuana in fase di essiccazione. Un’altra stanza, invece, era utilizzata come ufficio, allestito con diversi calendari, aggiornati al mese di febbraio, sui quali erano annotati i dati riferiti all’attività di spaccio. Durante la perquisizione è stato anche trovato un arsenale: 3 fucili con matricole prive o illeggibili, 907 munizioni risalenti all’ultimo conflitto mondiale, una carabina ad aria compressa con matricola abrasa e 77 cartucce calibro 22.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale che, unitamente al personale della soprintendenza ai Beni culturali della Regione Lazio, hanno ispezionato i rinvenimenti. Tutto il materiale è stato sequestrato e sarà sottoposto alle relative verifiche. L’arrestato, incensurato, è stato portato nel carcere di Velletri con le accuse di detenzione di munizionamento da guerra, detenzione abusiva di armi e coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti. L’uomo ha tentato di giustificarsi con i carabinieri affermando che le armi in suo possesso le aveva trovate in alcuni fabbricati, di proprietà di suoi clienti, durante dei lavori di ristrutturazione, mentre i resti archeologici li aveva scoperti facendo immersioni subacquee.