Roma, 11 febbraio 2013 - Quattro livelli con ambienti comunitari e 12 celle monastiche, un’ala nuova di 450 metri quadri, una Cappella, il Coro per le claustrali, la biblioteca, il ballatoio, una siepe sempreverde e una robusta cancellata per delimitare la zona di clausura, e poi un grande orto dove si coltivano peperoni, pomodori, zucchine, cavoli, e svettano limoni e aranci. E’ un “normale”, piccolo monastero il ‘Mater Ecclesiae’, dove risiederà Benedetto XVI una volta finiti i lavori di restauro, se non fosse che è l’unico convento nel cuore del Vaticano, a un passo da San Pietro e dal Palazzo Apostolico che ospiterà il successore di papa Ratzinger.
 

In mezzo ai Giardini Vaticani, il convento è un’oasi di serenità contemplativa incastonata nel centro di Roma, circondata e protetta dalle mura vaticane. Una struttura voluta da Giovanni Paolo II nel 1992, proprio per creare un centro di vita contemplativa all’interno della Città del Vaticano. Oggi ospita l’ordine delle Visitandine, dopo aver accolto le monache benedettine che per anni hanno coltivato gli ortaggi sempre freschi per la mensa del papa.

Proprio Benedetto XVI ha dimostrato più volte l’apprezzamento per il ‘Mater Ecclesiae’, tanto da aver celebrato per tre volte, nel 2005, 2006 e 2009, la messa nella cappella del convento. Dall’esterno la struttura appare semplice: il collegamento con l’ambiente circostante avviene attraverso una scalinata immersa nel verde ed un loggiato coperto; una siepe ed una cancellata precludono le zone di clausura all’introspezione; mentre due percorsi differenti perimetrali consentono l’ac

cesso dei fedeli al monastero, rispettivamente nelle zone della Cappella e della portineria. La cappella è spartana: le vetrate artistiche e il crocifisso dello scultore Francesco Messina la abbelliscono.

Subito fuori, il giardino dei fiori, dove spiccano due varietà di rose: ‘Beatrice d’Este’, color carne, e ‘Giovanni Paolo II’, bianche e profumate, inviate ogni mese di maggio agli appartamenti papali.

Fonte Agi