Città del Vaticano, 18 febbraio 2013 - Scoppia il caso Mahony. L'ex arcivescovo di Los Angeles che avrebbe chiuso troppe volte un occhio davanti allo scandalo della pedofilia, prima di andare a ringraziare Benedetto XVI e poi votare in Conclave per il suo successore, dovrà recarsi in tribunale per testimoniare sugli abusi.

Il cardinale sarà interrogato sotto giuramento il 23 febbraio dall’avvocato di un uomo che afferma di essere stato molestato tre decenni fa da un sacerdote messicano in visita nella sua parrocchia di Montecito Heights. Mahony testimonierà a porte chiuse per quattro ore sul caso del prete, padre Nicolas Aguilar Rivera e su altri 25 sacerdoti accusati di abusi nello stesso periodo. Ma i cattolici Usa si ribellano e in parole povere gli chiedono, attraverso una petizione, di restare a casa.

L’ex arcivescovo ha deposto più volte dalla fine degli anni ‘90 sui suoi rapporti con i preti molestatori ma la nuova testimonianza sarà la prima da quando l’arcidiocesi di Los Angeles è stata costretta a pubblicare 12 mila pagine di documenti interni della chiesa sui casi di pedofilia.


L’accusatore di Padre Aguilar Rivera, Anthony De Marco, afferma di essere in possesso di 130 pagine che documentano le malefatte del prete e che non erano disponibili l’ultima volta che Mahony ha testimoniato.
Aguilar River, tornato in Messico dopo esser stato avvertito dall’arcidiocesi che una inchiesta di polizia nei suoi confronti era probabile, è sospettato di avere molestato almeno 26 ragazzini durante i nove mesi di residenza nella diocesi.

Il ruolo di Mahony nel cover up ha indotto il suo successore Jose Gomez a “degradarlo” impedendogli ogni impegno pubblico nel territorio della arcidiocesi. E tuttavia, secondo il Los Angeles Times, l’alto prelato più volte senza successo tentò di ottenere dal Vaticano la rimozione di preti accusati di abusi. I documenti pubblicati dall’arcidiocesi rivelano infatti che il cardinale si trovò spesso davanti un muro: la burocrazia romana incline ai ritardi e riluttante ad affrontare un problema potenzialmente esplosivo.

PETIZIONE DEI CATTOLICI: MAHONY RESTI A CASA - Il cardinale Mahony non deve votare in Conclave: è la richiesta di un gruppo di cattolici americani, Catholics United, che hanno lanciato una petizione nazionale in questo senso tra i fedeli.

‘’Se un cardinale è privato del suo ruolo pubblico nella diocesi, perché dovrebbe essere premiato con la possibilità di votare per il prossimo Santo Padre? Il cardinal Mahony aggraverebbe ulteriormente lo scandalo e la vergogna per la nostra Chiesa se partecipasse al Conclave’’ si legge nella petizione che chiede all’alto prelato di restare a casa.

LA REAZIONE - Mahony, dal canto suo, ha ammesso sul suo blog la sofferenza provocata dalle critiche. ''Per essere onesto fino in fondo non posso dire di avere raggiunto il punto in cui posso pregare per ulteriori umiliazioni - ha scritto il cardinale -. Sono allo stadio in cui chiedo la grazia di sopportare l'umiliazione subita al momento''. ''Negli ultimi giorni mi sono trovato ad essere umiliato molte volte - ha aggiunto -. Sono stato affrontato in più di un luogo da gente molto infelice. Posso capire la loro rabbia nei miei confronti e nei confronti della Chiesa''.