Città del Vaticano, 21 febbraio 2013 - “’Motu Proprio’ o meno la data di inizio del Conclave la stabiliscono i cardinali riuniti in Congregazione Generale durante la Sede Vacante. Non esiste una possibilità di dire in anticipo la data prima di una decisione dei cardinali. Nessuno, nemmeno autorevole, puo’ dire oggi quando inizia il Conclave”, ha affermato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un briefing tenuto oggi.

“Possiamo essere tranquilli che un eventuale ‘Motu Proprio’ toccherebbe solo punti di precisazione, non sostanziali”, ha poi aggiunto invitando i giornalisti ad aspettare “di avere il documento, se sarà pubblicato per verificare che non riguarderà questioni decisive. “Non è che negli ultimi giorni - ha esemplificato Lombardi - il Papa potrà fare altri cardinali, quelli che sono sono”.

In merito, il portavoce ha poi ricordato che come sempre, “il Papa opera con dei collaboratori: non è che prepari i documenti tutto da solo. Tanto piu’ che sono punti già presentati alla luce dell’esperienza del precedente Conclave, per piccoli aggiustamenti, non certo per un cambiamento”. “Il Papa - ha poi rassicurato padre Lombardi - è molto attento alle formulazioni. Non avrei preoccupazione che firmi qualcosa di cui non sia del tutto consapevole: della preparazione, della formula e del contenuto”.

Nel briefing, inoltre, Lombardi ha escluso anche che negli ultimi giorni del Pontificato ci si possano attendere decisioni clamorose. Ad esempio sui Lefebvriani, che dovevano rispondere alle aperture della Santa Sede entro il 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro. “E' bene che sappiate che in queste circostanze straordinarie le disposizioni - ha detto il direttore della Sala Stampa - vengono affidate dal Santo Padre al prossimo Papa”.

Ugualmente, Lombardi ha smentito che i tre cardinali che indagarono su Vatileaks possano essere ricevuti dal Papa come ultimo atto del Pontificato. “La Commissione composta dai cardinali Julian Herranza, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi ha consegnato le sue conclusioni nelle mani del Santo Padre da cui aveva avuto il mandato e quindi non ha senso correre dietro a fantasie e opinioni che vengono dette ora. Posso solo precisare che il Papa non riceverà i tre cardinali in udienza privata il 28 febbraio, cosi’ come non andrà a Santa Maria Maggiore il 27 per incontrare i fedeli slovacchi”.

LA SICUREZZA - Rafforzare i controlli sugli obiettivi sensibili in previsione del grande afflusso di pellegrini per l'elezione del nuovo pontefice. E' stato deciso nel corso della riunione del Comitato nazionale per l'ordine e al sicurezza presieduta al Viminale dal ministro Annamaria Cancellieri.

Nel corso della riunione, fa sapere il Viminale, si e' proceduto ad ''un'ampia analisi dello stato dell'ordine e della sicurezza del Paese anche in previsione dell'elevato afflusso di pellegrini per la conclusione del pontificato di Papa Benedetto XVI e l'elezione del nuovo Pontefice''.

Si e' quindi concordato ''sulla necessita' di intensificare le attivita' di controllo e di vigilanza a tutti gli obiettivi ritenuti sensibili assicurando la presenza di personale delle forze di polizia nelle aree maggiormente interessate''. Alla riunione hanno partecipato, oltre al ministro, il sottosegretario Carlo De Stefano, i vertici nazionali delle forze di polizia e i responsabili dei servizi segreti.

DOLAN DAI GIUDICI - Intanto dall'altra parte dell'oceano Timothy Dolan, il cardinale di New York che è uno dei nomi che circolano per la successione di Benedetto XVI, è stato ascoltato ieri per tre ore in una deposizione legale a porte chiuse sui presunti abusi sessuali commessi da sacerdoti nell’arcidiocesi di Milwaukee, quando lui la guidava. Il prelato è stato interrogato per tre ore a New York dagli avvocati che rappresentano circa 500 persone che hanno denunciato abusi, ha riferito Frank LoCoco, l’avvocato dell’arcidiocesi di Milwaukee.

Timothy Dolan è stato l’arcivescovo dal 2002 al 2009. L’udienza, ha precisato LoCoco, si è concentrata in particolare “sulla sua decisione, all’inizio del mandato, di pubblicizzare i nomi degli autori degli abusi all’interno della Chiesa”.

Due anni fa l’arcidiocesi di Milwaukee ha chiesto la protezione dai creditori, citando come causa del dissesto finanziario proprio le ingenti spese per gli accordi extra-giudiziali nei casi di abusi sessuali e riconoscendo di aver fatto passi falsi. Lo scandalo dei preti pedofili, emerso nel 2002, è già costato oltre 2 miliardi di dollari alla Chiesa americana e sette altre diocesi americane, oltre a Milwaukee hanno già portato i loro libri in tribunale.

Dolan è uno dei due cardinali che, secondo il New York Times, deporranno questa settimana; l’altro è il cardinale Roger Mahony, l’ex arcivescovo di Los Angeles, che sarà interrogato sabato. Entrambi sono attesi a breve a Roma per l’inizio del Conclave che dovrà scegliere il nuovo Papa; e Dolan è nella rosa della dozzina di cardinali considerati possibili successori del Pontefice.