Milano, 1 marzo 2013 - Silvio Berlusconi in aula a Milano per fare dichiarazioni spontanee ai giudici del processo sui diritti tv di Mediaset che lo vede imputato di frode fiscale. Si tratta del processo d’appello, in primo grado l’ex premier è stato condannato a quattro anni.

"Trasecolai davanti alla notizia della condanna in primo grado a quattro anni di reclusione e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici perché io mai ho partecipato a trattative sui diritti Tv, mai ho visto un documento d’acquisto, mai ho partecipato a dichiarazioni fiscali della società e ricordo che negli anni dei fatti 2002 e 2003 ero presidente del Consiglio a tempo pieno". Così in aula il Cavaliere.

"MI DOVREBBERO DARE UNA MEDAGLIA"  -  “Per i sei miliardi di tasse che il mio gruppo ha pagato dal 1994 merito una medaglia d’oro da mettere sul petto, per questo considero la condanna nei miei confronti in primo grado una grande cantonata giudiziaria". "Mi aspetto una sentenza giusta".

AI GIORNALISTI, BERLUSCONI: "DE GREGORIO HA PARLATO PER PAURA DEL CARCERE, COSTRETTO DA PM" - Il senatore Sergio De Gregorio ha dichiarato di aver ricevuto tre milioni di euro perché "i magistrati gli hanno detto o ci dici qualcosa su Berlusconi o vai in galera e lui che ha paura del carcere ha parlato", dice invece Berlusconi in relazione all’inchiesta della Procura di Napoli che lo vede indagato con l’accusa di aver pagato il senatore De Gregorio per passare al Centro Destra. Per l’ex premier si tratta di una "barbarie" compiuta dalla magistratura che avrebbe costretto De Gregorio a parlare, dichiarando una cosa che secondo Berlusconi non è comunque mai avvenuta. E assicura: "Mai avuto disponibilità di una cassetta di sicurezza", presso il Monte dei Paschi di Siena.

E LANCIA UNA MANIFESTAZIONE CONTRO LA GIUSTIZIA IL 23 MARZO - "Queste accuse ci porteranno in piazza il 23 marzo", dice Il Cavaliere a margine del processo, confermando l’intenzione di fare una grande manifestazione sulla giustizia e annuncia la data. L’ex premier non ha detto dove, ma la sede potrebbe essere Piazza San Giovanni a Roma. Ancora una volta Berlusconi si scaglia contro "parte della magistratura che è una patologia del nostro sistema, un cancro della nostra democrazia".

IL PG CHIEDE 4 ANNI PER BERLUSCONI -   Nel processo d’appello sui diritti tv di Mediaset, il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale ha chiesto di confermare la condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale nei confronti di Silvio Berlusconi. "Silvio Berlusconi era stato all’apice della catena di comando dei diritti televisivi ma la sua era l’ultima parola sull’argomento anche dopo che era entrato in politica". E’ questo il passaggio cruciale della requisitoria con cui il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale ha chiesto ai giudici della Corte d’appello di confermare la condanna a quattro anni di reclusione per frode fiscale a carico dell’ex presidente del Consiglio. La rappresentante dell’accusa ha spiegato di condividere la sentenza di primo grado in relazione alle condanne per Berlusconi, Agrama, Lorenzano e Galetto. Il pg ha ricostruito la storia dei prezzi dei film gonfiati attraverso società estere che appartenevano comunque, secondo l’accusa, a Fininvest e Mediaset.

LA RICHIESTA PER CONFALONIERI  - La Procura generale di Milano ha chiesto la condanna del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri a 3 anni e 4 mesi per frode fiscale. In primo grado Confalonieri era stato assolto.

PG: EVASIONE DOCUMENTATA - In un passaggio della sua requisitoria, il pg del processo d’appello Mediaset ha sottolineato l’esistenza di una "prova documentale" che testimonierebbe la maxi evasione fiscale realizzata da Mediaset attraverso il pagamento a prezzi gonfiati dei diritti dei film da trasmettere sulle reti del Biscione. Il riferimento del magistrato è ad una lettera scritta il 12 dicembre 1994 al suo capo da un impiegato contabile della casa cinematografica Fox, Douglas Schwalbe, nella quale si fa riferimento ad una sorta di "gioco delle tre carte" attuato dalle società del Gruppo fondato da Berlusconi "per evitare le tasse italiane".

ANM: MANIFESTARE CONTRO MAGISTRATURA E' INCONCEPIBILE  - "Immaginare e sollecitare una manifestazione contro la magistratura o diretta a condizionarne l’azione è assolutamente inconcepibile e inammissibile". Lo ha detto il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, interpellato a margine di un convegno in Cassazione sulla manifestazione annunciata per il 23 marzo dal leader del Pdl, Silvio Berlusconi. “Nessuno contesta il diritto di manifestare anche in materia di giustizia - ha sottolineato il leader del sindacato delle toghe - ma ciò non significa che si possano fare azioni di tipo politico contro un organo che non è politico e non fa azioni politiche, come la magistratura”. "Certo, c’è anche la libertà di critica, che nessuno contesta, si sta parlando di una notizia (quella relativa all’inchiesta napoletana che coinvolge Berlusconi, ndr) riguardante un procedimento in fase di indagini preliminari. Il sistema - ha concluso Sabelli - offre ampie garanzie nell’ambito del processo penale". "Evocare la piazza è fuori luogo, in una fase politica molto delicata: vuol dire screditare le istituzioni, che fanno parte di un sistema unitario. Così si indebolisce lo Stato e le istituzioni tutte". Il presidente dell’Anm ha respinto al mittente le dichiarazioni di Silvio Berlusconi che è tornato a paragonare la magistratura a suo giudizio politicizzata al cancro: “Oggi - ha osservato Sabelli - la magistratura viene paragonata al cancro. Noi pensiamo che sia di cattivo gusto il richiamo alla malattia. Sabato scorso il leader del centrodestra aveva definito la magistratura peggio della mafia ma noi non avevamo replicato per ragioni di opportunità, visto che era il giorno prima delle elezioni". "Sono dichiarazioni - ha aggiunto il leader del sindacato delle toghe, parlando a margine di un convegno in Corte di Cassazione - che offendono innanzitutto le vittime della criminalità organizzata. Potrebbero essere liquidate come sciocchezze ma sono molto offensive”. La vicepresidente dell’Anm Anna Canepa, ha commentato a sua volta le parole di Berlusconi chiedendo “rispetto per chi è davvero colpito dal cancro" ed ha ricordato, a proposito del paragone tra magistratura politicizzata e mafia, che "sono stati soprattutto i magistrati ad aver pagato il prezzo della lotta alla mafia".

INCHIESTA NAPOLI DECISA DA PG CASSAZIONE - La competenza della Procura di Napoli a svolgere l'inchiesta Berlusconi-De Gregorio è stata decisa, secondo fonti Ansa, dal pg della Cassazione, che ha risolto a favore dei pm partenopei un conflitto sollevato dalla Procura di Roma.  L'inchiesta era stata avviata dalla Procura di Napoli sulla base di alcune dichiarazioni rese da Valter Lavitola. I pm partenopei avevano tuttavia rilevato la competenza territoriale della magistratura di Roma ed avevano trasmesso il fascicolo alla Procura della Capitale. I pm romani avevano ritenuto, invece, che la competenza fosse dei pm napoletani e avevano sollevato conflitto negativo di competenza davanti alla Procura Generale della Suprema Corte. Il pg della Cassazione, esaminati i fatti, ha concluso per la competenza della Procura di Napoli ritenendo che proprio nel capoluogo campano si sia perfezionato il reato di corruzione ipotizzato a carico di Berlusconi, dal momento che il denaro destinato a De Gregorio è affluito, secondo l'ipotesi dell'accusa, su alcuni conti correnti che l'ex parlamentare aveva in istituti di credito di Napoli.

L'ATTACCO DI PRODI - "Un episodio tristissimo e, se vero, un attentato alla democrazia. Si faccia chiarezza perchè non si può cambiare la storia del paese corrompendo il Parlamento", così Romano Prodi attacca Berlusconi sull'inchiesta riguardo alla vicenda del senatore De Gregorio.

DE GREGORIO - ‘’In relazione a notizie di stampa dalle quali si apprende che sarei stato ‘costretto dai pm’ a rendere dichiarazioni accusatorie contro l’on. Berlusconi, mi corre l’obbligo di precisare che la mia scelta di sottopormi ad interrogatorio è stata il frutto di una mia libera determinazione’’. Lo precisa Sergio De Gregorio in una nota.