Roma, 2 marzo 2013 - Dopo le esternazioni dell'ex premier sul caso De Gregorio, a margine dell'udienza del processo sui diritti tv di Mediaset, la polemica sembra destinata a montare. Intanto per la manifestazione contro i pm prevista per il 23 piazza San Giovanni potrebbe non essere disponibile perché già occupata.

E a proposito della manifestazione del 23, interviene oggi il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti che in una nota scrive: ""Contrariamente a quanto riportato da alcuni quotidiani che hanno evidentemente forzato frasi del presidente Berlusconi, la manifestazione del Popolo della Liberta' del 23 marzo non sara' "contro la magistratura", ma sara' un'iniziativa politica rivolta al Paese in questo momento di grave crisi".

CICCHITTO - “E' evidente, da tutto quello che sta emergendo in questi giorni, con la minaccia della custodia cautelare, del resto non a caso sperimentata in termini aberranti in alcuni casi esemplari che servono da ammonimento per tutti, che alcuni pm sono in grado di orientare le deposizioni, specie quelle che, forzando i fatti, possono determinare effetti politici rilevanti”, dichiara in una nota Fabrizio Cicchitto del Pdl senza accennare al fatto che De Gregorio stesso ha già dichiarato di non essere stato costretto a parlare..
 

LA PIAZZA DEL 23 - “Berlusconi dovrà rinunciare a piazza San Giovanni, per la preannunciata manifestazione del 23 marzo”, scrive il blogger viola Gianfranco Mascia, aggiungendo “semplicemente perchè l’ho prenotata io in Questura. Il plurindagato Cavaliere Nero dovrà fare i conti, quel giorno, con una manifestazione i cui risvolti organizzativi pianificheremo la settimana prossima in una grande assemblea a Roma, alla quale invitiamo tutti coloro che vogliono difendere i magistrati dagli attacchi di Berlusconi e che vogliono impegnarsi perchè in Parlamento si voti al piu’ presto una nuova legge elettorale e una legge sul conflitto di interessi. A questa riunione organizzativa- prosegue Mascia- invitiamo proprio tutti. Perchè non è il momento delle divisioni e perchè dobbiamo decidere tutti insieme, senza steccati, come reagire di fronte agli attacchi alle istituzioni italiane”.