di Giovanni Panettiere

Città del Vaticano, 3 marzo 2013 - Il cardinale Saraiva Martins mette le mani avanti: "Il Conclave che elesse Benedetto XVI fu rapidissimo". Come dire, questa volta difficilmente sarà così. Il prefetto emerito della Congregazione dei santi, uno dei sette porporati dell’ordine dei vescovi — la prima fascia del Collegio cardinalizio — non lo dice, ma è ormai chiaro che in Cappella Sistina mancherà un candidato forte alla Ratzinger. Non lo è l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, troppo schiacciato su Cl per salire sul soglio petrino in un giorno e mezzo di votazioni come l’ex numero uno della Dottrina della fede, non lo sono Mauro Piacenza e Leonardo Sandri, esponenti di quella Curia romana che molti episcopati desiderano mettere in riga.Non a caso è soprattutto dello scandalo Vatileaks, ambientato nelle stanze del Palazzo Apostolico, che vogliono discutere nelle congregazioni generali, in agenda a partire da domani, i porporati statunitensi, guidati dal papabile Timothy Dolan, e tedeschi. L’obiettivo è un dibattito vero e trasparente anche su altri nodi cruciali come la pedofilia, il calo delle vocazioni, il secolarismo, la nuova evangelizzazione e ancora lo stato delle casse vaticane delle quali proprio le Chiese di Berlino e Washington sono le principali finanziatrici.

"I cardinali devono prendersi il tempo necessario — avverte il tedesco Walter Kasper in un’intervista a Radio Vaticana rilanciata dai media teutonici — per riflettere su che tipo di Papa abbiamo bisogno e su quali siano le necessità della Chiesa oggi". Sulla stessa linea il connazionale Karl Lehmann e il cileno Francisco Javier Errazuriz, progressista l’uno, conservatore l’altro.

Di suo la Curia prova a bruciare tutti sul tempo. E raddoppia le congregazioni generali giornaliere, aperte anche ai porporati non elettori, fissandone una alla mattina e una al pomeriggio, con l’intento di concentrare il confronto in cinque, sei giorni al massimo per aprire poi le porte della Cappella Sistina domenica 10 o lunedì 11. E intanto sale una candidatura su tutti. Il decano del Sacro collegio, Angelo Sodano, insieme al fidato Giovanni Battista Re è sempre più orientato a favorire l’ascesa a Pontefice del brasiliano Odilo Scherer, apprezzato anche dagli statunitensi. Accanto a lui, come segretario di Stato, un italiano della Curia: il nome di Piacenza potrebbe tornare alla ribalta in questa chiave. Sodano ha spedito le lettere di convocazione per la prima riunione cardinalizia. Ma è lo stesso direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, a dire ai giornalisti che dei 115 elettori non tutti sono arrivati a Roma e che solo domani «potremo avere il computo preciso dei presenti».

Un particolare non irrilevante, visto che la legislazione elettorale, così come modificata dal motu proprio Normas nonnullas di Benedetto XVI, dà sì la possibilità ai porporati di iniziare il conclave prima dei 15/20 giorni canonici dall’inizio delle sede vacante, ma gli elettori devono essere già tutti nella Città eterna e l’anticipo va deciso in congregazione generale. A maggioranza assoluta. E già si preannunciano tensioni.