Roma, 8 marzo 2013 - Un incrocio di volti di donne di tutte le nazionalità e di tutte le etnie tra cui compare - poco visibile, per la verità - la scritta Google: anche quest’anno il gigante di Mountain View ha dedicato un doodle alla Festa della donna che ricorre oggi, 8 marzo.

La Giornata internazionale della donna, questa la dicitura più corretta, è riconosciuta in America dal 1909: è stata istituita per ricordare la morte di una centinaio di operaie che all`inizio del 1900 persero la vita nel rogo di una fabbrica in America.
Negli Stati Uniti la prima celebrazione risale al 1909, in Italia al 1922.

L'APPELLO DI MALALA - In occasione dell’8 marzo, Malala Yousafzai, la giovane attivista sopravissuta a un attentato dei talebani lo scorso ottobre, ha esortato le donne a lottare per ottenere il rispetto dei loro diritti, riferisce il giornale ‘The News’ in una corrispondenza da Londra dove la ragazza vive con la sua famiglia dopo essere stata sottoposta a diverse operazioni chirurgiche.

In un video messaggio registrato nell’ospedale dove è ricoverata per un nuovo intervento, la coraggiosa quindicenne dice che "se vogliamo che ogni ragazza sia istruita e se vogliamo la pace in tutto il mondo, allora dobbiamo lottare per questo e rimanere uniti. Non dovremmo aspettare che qualcun altro lo faccia al posto nostro".

SOS SPOSE BAMBINE - Tra il 2011 e il 2020, 140 milioni di giovani donne nel mondo, 39 mila al giorno, diventeranno ‘child bride', spose bambine, andate all’altare prima del compimento dei 18 anni: la fotografia di una pratica che rimane una minaccia reale al rispetto dei diritti umani arriva dall’Unfpa, il Fondo dell’Onu sulla popolazione.
In occasione della 57/ma Commissione sullo status femminile e della festa della donna, al Palazzo di Vetro si discute dei danni fisici e psicologici a cui sono sottoposte queste spose bambine.

C’è anche Mereso Kiluso, una ragazza della Tanzania che ha meno di trent’anni e cinque figli. Anche lei è stata costretta a sposarsi troppo presto: a 14 anni, con un uomo che ne aveva 70. Porre fine a questa usanza è una delle battaglie per le quali le Nazioni Unite, attraverso le sue agenzie Un Women, Unicef e Unfpa, si stanno battendo da tempo.
Per le  Nazioni Unite, la pratica aumenta il rischio di violenze domestiche e abusi sessuali, oltre al fatto che le complicazioni legate alla gravidanza sono la principale causa di morte per le ragazzine di 15-19 anni.

OBAMA E I DIRITTI CIVILI - "Oggi è il giorno dei sopravvissuti alla violenza, di chi non deve più vivere con la paura di uscire di notte. O di subire abusi in casa propria, senza distinzioni, da qualunque paese tu venga, chiunque tu ami". Barack Obama rilancia la sua battaglia per i diritti civili promulgando una legge contro la violenza di genere, per la prima volta estesa anche ai cittadini omosessuali.

Il presidente americano loda il fatto che almeno contro la violenza il Congresso sia riuscito a votare un testo bipartisan. Ma sottolinea come per la prima volta nella storia vengono tutelate anche le vittime gay di atti violenti.

FESTIVAL A HERAT - Ma nello scoraggiante panorama della condizione delle donne nel mondo ci sono anche notizie positive: alla vigilia della festa della donna, a Herat, nel cuore del martoriato Afghanistan, s’è aperto il primo Festival del film delle donne. Alla manifestazione, una trentina di pellicole da una ventina di Paesi, tra cui l’Iran, l’India, il Canada, la Corea del sud e la Cina.

Aqeela Rezayee, attrice e regista, si augura che questa kermesse possa "aiutare le afghane a prendere coscienza dei loro diritti e ad avere un impatto positivo anche su chi commette violenze nei loro confronti".