Napoli, 15 marzo 2013 - Il deputato uscente del Pdl Nicola Cosentino si è costituito a Napoli, nel carcere di Secondigliano. A suo carico c’erano due ordinanze di custodia cautelare in carcere per presunte collusioni con i clan dei Casalesi.

Sono state notificate all’ex coordinatore del Pdl in Campania, Nicola Cosentino, le due ordinanze di custodia cautelare emesse dai gip Raffaele Piccirillo ed Egle Pilla il 9 novembre del 2009 e il 6 dicembre del 2011. A notificare l’atto all’interno del carcere di Secondigliano sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta.

L’ex sottosegretario deve rispondere dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, reimpiego di capitali illeciti e corruzione di impiegati del Comune di Casal di Principe. Il processo, scaturito dalla prima ordinanza firmata dal gip Piccirillo, è in corso da due anni davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, mentre il secondo processo, denominato ‘Il principe e la ballerina’, è appena iniziato e vede imputati oltre a Cosentino l’ex sindaco di Casal di Principe, Cipriano Cristiano, consiglieri comunali e imprenditori che avrebbero sostenuto il progetto della realizzazione del centro commerciale ‘Il Principe’, mai costruito.

Uno dei pm della prima inchiesta, Giuseppe Narducci, dopo un breve periodo di aspettativa dalla Magistratura richiesta per svolgere la funzione di assessore nella Giunta del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è ritornato in Magistratura ed è stato trasferito a Perugia.

 

Ma sono i tre i parlamentari campani uscenti destinatari di provvedimenti della magistratura napoletana.

 

NOTIFICATI A DE GREGORIO I DOMICILIARI - La guardia di finanza ha infatti notificato anche all'ex senatore del Pdl, Sergio De Gregorio, un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per la vicenda dei finanziamenti all'Avanti. L’ex onorevole ha eletto domicilio nella sua abitazione romana.

“Socialmente pericoloso per la natura dei reati commessi con modalità collaudate che hanno cagionato allo Stato un danno rilevante”. Con queste motivazioni la Cassazione, lo scorso 21 novembre, aveva difatto decretato la fine delle possibilità di annullamento della misura custodiale dei domiciliari per l’ex senatore Sergio De Gregorio. Proprio in virtù della decisione della Suprema Corte, l’ex onorevole e presidente della commissione Difesa ha ricevuto l’ordinanza ai domiciliari per “aver svolto un ruolo centrale nella truffa congegnata, a spese delle finanze pubbliche, al fine di ottenere 23 milioni di euro per il quotidiano ‘L’Avanti’ diretto da Valter Lavitola”, a sua volta detenuto.

Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori, emissioni e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, violazione della legge fallimentare. Secondo l’accusa De Gregorio ha avuto un ruolo centrale nella complessiva vicenda che ha visto l’erogazione di indebite e cospicue somme di contribuzioni pubbliche alla societa’ editrice del giornale ‘L’Avanti’, pur non ricorrendo i requisiti previsti dalla legge.

PRESTO NOTIFICATA ANCHE A NESPOLI - Due, invece, sono i provvedimenti a carico del Vincenzo Nespoli (Pdl), sindaco in carica di Afragola (Napoli), accusato di bancarotta e riciclaggio: si tratta di due ordinanze agli arresti domiciliari, una delle quali è stata modificata ieri in obbligo di dimora nel comune di Afragola. Per l’altro provvedimento, i suoi legali, avv. Pane e Pagliuca - a quanto si è appreso - avrebbero presentato un’istanza urgente per la revoca o l’attenuazione della misura al Gip Paola Scadona.

 L’ordinanza di custodia cautelare per Vincenzo Nespoli sarà notificata intorno alle 15 dai militari del Nucleo di polizia Tributaria di Napoli. L’ex onorevole del Pdl andrà ai domiciliari per il reato di riciclaggio mentre all’obbligo di dimora per il reato di bancarotta. L’indagine riguarda il fallimento della società di vigilanza privata ‘La Gazzella’ di Afragola, con un passivo di 25 milioni di euro, costituito prevalentemente da debiti verso l’Inps. Indagate altre sette persone tra cui l’amministratore della ‘Gazzella’. Nei loro confronti il giudice non aveva accolto la richiesta di provvedimento restrittivo, pur confermando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

L’ipotesi dei magistrati è che somme di denaro dell’azienda di vigilanza e altri introiti di provenienza illecita siano stati distratti per essere trasferiti in una società, la ‘Sean’, attiva nel settore immobiliare, che secondo gli inquirenti sarebbe controllata dai familiari di Nespoli.