Città del Vaticano, 16 marzo 2013 - Papa Francesco ha incontrato i giornalisti in Vaticano. E ha raccontato come è arrivato a scegliere il nome Francesco. Una scelta che è anche una chiara linea di azione, di come Papa Francesco vorrebbe la Chiesa. "Vorrei una Chiesa povera per i poveri".

Un racconto informale addirittura di quello che è avvenuto nel conclave quando i voti hanno cominciato ad affluire sul suo nome.

Davanti ai cinquemila giornalisti accreditati il Papa è stato profondo, ma al contempo simpatico e umile. In definitiva un grande comunicatore. "Molti si sono chiesti la storia del nome. Nell'elezione io avevo accanto a me l'arcivescovo  di San Paolo, un grande amico. Quando la cosa diveniva un po' pericolosa lui mi confortava e quando i voti sono saliti a due terzi ed è venuto l'appaluso consueto e lui mi ha abbracciato e baciato. "Non dimenticarti dei poveri. Quella parola è entrata qui nel mio cuore. I poveri, poi subito ho pensato a Francesco d'Assisi, ho pensato alle guerra mentre lo scrutinio proseguiva".

E ha proseguito: "Francesco è l'uomo della pace e così è venuto il nome nel mio cuore. Francesco d'Assisi, l'uomo della pace, della povertà, l'uomo che custodisce il creato. Vorrei una Chiesa povera e per i poveri. Poi alcuni hanno fatto diverse battute. Mi hanno detto Adriano perché bisogna riformare. Altri Clemente. Sono battute".

Il Pontefice in precedenza aveva parlato di questi giorni storici a partire dal "sorprendente annuncio del mio predecessore". Il Papa ha ringraziato i giornalisti: "Il ruolo dei media è cresciuto. E' indispensabile per raccontare la Storia. Vi ringrazio per il vostro qualificato servizio dei giorni scorsi. Avete lavorato eh? Grazie per chi ha saputo collocare questi eventi nella prospettiva più giusta, quella della fede. Gli avvenimenti eccelesiali rispondono a una logica che non appartiene alle logiche mondane e per questo non è facile raccontarli a un pubblico vasto e variegato. Cristo è il centro, non il successore di Pietro. Cristo è il riferimento fondamentale. Cristo guida la sua Chiesa. protagonista è lo Spirito Santo che ha ispirato la decisione di Benedetto VI per il bene della Chiesa. E ha guidato i cardinali nel conclave".

E ha sottolineato una vicinanza tra la missione dei giornalisti e la Chiesa. "Siamo chiamati tutti a comunicare questa triade esistenziale, verità, bontà e bellezza".

Alla fine del discorso, prima dei saluti, una standing ovation per questo Papa che sembra avere la capacità straordinaria di arrivare al cuore.

Tra i giornalisti e gli operatori dei media che hanno potuto stringere la mano a papa Francesco c'era anche un non vedente, Alessandro Forlani, della Rai, che si e' avvicinato al Pontefice insieme al suo cane-guida. Bergoglio, sempre molto sorridente, ha salutato il giornalista e si e' anche chinato ad accarezzare il cane.

E a testimonianza dell'attenzione del Pontefice, un altro dettaglio. Un altro gesto inusuale per un Papa. Alla fine del discorso ai giornalisti di tutto il mondo, e dopo il baciamano, il Pontefiche si è di nuovo rivolto alla platea per la benedizione, introducendo però una novità. "Vi avevo detto - ha iniziato Bergoglio - che vi avrei dato di cuore la mia benedizione. Dato che molti di voi non appartengono alla chiesa cattolica, altri non sono credenti, imparto di cuore questa benedizione in silenzio, a ciascuno di voi, rispettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio. Che Dio vi benedica".

di Luigi Manfredi