Città del Vaticano, 19 marzo 2013 - Sono stati circa 200mila i fedeli che hanno preso parte alla Messa di inizio pontificato di Papa Francesco in piazza San Pietro. Tra loro anche circa 150 delegazioni provenienti da ogni parte del mondo con tanti 'potenti' seduti in prima fila.

La delegazione italiana è composta da 16 persone. A capo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sono presenti, poi, i nuovi presidenti delle Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e il presidente del Consiglio, Mario Monti.

Tra i nomi che spiccano quello di Joe Biden, vice presidente Usa, arrivato domenica sera a bordo dell’Air force two in compagnia della sorella Valerie e della figlia Naomi. Ci sono poi Cristina Fernandez de Kirchner, presidente dell’Argentina, la cancelliere tedesca Angela Merkel, Dilma Rousseff, presidente del Brasile, Sebastian Pinera, capo di Stato del Cile, Enrique Pena Nieto, presidente messicano, Federico Franco, presidente del Paraguay, Laura Chinchilla, presidente del Costarica, e David Jonhston, governatore generale del Canada.

E ancora, l’Europa, rappresentata da Herman van Roumpoy, presidente del Consiglio Ue, e José Manuel Durao Barroso, capo della Commissione Ue. Per la Francia, invece, il primo ministro francese Jean Marc Ayrault, e dall’Irlanda il presidente Michael Higgins.

Non mancano, i rappresentanti delle case reali come Filippo e Letizia di Spagna, in compagnia del premier Mariano Rajoy, in rappresentanza della regina Elisabetta è presente il duca di Gloucester, il re Alberto e la regina Fabiola del Belgio. Tra gli ospiti più eleganti Charlene Wittstock, la consorte del principe Alberto di Monaco, in look ‘total black’ con un velo di pizzo sul capo.

Per la prima volta dal 1024, l’anno in cui la Chiesa ortodossa si separò da quella cattolica, è arrivato anche il Patriarca ecumenico della Chiesa ortodossa, che ha sede ad Istanbul, Bartolomeo I.

Discussa, poi, la presenza di Robert Mugabe, l'89enne presidente dello Zimbabwe, accusato di violenze e abusi e bandito dall’Ue con il divieto di ingresso se non per ‘obblighi religiosi’. Seduto a fianco a sua moglie, che indossa un eccentrico cappello verde acido, Mugabe è venuto già in Italia diverse volte: la prima, nel 2005, per i funerali di Giovanni Paolo II; poi tornò nel 2008 e nel 2009 per i vertici Fao, in piena crisi alimentare mondiale. La sua presenza suscitò polemiche, tanto che nel 2008 l’allora premier Silvio Berlusconi lo escluse dalla cena offerta ai vari capi di Stato e di Governo dall’Italia. Mugabe siede accanto alle delegazione europea.

Tra gli illustri assenti, invece, Justin Welby, nuovo primate anglicano. Al suo posto partecipa all’intronizzazione l’arcivescovo di York, John Sentamu. Sono 33 le delegazioni di Chiese e confessioni cristiane: tra queste 14 delle Chiese orientali, 10 delle Chiese occidentali, 3 di organizzazioni internazionali. Tra i tanti nomi il catholicos armeno di Echmiadzin, Karekin II, il metropolita Hilarion per il Patriarcato di Mosca e diversi altri.

La delegazione ebraica, invece, è composta da 16 membri, rappresentanti sia della Comunità ebraica di Roma, sia dei diversi comitati ebraici internazionali, il Gran rabbinato di Israele e cosi’ via. E poi delegazioni anche consistenti di musulmani, di buddisti, e anche alcuni rappresentanti sikh e giainisti.