Roma, 23 marzo 2013 - La Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, era gremita di gente, pronta a dare l'ultimo saluto al  capo della Polizia Antonio Manganelli, scomparso lo scorso 20 marzo. Centinana di persone si sono strette intorno alla famiglia, tra cui numerose alte cariche dello Stato. Alle 11 in punto, il corteo funebre è arrivato in piazza della Repubblica accolto dal silenzio e dalla commozione. Il feretro è stato portato a spalla da sei poliziotti accompagnato dalle note della Marcia funebre di Chopin e accolto da un picchetto d'onore della Polizia e delle altre forze dell'ordine, dietro di loro la moglie Adriana, e la figlia Emanuela.

LE ALTE CARICHE PRESENTI - Alla cerimonia hanno partecipato le più alte cariche dello Stato e tutti i vertici del dipartimento di PS. Ai funerali di Stato, presenti il presidente del Senato, Pietro Grasso, il presidente del Consiglio in carica Mario Monti, il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, che ieri ha ricevuto l’incarico per la formzione del nuovo governo, il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, della Giustizia Paola Severino, della Difesa, Giampaolo Di Paola.  Presenti alla cerimonia anche il segretario del Pdl Angelino Alfano, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Regione Nicola Zingaretti. Hanno preso parte anche i vertici delle forze dell'ordine e gli ex ministri dell’Interno, Roberto Maroni, Pisanu e Amato.

LE PAROLE DI DON CIOTTI - "Mi avete chiesto di aprire questo momento per dire ancora una volta ciao ad Antonio. Diciamolo ancora una volta ciao a un amico e non posso dimenticare che proprio poco tempo fa abbiamo camminato insieme, a braccetto, e non posso dimenticare, in quella passeggiata, la dignità nella gestione della sua malattia, i suoi sogni, la sua grande voglia di vivere". Così ha esordito il presidente di Libera, don Ciotti, che ha aperto i funerali dell'ex capo della Polizia. "Ho sentito in Antonio, ha aggiunto don Ciotti, la grande passione per il servizio per la polizia di Stato, la sua fedeltà alla storia del nostro Paese. "Ciao Antonio, ha continuato, uomo mite: il mite non è un debole perchè la mitezza è sinonimo di libertà e di autenticità. Hai avuto sempre coscienza della tua fragilità e dei tuoi limiti, che non è da tutti”. Don Ciotti ha poi sottolineato che "la prima dimensione della giustizia è sempre la prossimità e noi continueremo a camminare insieme a te, Antonio".

CARDINALE VALLINI - E' stato il cardinale Vallini, vicario generale del Papa a Roma, a celebrare le esequie. "La fiducia in Dio nell'affrontare la malattia, vissuta come una scuola per capire la sofferenza degli altri. Una bella testimonianza di cristiano impegnato nelle istituzioni", ha affermato nel corso dell'omelia.
"In questi giorni già molti hanno ripercorso la lunga carriera, ha aggiunto il porporato, dall'altare della basilica di Santa Maria degli Angeli, vissuta con sempre maggiori responsabilità. I ricordi dei colleghi e amici ne hanno esaltato le qualità e l'equilibrio e la promozione del senso dello stato e della vita democratica". Manganelli, ha aggiunto Vallini, è stato "guida autorevole della polizia di Stato", per i suoi uomini "esposti ai pericoli" della "patologia dei comportamenti umani".

IL RICORDO DELLA CANCELLIERI - "Antonio aveva un carattere solare, pronto all'amicizia, un uomo che amava la vita". Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ha ricordato così Manganelli, con la voce strozzata dalla commozione."Era un uomo saggio", ha aggiunto il ministro, "che lavorava per costruire e mai per distruggere, che voleva unire e non dividere, retto e prudente, innamorato della sua professione". "'Sbirro, lui amava definirsi", ricorda il ministro "ma Antonio era un leader vero, unanimemente riconosciuto. Testimone di serietà e responsabilità in un Paese che sembra aver perso il senso della testimonianza. A noi, aggiunge Cancellieri, non resta che un grande rimpianto e una profonda gratitudine".

IL RICORDO DI PIETRO GRASSO - "Antonio era un mito per gli uomini e per le donne della polizia di Stato, un mito, perché non si è mai visto un uomo così tanto forte e impavido con i potenti, quanto sensibile alle ragioni di quelli che erano spinti alla delinquenza dalla povertà", così  il presidente del Senato Pietro Grasso, ha voluto ricordare Manganelli. "E' caduto un seme, ha aggiunto Grasso, che farà germogliare una foresta, una generazione di poliziotti e di uomini che sapranno spendere la loro vita per il cambiamento del loro Paese". Antonio Manganelli, ha ripercorso ''il film delle nostre vite parallele', guardavamo la solitudine in faccia, ha aggiunto il presidente del Senato, e ci sentivamo uniti dallo spirito di servizio verso lo Stato''. "Ciao Antonio, siamo tutti pervasi da una grande nostalgia di te. Ciao amico, che resterai sempre nella nostra mente e nei nostri cuori", ha concluso il presidente del Senato.