Torino, 27 marzo 2013 - Sette condanne, tra i 10 mesi e un anno e tre mesi, sono state chieste oggi al Tribunale di Torino dal pm Giuseppe Ferrando per altrettanti esponenti del movimento No Tav per il reato di violenza a pubblico ufficiale. La vicenda giudiziaria riguarda i disordini all'autoporto di Susa del 9 febbraio 2010.

La pena più alta, un anno e tre mesi, è stata chiesta per Maurizio Mura, che secondo la ricostruzine dei filmati forniti dalla polizia scientifica colpì reiteratamente due poliziotti. Mura non si è mai presentato a processo e secondo i suoi legali non si trovava sul posto dei disordini.

Un anno è stato chiesto per Luca Abbà, l'attivista che un anno fa cadde da un traliccio dell'alta tensione nel corso di un'azione dimostrativa al cantiere della Maddalena, e che all'autoporto di Susa ebbe "un contatto fisico violento con la polizia", secondo l'accusa. Stessa richiesta per Andrea Bonadonna, che "brandì un bastone e si frappose minacciosamente tra manifestanti e polizia". Mentre per Fabrizio Belardinelli l'accusa ha chiesto 10 mesi di reclusione, perchè  "non brandiva bastoni". Dieci mesi anche Massimo Aghemo, che secondo l'accusa aveva un bastone in mano, ma si tenne defilato. Un anno e un mese è stato chiesto per Paolo Patanè che "brandì un bastone, inveendo contro la polizia".

Dieci mesi per Marco Bailone, che secondo la ricostruzione dei No Tav voleva attaccare un adesivo del movimento sul cofano di un mezzo delle forze dell'ordine, ma secondo il Pm "la sua ricostruzione dei fatti non torna". Il Pm ha chiesto invece l'assoluzione per insufficienza di prove per Stefano Milanesi, ex esponente di Prima Linea, esponendo "dubbi sul suo coinvolgimento nei fatti. "E' lì con gli altri, ha detto il Pm Ferrando, ma al momento degli scontri sta fumando una sigaretta e sembra in atteggiamento molto rilassato".

La manifestazione del 2010 che sfociò in scontri con le forze dell'ordine nei pressi dell'autoporto di Susa, che durarono meno di un minuto, fu "una sfida diretta, deliberata e programmata alla pubblica autorita'" ha detto il pm Ferrando, nel corso della sua requisitoria. All'epoca dei fatti, dopo un'assemblea del movimento, 350 persone si mossero in corteo (non autorizzato) verso la frazione San Giuliano, secondo i No Tav, per sensibilizzare la popolazione contro i sondaggi geognostici che avrebbero dovuto compiere delle trivelle, in vista della costruzione della Torino-Lione. Secondo l'accusa invece i No Tav puntavano proprio all'autoporto di Susa e alle trivelle. A sbarrare la strada ai manifestanti le forze dell'ordine, che partirono contro i manifestanti con una carica di alleggerimento, secondo gli attivisti del movimento immotivata.