Roma, 17 aprile 2013 - Annullamento dell'assoluzione di Alberto Stasi con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello. Questa la richiesta del Pg della Cassazione, Roberto Aniello, al termine della requisitoria sul caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nell’agosto del 2007 e il cui unico indagato è l'ex fidanzato.

Il rappresentante dell’accusa ha sottolineato che le diverse assoluzioni pronunciate nei confronti dell’imputato sono "colme di illogicità, lacune e contraddizioni". Nella requisitoria, durata circa un’ora e mezzo, Aniello ha sostenuto di fatto la colpevolezza di Stasi. Secondo il pg "l’autore dell’omicidio ben conosceva la vittima come pure la casa" e "non ci sono elementi che parlino di altre persone" all’infuori di Stasi "che potessero avere un movente per uccidere Chiara Poggi".

Di più, secondo la pubblica accusa di piazza Cavour, Alberto Stasi la mattina del 13 agosto sarebbe stato colto dal "panico" e sarebbe rientrato a casa Poggi "per controllare se Chiara era viva o morta". Ad allarmare il giovane sarebbe stata una telefonata con una risposta muta di ben 12 secondi attivata in realtà dal sistema automatico di allarme dell’abitazione, ma che avrebbe indotto Alberto Stasi a ritenere che la fidanzata fosse rinvenuta dopo un suo tentativo di omicidio.

LA DIFESA - "Durante i 6 anni del procedimento nessun giudice ha identificato gravi indizi di colpevolezza su Alberto Stasi", ha detto, dal canto suo, il difensore di Stasi, Angelo Giarda, nella sua arringa chiedendo che i ricorsi contro la sentenza d’assoluzione di secondo grado presentati dalla procura generale e dalle parti civili siano dichiarati inammissibili o infondati.

Secondo l’avvocato, quello che "non ha funzionato è lo sforzo investigativo disposto dall’ufficio del pubblico ministero, che si è ostinato su Stasi". "Io ho anche pensato che potesse essere un caso di premeditazione con dolo d’impeto, ma lo abbiamo provato? - si è chiesto il legale - Ed era solo Stasi l’unico destinatario di queste ipotesi?". Secondo il legale, inoltre, "gli indizi evocati dall’accusa non attengono mai alla prova diretta del fatto principale, ma a profili di contorno". "La mamma di Chiara Poggi ha ragione a chiedere giustizia ma non si può chiedere giustizia sulla testa di Alberto Stasi", ha aggiunto.

ATTESA PER LA SENTENZA - Con l’arringa della difesa di Alberto Stasi è terminata l’udienza in Cassazione per l’omicidio di Chiara Poggi. I giudici sono rientrati in Camera di Consiglio e il presidente della prima sezione penale Paolo Bardovagni ha chiarito che i tempi potrebbero essere lunghi e protrarsi fino a domani. Il dispositivo sarà comunque reso noto domattina.