Milano, 24 aprile 2013 - L’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito è stato arrestato -scrive l'Agi - nella sua casa genovese stamani alle 6. E’ stato immediatamente trasferito nel carcere di San Vittore. L’abitazioone è stata perquisita da militari della guardia di finanza. Lo riferiscono i suoi legali, Paolo Scovazzi e Sandro Vaccaro. Gli sono contestate l’associazione per delinquere e la truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano sui fondi della Lega Nord.

GLI AVVOCATI - "Siamo sorpresi per l’arresto di Francesco Belsito. Le esigenze cautelari sono inesistenti. Si è sempre messo a disposizione degli inquirenti ed è passato un anno e mezzo dai fatti". E’ il laconico commento dell’avvocato Paolo Scovazzi che insieme al collega Sandro Vaccaro difende Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega Nord, colpito stamani da ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano Gianfranco Criscione. Belsito dopo l’arresto e la perquisizione della sua abitazione avvenuti alle 6 di stamani si è recato nello studio dell’avvocato Scovazzi con gli inquirenti per sbrigare le pratiche burocratiche dell’arresto.

IL RIEPILOGO - Truffe da 8 milioni di euro - scrive l'Agi - sono contestate all’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito e all’imprenditore Stefano Bonet dal gip del tribunale di Milano Gianfranco Criscione che ha disposto stamani l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare dei due per un’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio (quest’ultimo reato contestato al solo Bonet). Oltre che per Belsito e Bonet è stata disposta la custodia cautelare in carcere anche per Romolo Girardelli e Stefano Lombardelli, entrambi residenti a Genova a cui sono contestati - scrive l'Agi -, a vario titolo, gli stessi reati.

I quattro "si associavano tra loro - si legge nell’ordinanza - allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti di appropriazione indebita, riciclaggio, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, costituendo un’organizzazione stabile". Belsito "quale tesoriere della Lega Nord e, dal febbraio 2010 al novembre 2011, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la semplificazione normativa, vice presidente del consiglio di amministrazione di Fincantieri spa (società controllata Stato), in grado di influenzare le decisioni di istituzioni e di grandi imprese pubbliche e private, quali ad esempio Siram spa, Fincantieri spa e Gnv, in forza del potere "politico" derivante dalle cariche rivestite". Bonet è considerato membro dell’associazione per delinquere "quale imprenditore a capo di una rete societaria (Po.la.re. Scarl, Marco Polo Technology srl, Fin.tecnoSrl e le altre) predisposta per la emissione di false fatture finalizzate alla costituzione di fondi neri, in modo da consentire l’altrui evasione fiscale e il conseguimento di erogazioni pubbliche, nonché dotato di società e relazioni bancarie all’estero in grado di occultare la provenienza delittuosa del denaro conseguito attraverso i reati dell’associazione". Girardelli e Lombardelli sono stati arrestati "quali soggetti - scrive il gip - in grado di agevolare e procurare la conclusione di affari con le imprese dai quali ricavare proventi illeciti, in virtù delle loro relazioni personali". Belsito e Bonet sarebbero stati i promotori dell’associazione per delinquere. La truffa sarebbe stata messa in atto da Belsito e Bonet con il concorso di personale della Siram facendo sì che questa beneficiasse di "agevolazioni riconosciute dallo Stato, sotto forma di credito d’imposta, per gli esercizi 2009 e 2010 per una somma complessiva di 8.059.300 euro". La truffa sarebbe stata perpetrata attraverso l’emissione di false fatture per investimenti nel campo della ricerca mai effettuati. "In partcolare - scrive il gip - Bonet Stefano, titolare effettivo della ditta Po.la.re. Scarl, Marco Polo Technology srl, Fin.tecno srl, riceveva da Siram pagamenti nel 2009 e 2010 per un importo di circa 18 milioni di euro, a fronte di fatture o in parte false.

SALVINI - "Hanno arrestato Belsito? Per fortuna è soltanto una pagina, una brutta pagina, di un passato che non ritornerà. Per fortuna, e grazie alle nostre migliaia di Militanti, la Lega ha cambiato, ha ripulito, è ripartita e sta lavorando, bene, nei quasi 1.000 Comuni che amministra, e nelle 3 principali Regioni del Nord". Lo scrive su facebook Matteo Salvini, segretario leghista in Lombardia, commentanto la notizia dell’arresto di Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega Nord, nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarita’ nei conti del Carroccio. "Chi ha sbagliato ha pagato o paghera’- sottolinea-, la Lega lavora per il Futuro! Anzi, alla faccia dei gufi, la Lega E’ il Futuro".

LO YATCH A RICCARDO BOSSI - Spunta anche uno "yacht del valore di 2,5 milioni di euro" acquistato da Riccardo Bossi, figlio di Umberto, nell’inchiesta milanese che stamani ha portato in carcere l’ex tesoriere della Lega, Belsito. Lo yacht, stando all’ordinanza del gip, sarebbe stato comprato con l’appropriazione indebita dei fondi del Carroccio. Nell’ordinanza del gip di Milano, Gianfranco Criscione, che ha firmato gli arresti richiesti dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano, si fa riferimento, infatti, a una nota di polizia giudiziaria del 3 ottobre scorso, dalla quale si evince che l’espulsione di Belsito dalla Lega "ha tutt’altro che interrotto il criminoso e criminogeno rapporto tra il medesimo Belsito e Girardelli, da ultimo incentrato sulle questioni relative a uno yacht". Si tratta di uno yacht "del valore di 2,5 milioni di euro, che Riccardo Bossi, figlio di Umberto Bossi, avrebbe a suo tempo acquistato avvalendosi di un prestanome grazie a un’ulteriore appropriazione indebita di Belsito". La stessa nota della Gdf, chiarisce il gip, "fa emergere pure che Belsito tuttora intrattiene poco trasparenti rapporti d’affari con un’esponente della Lega Nord di Chiavari, tale Dujany Sabrina". Il gip sottolinea, infine, per i quattro arrestati il "concreto e fortissimo pericolo di reiterazione dei reati".

LA PUNTUALIZZAZIONE DI FINCANTIERI - In una nota "Fincantieri, come già fatto, smentisce nella maniera più assoluta che Francesco Belsito, durante il suo mandato di consigliere della società prima e di vice presidente dopo, nella sua qualità possa aver esercitato interferenze indebite nell’attività aziendale". "Smentisce, inoltre, di aver avuto relazioni con altri soggetti o società i cui nomi sono emersi nell’inchiesta in corso" e "nel sottolineare che nè direttamente nè attraverso nessuno dei propri dipendenti è coinvolta in questa vicenda, ribadisce ancora una volta la linearità e trasparenza della propria gestione e si riserva il diritto di agire in tutte le sedi opportune a tutela della propria immagine".