Roma, 25 aprile 2013 - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto una corona di alloro ai piedi dell’Altare della patria per le celebrazioni del 25 aprile. Ad accompagnarlo i presidenti della Camera e del Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Presenti anche il premier Mario Monti, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Dopo l’inno nazionale, l’esibizione delle Frecce tricolori.

"CORAGGIO E FERMEZZA" - Napolitano, in seguito, si è recato al Museo di Via Tasso e qui ha invitato a seguire lo spirito che animò la Resistenza per affrontare anche l’attuale passaggio storico. "Sono giornate importanti e in tempo di crisi, venendo in un posto come questo e, in generale, in tutti i luoghi in cui è cominciata la Resistenza, abbiamo molto da imparare sul modo di affrontare i momenti cruciali: coraggio, fermezza e senso dell’unità che furono decisivi per vincere la battaglia della Resistenza", ha detto il Capo dello Stato parlando con i giornalisti.

FOTO - IL 25 APRILE: BOLOGNA, FIRENZE, MILANO, RAVENNA, REGGIO E., ANCONA, GROSSETO

GRILLO CRITICO - Particolamente critico, invece, Beppe Grillo, che sul suo blog scrive "Il 25 aprile è morto". Nel nuovo post sul suo sito, sotto una foto di Berlusconi e Napolitano a colloquio, il leader del Movimento 5 stelle commenta la scelta di Enrico Letta come premier incaricato di formare un governo parafrasando la canzone 'Dio è morto' di Francesco Guccini.

"Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del Bildeberg il 25 aprile è morto, nella grassa risata del piduista Berlusconi in Parlamento il 25 aprile è morto, nella distruzione dei nastri delle conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto - si legge sul blog -, nella dittatura dei partiti il 25 aprile è morto, nell’informazione corrotta il 25 aprile è morto, nel tradimento della Costituzione il 25 aprile è morto, nell’inciucio tra il pdl e il pdmenoelle il 25 aprile è morto, nella rielezione di Napolitano e il passaggio di fatto a una Repubblica presidenziale il 25 aprile è morto, nell’abbraccio tra Bersani e Alfano il 25 aprile è morto, nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è morto, nella resurrezione di Amato, il tesoriere di Bottino Craxi, il 25 aprile è morto, nei disoccupati, nelle fabbriche che chiudono, nei tagli alla Scuola e alla Sanità il 25 aprile è morto, nei riti ruffiani e falsi che oggi si celebrano in suo nome il 25 aprile è morto".

E ancora: "Nel grande saccheggio impunito del Monte dei Paschi di Siena il 25 aprile è morto, nel debito pubblico colossale dovuto agli sprechi e ai privilegi dei politici il 25 aprile è morto, nei piduisti che infestano il Parlamento e la nazione il 25 aprile è morto, nelle ingerenze straniere il 25 aprile è morto, nella perdita della nostra sovranità monetaria, politica, territoriale il 25 aprile è morto, nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è morto, nella Repubblica nelle mani di Berlusconi, 77 anni, e Napolitano, 88 anni, il 25 aprile è morto, nei processi mai celebrati allo 'statista' Berlusconi il 25 aprile è morto, nella trattativa Stato - mafia i cui responsabili non sono stati giudicati dopo vent’anni il 25 aprile è morto, nel milione e mezzo di giovani emigrati in questi anni per mancanza di lavoro il 25 aprile è morto, nell’indifferenza di troppi italiani che avranno presto un brusco risveglio il 25 aprile è morto. Oggi evitiamo di parlarne, di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere".

LA REPLICA DEI PARTIGIANI - Immediata la replica dei partigiani della Brigata Stella Rossa (che combatteva sull’Appennino bolognese intorno a Marzabotto), i quali si dicono feriti e offesi dalle frasi di Grillo. "Queste parole mi hanno fatto molto effetto, se c'è un mezzo morto quello è lui con i suoi che lo seguono. Grillo e i suoi devono capire che l’unica strada da seguire è quella della democrazia", ha detto Riccardo Lolli, 89 anni, il più vecchio della Brigata che, come ogni anno, ha trascorso il suo 25 Aprile al parco di Monte Sole di Marzabotto per raccontare ai giovani cosa è stata la Resistenza. Rincara la dose un altro reduce Franco Fontana. "La botte - ha detto - dà il vino che ha. Grillo non arriverà mai da nessuna parte perché i suoi sono solo voti di protesta. Per me, più che un pagliaccio è un dittatore, se qualcuno dei suoi sgarra lo caccia subito. Le parole che ha detto sul 25 Aprile mi hanno toccato nel vivo".

PD -  ''Usare strumentalmente il 25 aprile per tentare di dividere il Paese è un atto di vera e proprio Vilipendio alla Repubblica''. Cosi' il deputato del Pd Dario Ginefra che aggiunge: ''Grillo e tutti gli apprendisti grillini presenti sulla scena politica, a partire da quelli del Pd, dovrebbero solo vergognarsi''. ''Dopo gli ennesimi insulti di Grillo - questa volta al significato e al valore del 25 aprile - la corrente grillina del Pd pensa sempre e comunque che sia inevitabile e necessaria un'alleanza politica e di governo con il partito di Grillo e Casaleggio? Siamo curiosi di conoscere la risposta dai grillini Democratici'', afferma, in una nota, il dirigente Pd Giorgio Merlo.

SEL -  "Il 25 aprile è una bussola e finché ci saranno i nostalgilci di Adolf Hitler che si trovano ai raduni e finché c'è gente che investe culturalmente sull'intolleranza in Europa, bisogna continuare a celebrarlo". Lo ha detto il leader di Sel Nichi Vendola alla partenza del corteo per la celebrazione del 25 aprile, in corso Venezia. "La libertà non è una conquista che vale per sempre - ha sottolineato".

VIDEO -  PIETRO GRASSO A MARZABOTTO: "SERVE UN RICOSTITUENTE PER RIPARTIRE"

LETTA - In una pausa delle consultazioni il presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta, si è recato in visita al Sacrario delle Fosse Ardeatine. "Ho sentito il bisogno, la necessità - ha detto Letta - in una giornata come questa, di rendere omaggio alla memoria di quanti si sono battuti e sacrificati per la liberazione dell’Italia e per la democrazia".

RENZI - "La Resistenza non si resetta, la storia non si cancella, noi siamo qui per custodire la storia", ha detto invece Matteo Renzi, sindaco di Firenze, durante il suo intervento per le celebrazioni del 68° anniversario della Liberazione in Palazzo Vecchio. "Siamo in un periodo in cui vengono sbriciolate le appartenenze: dobbiamo cercare di tenere il più uniti possibili i valori della società", ha concluso il sindaco che, poi, ha cantando la canzone della resistenza 'Bella Ciao' ha partecipato al corteo per recarsi in piazza dell'Unità e depositare le corone di fiori.

BOLDRINI - Anche la presidente della Camera Laura Boldrini ha cantato 'Bella Ciao' prendendo parte, nel pomeriggio, al corteo di Milano (GUARDA LE FOTO). "C'è tanta Italia in piazza - ha fatto notare -. L’Italia non può perdere speranza, ce la deve fare".

BAGNASCO - Un collegamento tra il passato e il presente è stato fatto anche dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova. Il 25 aprile "ci riporta alla memoria valori che non devono essere mai trascurati, nonostante le difficoltà del tempo presente: la collaborazione, l’unità nazionale a tutti i livelli e in tutti i modi per superare punti di vista che possono essere diversi ma che non devono essere motivo di contrasto insanabile perché al di sopra di tutto c’è il bene della Nazione e della gente che, come ho detto tante volte, è stremata dalla situazione economica, dalla mancanza di lavoro e che rischia di scivolare sempre di più nella sfiducia", ha detto a margine di una celebrazione a Genova Sampierdarena.