Roma, 9 maggio 2013 - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto una corona di fiori, in via Caetani, sotto la lapide di Aldo Moro, lo statista democristiano rapito e ucciso dalle Brigate Rosse 35 anni fa.

Insieme al capo dello Stato ci sono il premier Enrico Letta, il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Camera Laura Boldrini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Presente anche il presidente della Regione Lazio Nicola ZingarettiPierluigi Castagnetti dei Popolari, il Ministro della Difesa, Mario Mauro.

Napolitano ha inoltre inviato un cuscino di fiori deposto dal Consigliere per gli Affari Giuridici e le Relazioni Costituzionali, Giancarlo Montedoro, sulla tomba di Moro a Torrita Tiberina.

COLLOQUIO NAPOLITANO-LETTA - Giorgio Napolitano ed Enrico Letta si sono fermati a parlare in un faccia a faccia a margine delle cerimonie per la commemorazione di Aldo Moro. I due si sono intrattenuti per diversi minuti. Non è chiaro quale sia stato l’oggetto della conversazione.

CELEBRAZIONI IN PARLAMENTO - Aula del Senato piena, questa mattina, per la cerimonia con cui si ricordano le vittime del terrorismo. Con Napolitano che difende i luoghi  della politica sottolineando il pericolo di certe “esternazioni” (altro termine appartenente al lessico della politica con chiara accezione negativa), perche’ se c’e’ una cosa che abbiamo imparato negli Anni di Piombo, e’ che’ “la violenza va fermata prima che si trasformi in eversione”.

“Abbiamo voluto che si celebrasse nelle altre sedi istituzionali” dopo anni in cui era il Quirinale ad ospitarla, spiega il Capo dello Stato. Pietro Grasso ha appena chiesto che si faccia piena luce su tutti gli atti di violenza che non hanno ancora un colpevole. “Il ricordo non basta: e’ necessario accompagnarlo alla volonta’ esplicita di conoscere tutte le verita’, anche quelle rimaste nascoste e di capire perche’ non sia stato possibile fare completa luce sulle stragi”, spiega.

Napolitano sembra seguirlo in questa richiesta, ed aggiunge che anche i fratelli Mattei, vittime del rogo di Primavalle del 1973, hanno pieno diritto ad essere considerati vittime di una strage di terrorismo. “Senza nessuna parzialita’ o ghettizzazioni” per il fatto che fossero esponenti della destra, mette in chiaro.