Roma, 14 maggio 2013  - La mastectomia preventiva per evitare il tumore al seno in alcune mutazioni che rendono le persone più predisposte al cancro è una scelta estrema, non obbligata. E’ il parere degli esperti, nel commentare l’annuncio dell’attrice Angelina Jolie, che si è fatta asportare entrambi i seni. Secondo il dottor Egidio Riggio, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e microchirurgia presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, “Per le donne a rischio ereditario, la chirurgia preventiva non deve rappresentare una scelta obbligata ma va serenamente ponderata rispetto alla decisione di eseguire per tutta la durata della vita, uno stretto monitoraggio strumentale degli organi a rischio”.

“E’ doveroso precisare - sottolinea Riggio - che il percorso che conduce ad un intervento profilattico al seno è basato su indagini genetiche e test ematici, e non solo sulla storia familiare di una madre o di una sorella con carcinoma mammario. Non deve essere mai una scelta emotiva della donna coinvolta. Le donne ad alto rischio, genetico, di cancro al seno rappresentano una minima parte della popolazione, una su 200, e non più del 5-10% di tutte le donne affette da tumore, lo sono. In questi casi - precisa Riggio - si parla di tumori “ereditari” ed il rischio interessa la mammella e l’ovaio. Pertanto le donne nella situazione della Jolie devono affrontare anche un’annessiectomia, ovvero l’asportazione delle ovaie”.

Dello stesso parere il Prof. Riccardo Masetti, Direttore del Centro di Senologia del Policlinico Gemelli di Roma e Presidente della Komen Italia (l’associazione che da venerdì a domenica sarà impegnata a Roma nella manifestazione “Race for the Cure” a sostegno della lotta ai tumori del seno). “La scelta che ha fatto Angelina Jolie è pienamente motivata, ma va detto subito che non è obbligatoria. Casi come il suo riguardano infatti meno del 10% delle pazienti che affrontano un tumore del seno. Si tratta di quelle donne che hanno una forte familiarità e che, sottoponendosi a un test genetico, scoprono di avere delle mutazioni al gene BRCA1 o BRCA2. Quando si riscontrano queste anomali in questi geni, il rischio di sviluppo di un tumore del seno aumenta fino all’80%”. Tuttavia, anche in questi rari casi, la mastectomia preventiva non è una scelta obbligata.

“Le strade possibili, in presenza di test genetici che riscontrano mutazioni dei geni BRCA1 o BRCA2, sono due”, spiega l’esperto. “Si può decidere di sottoporre la paziente a controlli molto scrupolosi e ravvicinati, oppure di ridurre drasticamente il rischio come ha fatto Angelina Jolie, asportando i seni e ricostruendoli. Ma si tratta di una scelta delicatissima, per niente facile, sia perché si tratta di un intervento invasivo sia perché i seni ricostruiti con protesi non saranno mai come i seni naturali. Nemmeno se si occupasse dell’intervento il miglior chirurgo plastico”.

Per chi non rientra nella casistica di Angelina Jolie, invece, ci sono norme precise per la prevenzione: “Innanzi tutto informarsi con i propri familiari su eventuali vicende cliniche della propria famiglia e chiedere al proprio medico quali sono i fattori di rischio per il tumore del seno. Inoltre, consiglio di fare una mammografia ogni anno dai 40 anni in poi, se il fattore di rischio è medio. Una visita clinica del seno almeno una volta ogni tre anni, dai 20 ai 40 anni, ed una ogni anno dopo i 40. Se il rischio è più elevato, coinvolgere il proprio medico chiedendogli quali test di screening siano i più adatti al proprio caso. Poi ci sono delle regole di condotta generali che sono: mantenere il proprio peso forma, includere l’esercizio fisico alla routine quotidiana, limitare il consumo di alcool, limitare l’assunzione di ormoni dopo la menopausa, allattare al seno se possibile”.