Roma, 16 maggio 2013 - Il dato è davvero impressionante, incomprensibile: 10% delle donne malate di tumore della mammella perde il lavoro, per licenziamento, dimissioni o altre cause, e molte altre hanno problemi professionali. Ad affermarlo è un’indagine Censis presentata oggi al Senato dalla Favo, la Federazione delle associazioni di volontariato, in occasione della giornata del malato oncologico.

In particolare, in seguito all’insorgenza della patologia il 3,4% delle pazienti con tumore alla mammella è stato licenziato senza troppi complimenti, mentre il 6,2% dice di aver dovuto dare le dimissioni, cessare l’attività commerciale, professionale o artigianale.

Oltre il 42% è stato costretto a fare assenze associate alla patologia ed alla cura (32,1% tra gli altri malati), il 33,1% rileva che si è ridotto il suo rendimento suo malgrado, il 16% circa ha dovuto mettere da parte propositi di carriera (il 6,2% tra gli altri) e quasi il 12% ha dovuto chiedere il part-time o altre modalità di lavoro flessibile o di riduzione dell’orario (rispetto al 4,3% degli altri pazienti).

Sul fronte delle terapie per i pazienti con questo tumore i numeri sono nel complesso positivi: "Forte il rapporto con l’oncologo (l’83,6% dei pazienti ha un proprio oncologo di riferimento) - si legge nel rapporto - e buono il grado di informazione dei pazienti sui farmaci antitumorali con i quali è stato curato o con cui viene attualmente curato (indicato dall’86,8%).