Genova, 22 maggio 2013 -  Don Andrea Gallo, 84 anni, è morto. Lo ha reso noto a Genova il portavoce della Comunità di San Benedetto al Porto, Domenico Chionetti. Si è spento nel suo letto della Comunità da lui fondata assistito da tutta la ‘’grande famiglia’’ di San benedetto al porto. A vegliarlo, tra gli atri, anche i nipoti Paolo e Vittorio. ‘’Il suo cuore ha cessato di battere alle 17:45 - ha detto Chionetti -. Siamo tutti con il cuore gonfio di tristezza’’.

Tantissimi i messaggi d'amore dopo la notizia del decesso:

NAPOLITANO - “Ho appreso con tristezza e rammarico la notizia della scomparsa di Don Andrea Gallo, sacerdote amato per la sua forza spirituale e il suo impegno sui temi della povertà, dell’emarginazione e dell’esclusione sociale”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato alla Comunità di San Benedetto al Porto. Con sentimenti di sincera partecipazione, esprimo ai familiari, alla comunità di San Benedetto al Porto, alla diocesi e alla città di Genova, il mio sentito cordoglio”, ha aggiunto.

BAGNASCO - “Don Andrea Gallo, sono andato a trovarlo alcuni giorni fa in canonica, era stato dimesso dall’ospedale ed era in piedi, abbiamo preso il caffè e pregato insieme un Ave Maria e gli ho dato la benedizione”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco ai giornalisti, a margine dei lavori della Cei. “Era consapevole - ha raccontato l’arcivescovo di Genova - della sua situazione di salute ma molto sereno. Poi la situazione è precipitata fino alla conclusione di oggi”.

DON CIOTTI - “Don Andrea Gallo ha rappresentato, anzi incarnato, la Chiesa che non dimentica la dottrina, ma non permette che diventi piu’ importante dell’attenzione per gli indifesi, per i fragili, per i dimenticati. Mi piace ricordarlo cosi’: come un prete che ha dato un nome a chi non lo aveva o se lo era visto negare”. Ad affermarlo èdon Luigi Ciotti, Presidente Libera e Gruppo Abele. “Il suo dare un nome alle persone nelle strade, nelle carceri, nei luoghi dei bisogni e della fatica - ricorda - e’ andato di pari passo con un chiamare per nome le cose. Andrea non è mai stato reticente, diplomatico, opportunista”.

GRILLO - "Se ne vanno i migliori come don Gallo, un uomo libero e un uomo che era un combattente. Non vorrei essere nei panni di Dio quando arriverà lassù ogni suo sigaro puzzolente’’. Lo ha detto, in un incontro elettorale a Imola, Beppe Grillo, ricordando così il prete genovese, di cui era amico, scomparso oggi.
‘’Sentire le sue messe era meraviglioso: se ne vanno queste persone qui e rimangono quegli altri e non si sa nemmeno il perché", ha aggiunto alludendo alla classe politica, concedendosi poi una battuta: ‘’Andreotti, ad esempio, lo avranno seppellito o insabbiato?’’.

JOVANOTTI - “Ciao Don Andrea Gallo ci mancherai amico”. Lo scrive su twitter Lorenzo Jovanotti.

VENDOLA - “Don Andrea Gallo, bambino di Dio, compagno di viaggio, padre, fratello,amico, ci sarai sempre nei nostri cuori, nelle nostre lotte , nelle nostre utopie”.
Lo scrive su twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà.

PISAPIA - “Oggi è un giorno molto triste, il giorno in cui ho perso un caro amico. Don Andrea Gallo è stato per me un ottimo compagno di tanti viaggi nella vita sociale e culturale del Paese. Una persona su cui ho potuto contare sempre. Un prete che ha saputo parlare ai giovani senza tabù, con estrema semplicità, andando a scavare a fondo nei problemi di questa generazione. Don Gallo mi disse che da Milano sarebbe partito il treno dei diritti. E’ stato proprio così e sono felice che almeno in parte abbia potuto constatare di aver visto giusto, di aver saputo guardare lontano, oltre, come solo lui era capace, senza fermarsi alla superficie. Mi mancherà lui, mi mancheranno i suoi occhi birichini, mi mancheranno le sue battute. Quello di cui però sono orgoglioso è che potrò portare con me i suoi preziosi insegnamenti”. Lo ha detto il Sindaco Giuliano Pisapia.

KYENGE - “Perdiamo una voce indipendente e preziosa, un uomo che con il suo operato ha sempre messo al centro le persone insegnando con azioni dirette, che non esistono emarginati o ultimi ma che la nostra societa’ deve fondarsi sul coraggio delle parole e sull’ascolto reciproco: una tensione verso l’altro che deve essere tradotta in atti di concreta vicinanza”. Così la ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge. “Parafrasando le parole di Don Gallo- ha proseguito Kyenge- la cosa piu’ importante e’ che tutti noi si agisca perché i poveri abbiano parola”.

FAZIO - ”Nella pietà che non cede al rancore, Andrea ci ha insegnato l’amore. Il sorriso di don Gallo rimarrà con noi”. Così, su Twitter, citando Fabrizio De André, il comico televisivo Fabio Fazio.

GINO PAOLI - “Don Andrea per me è stata una fortuna. E’ stato uno che davvero ha vissuto per gli altri. E gli altri erano la sua vita. Un grande”: così Gino Paoli ricorda l’amico don Andrea Gallo, con il quale ha avuto modo recentemente di girare per i vicoli di Genova un docu-film uscito in molte sale italiane. Titolo: ‘’Tutta colpa del paradiso”. “Girare per i vicoli con lui e’ stato uno spasso. Non c’era una puttana, un trans o un drogato che non lo conoscesse e, a suo modo, non lo adorasse”.

BERSANI - “Con la scomparsa di Don Gallo perdiamo un uomo che ha vissuto la missione pastorale come condivisione di una radicale umanita’. Una vita trascorsa accanto agli ultimi. Con la stessa passione, e’ stato testimone e difensore dei valori della Costituzione per la quale lui stesso si e’ battuto. Un protagonista della democrazia, un riferimento morale non solo per Genova ma per l’Italia intera”. Con questo parole Pier Luigi Bersani ha ricordato Don Andrea Gallo.

LA VITA DEL PRETE DI STRADA - Genova è in lutto per la scomparsa di Don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al porto, ‘prete di strada’ da sempre al fianco dei più deboli, degli emarginati, degli ‘ultimi’. Nato a Genova il 18 luglio del 1928, il giovane Andrea inizia il noviziato nel 1948 con i salesiani, a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile, ma la dittatura lo costringe a tornare in Italia l’anno successivo. Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959.

Nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, riformatorio per minori, cerca di introdurre un metodo educativo basato sulla fiducia e sulla liberta’, lontano dalla repressione fino ad allora persequita. Tre anni dopo i superiori salesiani lo rimuovono dall’incarico, senza fornirgli spiegazioni. Nel 1964 Don Andrea lascia la congregazione, chiedendo di entrare nella diocesi genovese. Viene nominato vice parroco alla chiesa del Carmine, nel centro storico di Genova, dove rimane fino al 1970, anno in cui viene ‘trasferito’ per ordine del Cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo della citta’. Per Don Gallo non si tratta di un semplice avvicendamento tra parroci: la sua predicazione irrita una parte di fedeli e preoccupa i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perché, si dice, i suoi contenuti ‘non sono religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti’. Don Gallo obbedisce ma l’allontanamento materialmente dalla parrocchia non significa per lui abbandonare quell’impegno che aveva provocato l’atteggiamento repressivo nei suoi confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarieta’, sono una decisa riaffermazione di fedelta’ ai suoi ideali ed alla sua battaglia per dare voce ai piu’ poveri e agli emarginati.

Qualche tempo dopo viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, e insieme ad un piccolo gruppo, nel 1975 avvia l’attività della Comunità di S. Benedetto al Porto. L’associazione Comunità San Benedetto al Porto verrà costituita con atto notarile il 2 marzo del 1983.