Messina, 28 maggio 2013 - Messina, 28 magio 2013 - Hanno abusato dei nipoti, che gli erano stati affidati dopo la morte della madre. Con questa accusa una coppia di Messina è stata arrestata dalla polizia, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Messina, Maria Giovanna Vermiglio, su richiesta del sostituto procuratore, Liliana Todaro. Gli inquirenti hanno ricostruito una terribile storia di violenza e degrado che ha come vittime due fratelli, un maschio e una femmina, costretti quando avevano 9 e 8 anni a subire abusi in famiglia. Oltre ai nonni, di 65 e 50 anni, è finito in manette anche un amico di famiglia 30enne.

I piccoli erano stati affidati ai nonni materni dopo la morte della madre, in quanto il padre aveva problemi di tossicodipendenza. Ma i nonni, secondo gli investigatori, hanno abusato di loro costringedoli con le minacce a subire e praticare atti sessuali. Inoltre li avrebbero ‘venduti’ ad altre persone non identificate. Per denaro, infatti, li picchiavano e li costringevano a rapporti completi anche di gruppo. I bimbi sono rimasti con i nonni fino all’agosto del 2009, quando i giudici del tribunale per i minorenni, esaminati gli atti e le relazioni degli assistenti dei servizi sociali e preso atto delle carenze nell’educazione e nella cura dei nipoti, ne hanno disposto l’allontanamento e l’inserimento in comunità.

Proprio in comunità è stato possibile scoprire le violenze che avevano subito. I due bambini, oltre presentare carenze nell’aspetto e nella cura di se stessi, assumevano atteggiamenti particolarmente indicativi di un disagio psicologico. In particolare, i due ragazzini manifestavano particolare inquietudine, assumendo atteggiamenti erotizzanti l’uno nei confronti dell’altro. A poco a poco, sentendosi al sicuro, i fratelli si sono confidati con le responsabili del centro, riferendo loro di essere stati sottoposti dai nonni a continue sofferenze fisiche e morali e abusi di natura sessuale. Racconto confermato dalle indagini che hanno anche identificato il 30enne che frequentava dell’abitazione dei nonni e che, con la loro compiacenza e partecipazione attiva, abusava dei minori.