Roma, 12 giugno 2013 - Procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità nei confronti del procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo. Ad avviarla è stata la prima Commissione del Csm al capo della Procura siciliana una debole gestione dell’ufficio senza la necessaria indipendenza. Tra le contestazioni ci sarebbe quella di rapporti privilegiati con Antonio Ingroia che lo avrebbe condizionato nelle sue decisioni. Una situazione che avrebbe determinato spaccature e incomprensioni nella Procura di Palermo.

Al procuratore di Palermo viene anche contestato un utilizzo non continuo dello strumento dell’astensione rispetto ad alcune inchieste, come quelle che hanno riguardato il cognato e il fratello dello stesso Messineo. La Commissione ha formulato le sue accuse dopo che nei mesi scorsi aveva ascoltato numerosi magistrati della Procura di Palermo. Dalle loro testimonianze sarebbe emerso anche un clima molto pesante all’interno della Procura di Palermo legato all’inchiesta sulla trattativa tra Stato e Mafia.

Sempre basandosi sulle audizioni dei magistrati il Csm fa ulteriori rilievi. In particolare parla di un "difetto di coordinamento" all’interno della Procura, la cui "conseguenza" - si legge in uno dei passaggi del documento - sarebbe stata "la mancata cattura del latitante Matteo Messina Denaro".

La decisione di avviare la procedura di trasferimento per Messineo è stata presa in Commissione a larga maggioranza, con la sola astensione del laico del Pdl, Nicolò Zanon. Messineo è stato convocato a Palazzo dei Marescialli per il 2 luglio prossimo, quando potrà difendersi davanti alla Commissione. Quest’ultima, dunque, conclusa la sua istruttoria, potrà poi decidere se archiviare la pratica oppure proporre al plenum il trasferimento del capo della Procura di Palermo.

Intanto è stata archiviata l’indagine per violazione del segreto istruttorio aperta lo scorso gennaio dalla Procura di Caltanissetta nei confronti del procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo. A decidere l’archiviazione è stato il gip di Caltanissetta, accogliendo la richiesta della stessa procura nissena.