Roma, 2 luglio 2013 - Un plagio e, soprattutto, inefficace. La prestigiosa rivista Nature stronca senza mezzi termini il metodo Stamina, basato - a suo dire - su dati errati ricalcando una ricerca pubblicata nel 2003 dal gruppo ucraino coordinato da Elena Schegelskaya, dell’università Kharkov.

In un articolo la rivista sostiene che le immagini utilizzate nella domanda di brevetto presentata nel 2010 negli Stati Uniti da Davide Vannoni, e rigettata, sono anzitutto duplicati di altri paper. Un’immagine in particolare, quella più importante nella richiesta di brevetto, che raffigura apparentemente due neuroni ottenuti da cellule staminali prelevate dal midollo osseo non è originale, ma frutto di un plagio.

Nature definisce Vannoni "uno psicologo trasformato in imprenditore medico" e rileva come abbia avuto un grande seguito in Italia al punto da chiedere al ministero della Salute una sperimentazione clinica del metodo Stamina, per la quale è previsto un finanziamento di 3 milioni di euro. La rivista ripercorre poi la storia della richiesta del brevetto, presentata nel 2010 negli Stati Uniti e rileva che i dati sui quali si basava "erano stati duplicati da articoli pubblicati in precedenza e non attinenti".

Lo scorso anno, ricorda Nature, l’ufficio brevetti statunitense ha emesso una ‘prebocciatura’ della richiesta, che poteva essere ripresentata con nuovi dati, ma a quanto risulta Vannoni non lo ha mai fatto. "Non sono meravigliato - commenta alla rivista Luca Pani, direttore generale dell’Aifa - sapevo che non esisteva un metodo scientifico codificato".

LA REPLICA DI VANNONI - "Non vedo niente di nuovo in quello che scrive Nature, mentre sono davvero stupito dal commento di Pani dell’Aifa perché è nella commissione scientifica che deve sperimentare il metodo Stamina e questo è un fattore che il ministro deve prendere in seria considerazione", commenta invece Vannoni.

"Abbiamo sempre dichiarato che la radice del metodo Stamina è dei russi e questo è citato anche nella bibliografia della domanda di brevetto. Peraltro i russi hanno insegnato e lavorato con noi in Italia. Piuttosto e’ stato molto utile leggere le dichiarazioni di Pani per capire le sue reali intenzioni, perché critica la sperimentazione e questo non fa onore all’Italia e all’Aifa".

LA TERAPIA - La terapia prevede di estrarre cellule staminali mesenchimali dal midollo osseo del paziente, manipolarle in vitro e iniettarle di nuovo nel paziente. Secondo il suo ideatore la cura è in grado di curare malattie neurodegenerative, ma anche tumori, sla e sclerosi multipla.