Lampedusa, 9 luglio  2013 - Papa Francesco in visita a Lampedusa per ‘abbracciare’ i migranti e chiedere perdono per questa "strage di innocenti". Un viaggio a sorpresa nella terra più a sud del continente, ribattezzata ‘la Porta d’Europa’, che ha accolto negli anni migliaia di disperati.

L'OMAGGIO ALLE VITTIME DEI NAUFRAGI - Il primo viaggio apostolico di Bergoglio è iniziato a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica militare, decollato poco prima delle 8 dall’aeroporto militare di Ciampino. All’arrivo nell’isola delle Pelagie è stato accolto dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, e dal sindaco Giusi Nicolini.

Il pontefice ha poi raggiunto Cala Pisana, dove si è imbarcato su una motovedetta della Guarda Costiera per andare a gettare una corona di fiori in mare in ricordo di tutti i migranti morti nel Mediterraneo (VIDEO). Prima, però, si è raccolto in preghiera per alcuni minuti. L'imbarcazione di Papa Francesco è stata accompagnata da un corteo di barche di pescatori.

L'INCONTRO CON I MIGRANTI - Poi, a Punta Favaloro, Bergoglio ha incontrato 50 immigrati, molti dei quali musulmani, giunti sull'isola nei giorni scorsi e ospitati nel centro di accoglienza. Il gruppo ha intonato un canto e il Papa li ha salutati uno per uno, stringendo mani e abbracciandoli. "Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Prego per voi, anche per quelli che non sono qui", ha detto Francesco.

"Per arrivare qui abbiamo superato tanti ostacoli, siamo stati rapiti dai vari trafficanti, abbiamo sofferto moltissimo", ha raccontato un giovane immigrato in dialetto arabo rivolto al pontefice. "Siamo fuggiti dal nostro paese per motivi politici ed economici. Siamo costretti a rimanere in Italia, ma vorremmo che altri Paesi europei ci accogliessero". "Vorremmo aiuto dal nostro Santo Padre, vorremmo che altri paesi ci aiutassero", ha concluso.

MESSA AL CAMPO SPORTIVO - Il Papa, quindi, è salito su una campagnola scoperta per dirigersi al campo sportivo di Lampedusa dove ha celebrato la messa davanti a 10mila persone. Nella messa, Bergoglio ha rivolto un pensiero "ai cari immigrati musulmani che stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali". "La Chiesa vi è vicina - ha aggiunto - nella ricerca di una vita piu’ dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi, ‘O ‘scia’".

"MAI PIU' MORTI" - "Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali", ha detto il Papa all’inizio dell’omelia. "Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta - ha proseguito -, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza". E allora "ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare - ha aggiunto -, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore".

Il Papa ha sottolineato che la "cultura del benessere" ci rende "insensibili alle grida degli altri", ci fa vivere "in bolle di sapone", in una situazione "che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!" (VIDEO).

Partendo dalle domande bibliche "Adamo, dove sei?" e "Caino, dov’è tuo fratello", Bergoglio, con riferimento ai naufragi dei migranti, ha detto a Lampedusa che "queste due domande di Dio risuonano anche oggi, con tutta la loro forza!". "Tanti di noi, mi includo anch’io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo", e "non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri". E’ così, secondo il Santo Padre, che "si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito".

Di fronte alle morti in mare, ha detto il Papa, "domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, anche in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi come questo. ‘Chi ha pianto?’".

"LAMPEDUSA FARO PER IL MONDO" - Il Papa ha voluto ringraziare i lampedusani "per l’esempio di amore e di carità, per l’esempio di accoglienza che ci avete dato, che ci state dando e ancora ci date". "Il vescovo - ha proseguito - ci ha detto che quest’Isola è un faro. Ecco, che questo esempio sia un faro per tutto il mondo perché abbiano coraggio di accogliere quelli che cercano una vita migliore". "Grazie - ha detto ancora Francesco alla gente dell'isola - per la vostra testimonianza e per la vostra tenerezza. Don Stefano mi raccontava sulla nave quello che lui e suo viceparroco fanno".

Al termine della messa Papa Francesco ha affidato alla Vergine "uomini donne e bambini costretti a fuggire per cercare un futuro" affinché siano salvaguardati da "nuove e piu’ pesanti schiavitù e umiliazioni". E ha pregato per "tutti noi, prigionieri delle nostre paure, che siamo distratti" e per la "conversione del cuore di quanti generano guerra odio e povertà, sfruttano i fratelli fanno indegno commercio delle loro fragilità".

IL TWEET - "Preghiamo per avere un cuore che abbracci gli immigrati. Dio ci giudicherà in base a come abbiamo trattato i piu’ bisognosi", ha scritto Papa Francesco in un messaggi su Twitter.

L'ULTIMA TAPPA - Infine il Papa ha fatto una visita privata nella chiesa di San Gerlando, per rendere omaggio alla comunità parrocchiale dell’isola. Quindi alle 13.15 è risalito sull'aereo per tornare a Roma.

NUOVO SBARCO - E, questa mattina, è arrivato sull'isola un altro barcone carico di migranti. A bordo 165 persone, tra cui quattro donne, che hanno dichiarato di provenire dal Mali (FOTO).

LE PAROLE DELLA PRESIDENTE DELLA CAMERA BOLDRINI - "Grande emozione" per la visita di Papa Francesco a Lampedusa, "specialmente quando ha gettato una corona di fiori in mare, un gesto alto che ha restituito dignità ai morti e a chi non è riuscito ad arrivare a terra". Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, ai microfoni del Tg La7. Il fenomeno delle migrazioni "ha bisogno di essere compreso, al di là della dimensione della sicurezza. Spero che il suo gesto faccia pensare tutti coloro che hanno voluto non vedere l'umanità e si sono limitati alla contabilità degli arrivi, ai numeri. Ho lavorato tanto tempo a Lampedusa, ho visto tante persone baciare la terra e ringraziare Dio di avercela fatta. Papa Francesco sa cosa significa doversene andare via dal proprio paese: è figlio di emigrati, lo ha visto con la dittatura, quando migliaia di persone hanno lasciato l'Argentina, e lo ha visto ancora durante gli anni della crisi economica. E' un Papa che conosce il fenomeno e sa che esso deve essere compreso al di là della sicurezza".

LE PAROLE DEL MINISTRO KYENGE - Il messaggio del Papa a Lampedusa tra i migranti "deve scuotere le coscienze di ognuno di noi, di chiunque sia all'interno delle istituzioni, anche la sottoscritta. Dobbiamo cominciare a rivedere le nostre posizioni, cambiare approccio rispetto al fenomeno migratorio". Lo ha detto il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge, ai microfoni del Tg1, aggiungendo: "La politica deve sapere affrontare l'immigrazione con l'ottica dell'accoglienza, è un segnale molto forte, di questo sono molto grata al Papa". Kyenge ha raccontato di aver provato "un'emozione grandissima" di fronte alla visita di Papa Francesco tra gli immigrati, "ha fatto un regalo a chiunque si sia dedicato a questa causa, per l'uguaglianza, la fraternità e la nuova convivenza".

 

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