Roma, 14 luglio 2013  - L’appuntamento è per martedì alle ore 8, davanti alla sede della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo, e probabilmente non passerà inosservato. Saranno infatti gli operatori delle imprese di pompe funebri romane a scendere in piazza “per protestare contro il monopolio di due società” che, questa l’accusa, “si accaparrono tutti i servizi mortuari all’interno degli ospedali della Capitale e della Regione, con il tacito avallo dell’Azienda sanitaria locale, portando così sull’orlo del fallimento le altre imprese che danno lavoro a circa 2.500 persone”.

Esasperati da una situazione diventata ormai insostenibile” è l’Ass.I.Fu.R.-Associazione Imprese Funebri Romane, che riunisce molte agenzie di pompe funebri della Capitale, ad aver organizzato un sit-in per protestare contro il ‘business del caro estinto’. Ma le forme di protesta potrebbero essere ancora più clamorose: “Qualora non ottenessimo risposte soddisfacenti, saremmo costretti a una occupazione delle camere mortuarie degli ospedali romani per dare un segnale forte alle istituzioni”, dice Gianluca Fiori, uno dei promotori dell’iniziativa.

Protesteranno, spiegano gli organizzatori, “contro il sistema che non ha ancora una propria regolamentazione, come nel resto delle regioni italiane, con il contributo di delibere molto poco chiare e trasparenti e soggette alle più ampie interpretazioni”. E proprio a causa della mancanza di tale regolamentazione, “taluni soggetti - è la questione alla base della protesta - vengono avvantaggiati a danno del resto dell’intera categoria. Da qui lo scandalo che accade nelle camere mortuarie di tutti gli ospedali di Roma dove in sostanza si genera il monopolio della gestione delle pompe funebri”.

Nel corso della manifestazione il presidente di Ass.I.Fu.R, Gianluca Fiori, e l’avvocato Fabrizio Sepiacci, responsabile dell’Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie ‘Antonino Caponnetto’ che sostiene le ragioni dei manifestanti, spiegheranno nei dettagli la situazione che si è venuta a creare negli ultimi dieci anni nel settore. “Un funerale - spiega Fiori - costa mediamente per l’Agenzia delle Entrate circa 3.000, 3.200 euro ma i soggetti in questione riescono ad abbassarlo, di fatto svendendolo, fino al di sotto dei 1.000 euro. Conseguenza probabile: sia l’evasione fiscale sia una perdita della qualità del lavoro. Gli operatori, infatti, sono costretti a tagliare i costi, riducendoli all’osso”.