Torino, 17 luglio 2013 - Terremoto nel capitalismo familiare italiano. Il costruttore Salvatore Ligresti, i suoi figli e tre manager che hanno ricoperto posizioni di vertice in Fondiaria-Sai (ora passata sotto il controllo di Unipol) sono destinatari da questa mattina all'alba di un provvedimento di arresto, eseguito da 60 uomini della Guardia di finanza, su richiesta della procura di Torino, nell'ambito dell'inchiesta su falso in bilancio aggravato e manipolazione di mercato sviluppatasi in paralello a quella di Milano. "Uno spaccato inquietante" secondo i magistrati.

I PROVVEDIMENTI -  Ai domiciliari sono finiti Salvatore Ligresti (che secondo i finanzieri ha reagito con grande compostezza), l'ex a.d. di Fonsai Fausto Marchionni (prelevato nella sua villa di Forte dei Marmi) e l'ex vicepresidente Antonio Talarico (che ha ricevuto il provvdimento degli inquirenti nella sua casa di Milano). In carcere sono invece finiti Jonella Ligresti, arrestata all'alba nel Cagliaritano a Costa Rei dove stava trascorrendo le vacanze, la sorella Giulia Ligresti (in manette a Milano) e l'ex a.d. Emanuele Erbetta, prelevato dai baschi gialli nella sua abitazione di Novara.

FIGLIO IN SVIZZERA - Gioacchino Paolo Ligresti è l'unico figlio dell'ingegnere a non essere stato ancora arrestato e risulta allo stato ''ricercato''. I finanzieri sanno che il manager si trova in Svizzera e prima di prendere ufficialmente contatti con le autorità elvetiche, attendono di sapere se l'uomo intenda rientrare in Italia e consegnarsi. Da una prima ricognizione pare che Ligresti jr. intenda restare latitante. "Non vuole tornare - ha detto il procuratore aggiunto Vittorio Nessi -. Ma esistono convenzioni internazionali e le possibilità di soluzioni ragionevoli''.

I legali hanno diramato un comunicato ai media svizzeri che dice: “Il signor Paolo Ligresti risiede in Svizzera dal 1996 ed è cittadino svizzero e non ha nessuna intenzione di lasciare il territorio svizzero dove ha il centro dei propri interessi e dove risiede da anni con la famiglia”.
“Il signor Ligresti prenderà posizione nelle opportune sedi”, si legge nella nota inviata dallo studio legale Marcellini-Galliani e pubblicata da alcuni quotidiani del Ticino. Nella nota si chiede anche agli organi di informazione di “astenersi da ogni invasione della sfera privata e famigliare del signor Ligresti”.

ERANO PRONTI A FUGGIRE - Nell'ordinanza di custodia cautelare si legge che la famiglia Ligresti sarebbe stata pronta a fuggire dall’Italia con un aereo Falcon o con un elicottero. “Ligresti Salvatore - si legge - Jonella, Gioacchino Paolo e Giulia Maria avrebbero anche facilità nel reperimento di immediati mezzi di trasporto necessari per un rapido spostamento, atteso che, nel corso di una conversazione intercorsa lo scorso mese di aprile tra Fausto Marchionni ed A.A., è emerso come gli indagati ricorrano spesso all’utilizzo di aerei presi a noleggio, oltre ad avere la disponibilità di un elicottero”.

"I MIEI FIGLI NON C'ENTRANO" - ‘’I miei figli non c’entrano. In ogni caso non abbiamo commesso reati e proveremo la nostra innocenza’’. E’ quanto ha detto Salvatore Ligresti questa mattina nella sua casa di Milano, dove gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

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'BUCO' SINISTRI - I provvedimenti giudiziari sono scattati per le ipotesi di reato di falso in bilancio aggravato e di manipolazione di mercato. I fatti contestati attengono all'occultamento al mercato di un "buco" nella riserva sinistri di circa 600 milioni di euro. Un'informazione sensibile e determinante per le scelte degli investitori, la cui mancata comunicazione avrebbe provocato un grave danno ad almeno 12.000 risparmiatori.

NUMEROSE PERQUISIZIONI - L'inchiesta della procura di Torino su Fonsai era stata aperta nell'estate 2012 sulla scia di quella milanese su Premafin, società del gruppo Ligresti. Avviata per l'ipotesi di falso in bilancio e ostacolo all'attività di vigilanza relativamente al quadriennio 2008-11, si era ampliata lo scorso febbraio con l'aggiunta dell'ipotesi di infedeltà patrimoniale dopo la presentazione di numerose querele di azionisti danneggiate. La Guardia di finanza aveva perquisito più volte le sedi del gruppo sparse sul territorio italiano e sequestrato numerosi supporti informatici con almeno 12 terabytes di materiale che è stato analizzato nel corso degli ultimi mesi.

IL TRUCCO - Secondo gli inquirenti, grazie alla costante sottovalutazione della riserva sinistri all'interno di Fonsai sono stati distribuiti, negli anni, 253 milioni di euro alla Premafin spa, la holding della famiglia
Ligresti. Secondo gli investigatori, invece, laddove vi sono stati degli utili sarebbero dovute esserci delle perdite. La famiglia Ligresti, presente nei consigli di amministrazione di Fonsai e Milano Assicurazioni, si sarebbe invece assicurata un costante flusso di dividendi illeciti e anche il via libera a numerose operazioni immobiliari che permettevano di fare uscire del denaro dalle casse di Fonsai a favore di altre società del gruppo, tutte riconducibili alla famiglia Ligresti. Tra le operazioni più eclatanti l'acquisizione dell'intero pacchetto azionario della società alberghiera Atahotel, che sarebbe stata pagata un prezzo superiore ai valori di mercato nonostante fosse strutturalmente in perdita. 

POSSIBILE SEQUESTRO - Ora la procura di Torino sta pensando a provvedimenti di tutela dei piccoli risparmiatori danneggiati dai reati ascritti agli arrestati.  ''Per la loro tutela - ha detto il viceprocuratore Telesi - i sequestri civilistici non sono consentiti perché occorre che ci sia almeno il rinvio a giudizio degli indagati". Quindi, l'alternativa in valutazione è il cosidetto "sequestro 'per equivalente' finalizzato alla confisca'', ovvero il recupero cautelativo del supposto 'profitto del reato'. Una cifra certamente considerevole.

PIAZZA AFFARI - Chiusura in rialzo per le Borse europee, che avevano avviato le contrattazioni dominate dall’incertezza. Gli ottimi dati diffusi da Bank of America Merrill Lynch e le rassicurazioni del numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, sulla politica monetaria che rimarrà accomodante almeno fino a quando negli Stati Uniti la disoccupazione non scenderà sotto il 6,5% e l’inflazione non si attesterà attorno al 2%, hanno incoraggiato gli ordini in acquisto. Milano ha terminato le contrattazioni in rialzo dell’1%, mentre lo spread si e’ portato a 295 punti.


A Piazza Affari sono balzate del 4,6% le azioni di Fonsai nel giorno degli arresti dei membri della famiglia Ligresti e degli ex manager della compagnia. Se si sono messe in evidenza le azioni di Mediolanum (+3%), sostenute dall’andamento positivo del mercato, hanno tentato di rialzare la testa le Telecom Italia, ma invano dopo lo scivolone di ieri innescato dalla notizia che il cda straordinario della societa’ ha congelato lo scorporo della rete a seguito delle recenti decisioni dell’Agcom. Per contro ha continuato a perdere colpi Fiat (-1,7%), risentendo ancora dei brutti dati sulle immatricolazioni europee, calate a giugno del 13,6%.
Sul fronte dei cambi l’euro passa di mano a 1,3087 dollari e a 99,72 yen , mentre il dollaro-yen si attesta a quota 130,52. Il petrolio (wti) e’ piatto a 106,09 dollari al barile.