Roma, 20 luglio 2013 - Nuovo "dribbling" di Google al fisco italiano. Nel 2012 la controllata Google Italy, secondo l’Ansa, ha pagato all’erario solo 1,8 milioni di euro, come nel 2011. Le strategie fiscali del colosso di Mountain View - un fatturato nel mondo da 50 miliardi di dollari e un utile di oltre 10 - sono nel mirino di molti Paesi europei. Il fatturato di Google Italy, che nel 2012 ha realizzato 52 milioni di ricavi e un utile di 2,5 milioni, è rappresentato quasi esclusivamente da servizi prestati alla filiale irlandese Google Ireland, vera macchina da soldi che incassa i ricavi pubblicitari del colosso. Attraverso una attenta pianificazione fiscale, Google è infatti riuscita già in passato a limitare al minimo il pagamento delle tasse, suscitando le ire di Paesi come Gran Bretagna, Francia e Italia, nelle cui casse ha versato importi irrisori.

Nel novembre del 2012 l’allora sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, aveva annunciato l’avvio da parte della Guardia di Finanza di una verifica straordinaria sulla filiale italiana di Mountain View, mentre l’Agenzia delle Entrate era al lavoro sull’esito di una precedente ispezione della Gdf, da cui era emerso che, tra il 2002 e il 2006, Google Italy aveva registrato redditi non dichiarati per circa 240 milioni (con un risparmio di 70 milioni di tasse) e Iva non pagata per 96 milioni di euro.

LA RISPOSTA - Google rivendica di rispettare le regole fiscali dell’Italia e risponde per le rime alle ultime polemiche sulle limitate tasse che paga in vari Paesi europei, inclusa la Penisola. “La maggior parte dei governi usa gli incentivi fiscali per attrarre investimenti, e naturalmente le aziende rispondono a questi incentivi - ha detto un portavoce del gigante internet -. Google ha stabilito la propria sede europea in Irlanda. Se ai politici non piacciono queste leggi, loro hanno il potere di cambiarle”. Questa la posizione che arriva dalla società a chi interpella Google sulle ricostruzioni di stampa secondo cui, nel 2012, su un fatturato di una cinquantina di milioni in Italia ha pagato tasse per poco più di un milione e mezzo. Ma polemiche ci sono state anche in Gran Bretagna e in Francia. In base al bilancio 2012, Google ha realizzato un fatturato globale da 50,17 miliardi di dollari, da cui ha ricavato utili netti per 10,73 miliardi.

“Google rispetta le normative fiscali in Italia e in tutti i Paesi in cui opera - ha detto il portavoce della società -. La realtà dei fatti è che la maggior parte dei governi usa gli incentivi fiscali per attrarre investimenti stranieri e questo crea posti di lavoro e crescita economica e, naturalmente, le aziende rispondono a questi incentivi. E’ una delle ragioni per cui Google ha stabilito la propria sede europea in Irlanda, unitamente alla possibilità di assumere personale qualificato”. “Se ai politici non piacciono queste leggi - ha concluso il portavoce - loro hanno il potere di cambiarle. La nostra corporate tax rate complessiva nel 2012 è stata del 20 per cento circa”.