Avellino, 30 luglio 2013 - L'applauso della folla accompagnato da scene di disperazione e strazio tra i parenti delle vittime, così sono state salutate un'ultima volta le bare delle vittime del tragico incidente avvenuto domenica sera ad Avellino, dove un pullman di pellegrini è precipitato in una scarpata. Le salme hanno lasciato il centro di Monteforte irpino per andare a Pozzuoli, dove stamattina si svolgeranno i funerali, ai quali parteciperà anche il premier Letta. Almeno 38 le vittime, 39 secondo  il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Lupi e dieci feriti. Il bus viaggiava ad alta velocità e con la porta anteriore mancante o aperta, forse a causa di un un precedente contatto. La procura di Avellino ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo plurimo edisastro colposo. Il procuratore: "Ci sono indagati". Il Consiglio dei Ministri ha proclamato il lutto nazionale.

L'ARRIVO A POZZUOLI - Sono arrivate con notevole ritardo sul programma di partenza le 38 bare al palazzetto dello sport di Monterusciello. All’ingresso nel palazzetto le salme sono state accolte da scrosci di applausi da parte della folla che era in attesa. Sul parquet si sono succedute da parte dei parenti delle vittime scene di pianto e commozione. Non tutte le persone presenti hanno potuto assistere alla veglia per il ridotto numero di posti. La veglia e’ cominciata condotta dal vicario episcopale della diocesi di Pozzuoli.

LE VITTIME -  Trentasei i corpi tirati fuori dai vigili del fuoco dalla carcassa del bus, tra cui l'autista, due persone decedute in ospedale. Non ci sarebbero minori tra le vittime: “Tre bambini - ha detto il comandante dei Vigili del fuoco di Avellino, Alessio Barbarulo - dovrebbero essere ancora ricoverati e non risulta che nessuno di loro sia deceduto”. I Vigili del fuoco hanno trascorso la notte a estrarre dalle lamiere dell’autobus i corpi, estraendo vive 10 persone ferite, molte gravemente, e condotte in diversi ospedali della zona.

BAMBINI TRA I FERITI - Tra i feriti ci sono anche tre bambini, che erano a bordo del pullman. All'ospedale Santobono ci sono due bambini di tre anni in rianimazione, mentre un terzo, di 10 anni, è ricoverato nel reparto di neurochirurgia, ma non è in pericolo di vita.

IL GIALLO DELLA DINAMICA -  L'autobus precipitato è giunto sul luogo dell'incidente a forte velocità e con la porta anteriore aperta o mancante, forse a causa di un precedente contatto, lo ha affermato all'Ansa, un operatore che, circa un chilometro prima, segnalava rallentamenti sull’autostrada. L'autista dell’autobus avrebbe tentato di limitarne la velocità, non avendo più il controllo del mezzo, appoggiando il veicolo sulla barriera laterale destra già centinaia di metri prima del luogo da dove è precipitato, senza però riuscirci in modo significativo.

L'autobus è precipitato dal viadotto Acqualonga, al km 32 e 600 dell’A16, intorno alle 20.30: verso le 19 dei rallentamenti avevano cominciato a formarsi al km 28, in direzione Napoli. Questi rallentamenti vengono segnalati su tre pannelli (fino a 40 km prima) e da un operatore a terra, che sbandiera e si trova a circa un chilometro e 100 metri dal punto in cui è avvenuto l’incidente, con tutti i dispositivi del mezzo di servizio accesi. E' questo operatore a dire di aver visto avvicinarsi il pullman a forte velocità e con la porta anteriore aperta, o forse mancante, probabilmente a causa di un precedente contatto con il margine destro dell’autostrada.

L'INCHIESTA - La procura di Avellino ha aperto un’inchiesta  per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. La procura di Avellino ha sequestrato la scatola nera del bus e le immagini delle telecamere fisse presenti sul tratto della A16 interessato dall'incidente. "Ci sono indagati" per il fascicolo aperto in procura ad Avellino. Lo ha affermato il procuratore Rosario Cantelmo, senza spiegare chi è indagato e perchè. Cantelmo ha precisato anche ai cronisti che l'autista del bus, di cui non è presente il nome nella lista dei deceduti ormai pubblica, era parente del proprietario della ditta da cui era stato fittato il bus. Il procuratore di Avellino ha anche precisato che il pullman non era "obsoleto" e che non ha fissato ancora la data per l'autopsia sulle salme, vietandone anche la cremazione che alcuni parenti di deceduti avevano chiesto.

"Stiamo valutando anche la posizione della società Autostrade’". Il Procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, ha confermato che le indagini sulla strage del bus precipitato ieri sera, "sono a tutto campo". Gli inquirenti hanno attribuito grande importanza alla verifica del sistema di sicurezza della barriera in calcestruzzo posta sul bordo laterale destro del viadotto. Cantelmo, che sta anche provvedendo a formalizzare il rilascio delle salme per il loro trasferimento, in serata, a Pozzuoli, ha anche riferito che una parte delle indagini "sono riservate a verificare le condizioni dell’autobus", il Gran Turismo della 'Mondo Travel' di Napoli che era stato sottoposto a revisione lo scorso mese di marzo. Sui pezzi di semi-asse ed altre parti della carrozzeria che il pullman avrebbe perso sulla carreggiata un chilometro prima dell’impatto fatale con il guardrail, il capo degli inquirenti avellinesi si limita a far sapere che "è anche questo un tema dell’indagine e che i reperti, quando saranno completamente a disposizione, verranno sottoposti a perizia tecnica".

IL TRASFERIMENTO DELLE SALME - Nel pomeriggio le salme sono state trasferite a Pozzuoli in vista dei funerali di domani mattina. I parenti hanno accompagnato le bare abbranciandole e continuando a baciare anche il carro funebre. Sulle casse sono state poste delle rose rosse.  Scene di disperazione e strazio tra i parenti delle vittime. (FOTO)

IL RITO DEL RICONOSCIMENTO - Nella mattinata i parenti dei passeggeri si erano accalcati all'ingresso della palestra della scuola “Don Bosco” di Monteforte Irpino, in attesa di essere chiamati per riconoscere i propri cari. Si conoscono tra loro, si sostengono e si abbandonano al dolore e alla disperazione. In molti hanno trascorso la notte qui, confortati dal caffé che alcuni amministratori comunali hanno preparato in casa. Continui malori tra i parenti delle vittime davanti la camera ardente. Stanno effettuando il riconoscimento dei loro cari, uno ad uno: corpi completamente straziati, quelle delle vittime dell’incidente del bus. Urla strazianti sia nella camera ardente sia all’uscita, dove in tantissimi si sono sentiti male.

Un tragico appello, poi il momento del riconoscimento. Così i parenti delle vittime dell’incidente in Irpinia hanno vissuto gli attimi forse più duri.
“Si preparino i parenti di...”: è così che gli agenti di Polizia chiamano i parenti delle vittime riuniti alla camera ardente allestita nella palestra della scuola media di Monteforte Irpino. Ci sono figli, nipoti. Si conoscono quasi tutti: “siamo parenti e vicini di casa”, hanno raccontato. Quasi tutti la notizia della strage l’hanno appresa della tv.

IL RIANIMATORE - “Non volevano che entrassi in quel pullman perche il new jersey penzolava dal viadotto. Il mio lavoro però è questo”. Maurizio Abenante, medico rianimatore del 118 è arrivato con la prima ambulanza a Monteforte Irpino, mentre la Polstrada era appena giunta sul posto. Una situazione ad alto rischio, con un blocco di cemento enorme che avrebbe potuto precipitare da un momento all’altro e schiacciare la carcassa del pullman.

Si sentivano lamenti e grida - ha raccontato Abenante - e mi sono buttato. La cosa più difficile in questi casi è decidere chi salvare e chi lasciar morire perchè morirebbe ugualmente e non può impegnare un mezzo di soccorso”. Le ambulanze poi sono arrivate anche in abbondanza, “ma nei primi momenti un rianimatore - racconta il medico che ha estratto tutti i corpi - deve fare le sue scelte anche in base ai mezzi e ai tempi. è terribile persino spiegare queste cose”. 

LE TESTIMONIANZE - “Stavo sentendo il tg - dice Mario Terracciano, che nell’incidente ha perso sua mamma Barbara e suo papà Mario - ho capito subito che si trattava di loro. Avevo sentito mia mamma poche ore prima, si era preoccupata del mio pranzo”. Nell’incidente Mario ha perso anche i suoi zii. “Mia nipote mi ha raccontato che è scoppiata la gomma sinistra dell’autobus. L’autista ha cercato di tenere il controllo in tutti i modi ma non c’è riuscito e il bus è sbandato finendo giù nel dirupo”, ha raccontato una delle superstiti, Annalisa, a suo zio Vincenzo Rusciano, che l’ha incontrata in ospedale ad Avellino. Annalisa è mamma di due bimbi, coinvolti nell’incidente e ricoverati al Santobono di Napoli. Suo marito è ricoverato al Cardarelli. “Le ho parlato solo pochi minuti - dice lo zio Vincenzo - Aveva il volto tumefatto e non riusciva a parlare bene”.

SOCCORSI DIFFICILI - In poco tempo Monteforte Irpino è diventato irraggiungibile per le auto delle imprese di onoranze funebri convocate in tutta fretta e costrette a reperire in poco tempo 40 bare, per ricomporre le salme estratte dal pullman precipitato dal viadotto. La statale 7Bis è diventata l’alternativa per il traffico verso Napoli. Un lungo serpentone di auto che procedevano a passo d’uomo dalle 22 di ieri fino alle 2 di oggi. Una trappola per chi non sapeva dell’incidente nel quale hanno perso la vita 38 persone del napoletano, di ritorno da una gita. Una trappola anche per i soccorritori, costretti a un pericoloso slalom tra le auto in coda e il traffico della carreggiata in corsa. Soccorsi difficili anche nella zona dell’incidente. Mobilitati mezzi di soccorso da Avellino, Napoli, Caserta e Salerno, con tutte le forze dell’ordine presenti e i loro mezzi che a volte intralciavano anche la corsa delle ambulanze. Intorno all’una del mattino i mezzi delle imprese funebri hanno raggiunto la provinciale Taurano Monteforte. E non è mancata la tensione tra addetti di due diverse imprese funebri. Un battibecco violento, sotto lo sguardo delle forze dell’ordine, su chi potesse o meno partecipare all’operazione di trasferimento delle vittime.