Roma, 31 luglio 2013 - Si aprono due nuovi scenari nel processo sui diritti tv Mediaset dopo la richiesta del procuratore generale della sezione feriale della Corte di Cassazione, Antonello Mura, di rideterminare l’interdizione dai pubblici uffici da 5 a 3 anni per Silvio Berlusconi. Ecco le ipotesi in campo.

1) OK CASSAZIONE A RICHIESTA PG: Nel caso in cui la Cassazione decidesse di rimodulare 'motu proprio' la pena accessoria, l’interdizione dai pubblici uffici scatterebbe subito dopo il via libera dell’aula del Senato al parere della Giunta per le autorizzazioni. Il Cavaliere decadrebbe dal ruolo di parlamentare e potrebbe ritornare a ricandidarsi o a ricoprire una carica pubblica solo dopo il 2016, trascorsi i tre anni dell’interdizione. Applicazione immediata, invece, della pena di 4 anni (3 anni coperti dall’indulto, un anno con le opzioni degli arresti domiciliari o dei servizi sociali).

2) OK CASSAZIONE A RIMODULAZIONE, MA RINVIO IN APPELLO: Nel caso in cui la Suprema Corte dovesse decidere di accogliere la richiesta del pg sulla rideterminazione dell’interdizione, affidando però il compito all’appello di Milano, si allungherebbero i tempi e Berlusconi potrebbe continuare a svolgere il suo ruolo da parlamentare fino alla nuova decisione. Non cambia la situazione per quanto riguarda la pena dei 4 anni, se la Cassazione dovesse decidere di confermare l’impianto emerso nei primi due gradi di giudizio.

3) GLI ALTRI SCENARI: Restano già noti, invece, gli altri scenari che potrebbero prefigurarsi per l’ex presidente del Consiglio. I giudici della sezione feriale potrebbero confermare la condanna d’appello per l’ex premier: 4 anni di reclusione (tre coperti dall’indulto ndr) con l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Altra strada è quella che la Cassazione annulli in toto la sentenza impugnata e assolva l’ex premier. Ulteriore decisione possibile è quella di un appello bis: in quel caso, la Suprema Corte dovrebbe accogliere qualche rilievo tecnico sollevato dalla difesa del Cavaliere. In questo caso sarebbe la Corte d’appello di Milano, cui verrebbe rinviato il caso, a prendere atto dell’avvenuta prescrizione per una parte del reato di frode fiscale contestato all’ex presidente del Consiglio.