Roma, 9 agosto 2013 - Oltre 179 chili di oro e argento sono stati sequestrati dalla guardia di finanza dall’inizio dell’anno, più del 86% rispetto allo stesso periodo del 2012. Ottantasei responsabili di traffico di metalli preziosi e ricettazione sono stati denunciati nelle numerose operazioni condotte attraverso indagini sul territorio, ispezioni antiriciclaggio agli operatori del settore e controlli ai valichi di frontiera. Cinquantadue sono gli arrestati, oltre il 200% in più rispetto all’anno precedente.
 

Il Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes evidenzia come il 28,1% degli italiani si è rivolto ad un ‘compro oro’, con una vera e propria impennata rispetto all’8,5% registrato l’anno precedente, motivi per cui anche la criminalità economica ha rivolto i propri interessi al settore. Tra le più recenti fenomenologie, uniformemente distribuite sul territorio nazionale, si segnalano: fraudolenti sistemi di esportazione di oro verso aziende estere, risultate in larga parte inesistenti ovvero cessate in data antecedente all’effettuazione delle operazioni doganali, per ‘mascherare’ vendite di oro in nero in Italia; conferimenti di preziosi non annotati sul registro del commercio dei beni usati, di cui all’art. 128 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza o registrati per quantitativi non corrispondenti a quelli effettivi; l’esercizio in via professionale dell’attività di commercio di oro da investimento e per finalità industriali, in assenza dei requisiti previsti dalla legge.
 

In questo contesto, la guardia di finanza ha riposto una particolare attenzione al fenomeno, sequestrando, dall’inizio dell’anno, oltre 179 kg di oro ed argento, con un incremento dell’86% rispetto allo stesso periodo del 2012. Nel 2013 sono stati denunciati 86 responsabili di traffico di metalli preziosi, 52 dei quali tratti in arresto, oltre il 200% in più rispetto all’anno precedente. Numerose sono le operazioni condotte, negli ultimi mesi, attraverso indagini sul territorio, ispezioni antiriciclaggio agli operatori del settore e controlli ai valichi di frontiera. A fine luglio, ad esempio, a Modena, è stato arrestato un intero nucleo familiare che, attraverso una rete composta da 29 ‘compro oro’, ha commercializzato, nell’arco di tre anni, preziosi provento di furto e provenienti da campi nomadi. Il materiale, trasformato in lingotti d’oro, è stato rivenduto realizzando guadagni illeciti per oltre 32 milioni di euro, ‘ripuliti’ attraverso l’acquisto di beni di lusso ed immobili.
 

L’operazione ‘Fort Knox’, invece, iniziata nel 2012 dalla guardia di finanza di Napoli ed Arezzo, ha portato, invece, alla luce un’associazione criminale operante su scala transnazionale, con vertice in Svizzera ed attiva soprattutto tra Toscana, Campania ed il distretto orafo piemontese. Nel corso dell’indagine, sono stati sequestrati oltre 86 kg di oro, beni mobili ed immobili, fabbricati e terreni, a carico dei 21 principali indagati. A 183 milioni di euro ammonta il valore dell’oro e dell’argento illecitamente commercializzato.
 

L’ispezione antiriciclaggio del nucleo speciale di polizia valutaria nei confronti di un compro oro con sede a Reggio Calabria, invece, in cui sono stati scoperti atti di vendita firmati ‘in bianco’ da parte dei privati cedenti, sui quali venivano riportati dati diversi ovvero maggiorati rispetto a quelli effettivi, per ‘riciclare’ metallo prezioso dalla dubbia provenienza. Il giorno di Pasqua, infine, al valico di Ponte Chiasso è stato individuato un cinquantatreenne residente in Svizzera che viaggiava con la moglie ed i tre figli piccoli. Insospettiti dal comportamento dei viaggatori durante il controllo, i finanzieri hanno sottoposto la vettura a verifica tecnica rinvenendo un doppiofondo con 110 kg di oro.