Pesaro, 26 agosto 2013 - Due telefonate del Papa in neanche venti giorni. Jorge Maria Bergoglio ha preso a cuore la famiglia Ferri: la madre Rosalba e suo figlio Michele, di Pesaro. L’8 agosto aveva fatto squillare il cellulare di Michele; ieri mattina, alle 11, un’oretta prima dell’Angelus, ha chiamato sua mamma Rosalba. Solito stile: «Sono papa Bergoglio, come stai?». Il Papa l’aveva promesso, che avrebbe richiamato la signora Ferri, e l’ha fatto. Tutto nasce da una lettera che sgorgava dolore. Il 4 giugno scorso, una mano ignota (ma ci sono già due arrestati: un macedone e un marocchino) uccise Andrea Ferri, 51 anni, figlio di Rosalba, fratello di Michele, titolare di 5 pompe di benzina a Pesaro. Gli assassini volevano i soldi della cassaforte. Per la famiglia Ferri fu una tragedia che piombò sopra altre precedenti. Michele si mise al computer e cercò di sfogarsi con una lettera, interlinea fitta, scritta al pc, poi inviata al Papa: «Perché sempre a noi — chiedeva in sostanza Michele — le tragedie?»

L’8 agosto prima sorpresa. Squilla il cellulare di Michele mentre lui è al lavoro, in un ditta di materiale elettrico: «Ciao, sono papa Bergoglio». Quella paginetta ha fatto breccia nel cuore del pontefice, che ha pianto leggendola, e ora vuole cercare di consolare una persona che ha perso, oltre al fratello, la fiducia nel mondo e forse nella vita, vedendo piangere ogni giorno, ininterrottamente, sua madre per figlio strappatole con 5 colpi di pistola. I due si parlano una ventina di minuti. Michele gli passa la madre. Ma la donna un po’ per l’emozione, un po’ per il dolore, piange per quasi tutta la telefonata. Bergoglio capisce e promette: «Ti richiamerò».
 

«Noi pensavamo — ha raccontato ieri Michele — che ritelefonasse tra qualche mese, e invece ieri alle 11 è squillato il telefono di mia mamma. Era il Papa. Non so come ha fatto a ricordarsi. E tra l’altro si è ricordato anche di me, le ha detto: dia un abbraccio forte a Michele». «Hanno scoperto — continua Michele — che sono coetanei: anche lui ha 77 anni, li compie a dicembre. Mia mamma gli ha chiesto se veniva a Pesaro. «Difficile», la risposta. «Chissà, forse ci andremo noi, a Roma, e magari riusciamo a farci ricevere in udienza. Ormai con il Papa siamo quasi di casa...». Il contenuto della chiamata è riservato. Ma la telefonata di ieri ha portato un bello squarcio di luce nel buio che incombe da giugno in casa Ferri. Sul perché di quel buio, e più in generale sul perché da molti anni insista su una famiglia in particolare, come se questa dovesse scontare una pena, neanche papa Bergoglio ha trovato le parole. L’ha proprio detto, nella telefonata: «Non ho una risposta. L’unica cosa da fare è pregare».
 

Alessandro Mazzanti