Roma, 12 settembre 2013 - E' attesa per la decisione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiamata a esprimersi in merito alla sperimentazione, già autorizzata dal Parlamento lo scorso maggio, del metodo Stamina che utilizza cellule staminali. All'indomani del parere negativo del comitato di esperti insediato dallo stesso ministro - che ritiene il metodo privo di fondamento scientifico - Lorenzin ha dichiarato: ''Studieremo attentamente le motivazioni prima di prendere le nostre decisioni''.

Il suo ideatore Davide Vannoni, intanto, ha annunciato di aver ricevuto "proposte per fare questa sperimentazione all'estero". "Probabilmente la faremo negli Stati Uniti - ha spiegato il presidente di Stamina Foundation -. Andare all'estero è l'unica cosa che possiamo fare se viene bocciata la sperimentazione''.

"Il metodo - ha precisato inoltre Vannoni - non è stato venduto a nessuno, è nella mia piena proprietà". Il contratto che "ho fatto - ha sottolineato - non prevede nessuna vendita ma solo uno sviluppo estero con il criterio stabilito da Stamina, cioè la gratuità per i pazienti. Per ciò che concerne altre accuse sulla trasparenza rispondo che io il protocollo l’ho consegnato. Ho fatto anche delle modifiche che non avrei dovuto fare perché mi sono state chieste dall’Istituto Superiore di Sanità".

In attesa che la politica decida, però, molti malati continuano a chiedere il trattamento Stamina. L'ultimo caso è quello di Sergio e Marco Quarta, i gemelli di 34 anni, di Merine, nel Salento, affetti dalla distrofia di Duchenne che ieri, per attirare l'attenzione sul loro caso, avevano chiesto che venisse staccata la spina dei respiratori ai quali sono attaccati dall'età di 10 anni. I giudici, intanto, hanno detto di no  all'utilizzo del metodo Stamina per Noemi, una bimba abruzzese di 15 mesi affetta da Sma1, Atrofia muscolare spinale.