Napoli, 17 settembre 2013 - Tre pezzi di ferro sono stati trovati durante gli scavi a Casal di Principe per trovare rifiuti tossici interrati su indicazione di un pentito dei Casalesi. I tre pezzi di ferro, secondo quanto si è appreso, potrebbero essere parti inferiori di bidoni.

Gli scavi in via Sondrio sono arrivati a quota 5-6 metri sotto il livello del suolo, senza trovare tracce di radioattività. Prelevati molti campioni di terriccio. Oltre a pezzi di ferro, trovate tracce di liquido di lavorazione di scarti industriali. Si conta di scavare fino a 12 metri. Le indagini sulle rivelazioni del pentito sono affidate ai carabinieri del comando provinciale guidati dal tenente colonello Giancarlo Scafuri.

Secondo quanto si è appreso da ambienti giudiziari e investigativi, l’Arpac ha fatto dieci prelievi sui fanghi melmosi trovati a nove metri di profondità nella zona dello scavo dove sono stati trovati pezzi di ferro sbriciolati compatibili con il fondo di fusti. Saranno poi gli esami di laboratorio a valutare eventuali presenze di elementi tossici o radioattivi. Lo scavo, iniziato in un terreno adiacente a una ludoteca, è su indicazioni di un nuovo pentito del clan dei Casalesi che, evidenziano gli inquirenti non è Carmine Schiavone, che di recente ha rilasciato interviste sui fusti di materiale tossico interrati nel casertano e nel napoletano.

L’acqua melmosa a nove metri di profondità si presume possa essere scarto di lavorazione industriale. Il ritrovamento dei rottami di ferro deteriorati e della melma fangosa è dei vigili del fuoco di Caserta durante la fase degli scavi a Casal di Principe, sulla base di nuove dichiarazioni di collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi. Mischiati alla melma, appunto, tre frammenti compatibili con un fusto medio-piccolo.

Già due anni fa, il 2 settembre del 2011, gli uomini della squadra mobile di Caserta, a circa dieci metri di distanza da questo scavo, aveva trovato rifiuti interrati, denunciato in stato di libertà il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, cugino del boss Francesco Schiavone detto Sandokan, e il genero Nicola Pezzella. Il reato contestato ai due era la costruzione abusiva di discarica su un terreno affidato in precedenza alla Curia di Aversa. La zona dove sono stati eseguiti i nuovi scavi si trova nei pressi a una scuola dell’infanzia privata che è stata chiusa, e gli scavi continueranno. 

“Ho guidato io la ruspa che ha scavato per seppellire i rifiuti. Sotto quel terreno c'è il contenuto di venti camion", ha detto il nuovo collaboratore del clan dei Casalesi che ha raccontato ai pubblici ministeri della Dda di Napoli i retroscena di un traffico di rifiuti che questa mattina ha spinto i magistrati a verificare le sue dichiarazioni scavando a Casal di Principe. Tra l’altro, secondo quanto si è appreso, i terreni sono gli stessi che erano stati indicati da Carmine Schiavone.