Venezia, 21 settembre 2013 -  Nella giornata del più alto numero di navi da crociera a Venezia - 13 'bestioni' a pelo d'acqua - il comitato No Grandi Navi sceglie le maniere forti e mediaticamente più fruttuose per bloccare il transito indesiderato. E mentre chiede al Governo l'immediata applicazione per il bacino di San Marco del decreto Clini-Passera sui colossi oltre le 40mila tonnellate di stazza lorda, stoppa le meganavi da crociera con un tuffo collettivo nel canale della Giudecca. Immagini che fanno subito il giro del mondo.

TUTTI IN ACQUA - Tuffandosi dalla riva delle Zaffere e dalla parte opposta, gli attivisti del comitato ''No grandi navi'' nuotano per alcune centinaia di metri e formano una sorta di cerchio al centro del canale. Sono subito circondati da imbarcazioni di Gdf, Polizia e Carabinieri, mentre al molo di San Basilio le navi-crociera previste in partenza dopo le 16 sono costrette a fermarsi.

GIOIA POPOLARE -  Lo stop ai transiti scatena urla e fischi di entusiasmo sulla riva occupata da centinaia di persone. La manifestazione termina attorno alle 17 in un clima di tripudio. "E' andato tutto bene - dichiara il portavoce Silvio Testa, anch'egli nel gruppo dei dimostranti-nuotatori -. La seconda nave doveva partire verso le 16 e 40, ed è ancora ferma". Nel centro del canale resta un piccolo cerchio fatto di gonfiabili e salvagente, sui quali è issata la bandiera del comitato 'No Grandi Navi'.

PARLA ZAIA - Anche il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, usa parole forti contro i transiti contestati.  "E' un'immonda schifezza, c'è un decreto che è chiaro e che dobbiamo applicare - tuona da Padova (dov'è invitato a ExpoBici) -. Siamo assolutamente favorevoli all'uscita delle navi dal canale della Giudecca e dal bacino di San Marco ma è fondamentale che si decida e si decida velocemente. Ci sono diverse ipotesi, noi sosteniamo che il punto di arrivo dev'essere quello di mantenere l'occupazione, che interessa quasi 5 mila lavoratori, ma anche e soprattutto di non inquinare. Per esempio: le navi, quando arrivano in banchina, devono spegnere i motori".

PIANI DISTINTI - Ma è proprio mettere sullo stesso piano occupazione e tutela ambientale che fa storcere la bocca a molti. Per esempio a Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori, secondo il quale è prioritaria "la massima tutela della città più fragile al mondo, senza avanzare pretestuose argomentazioni di carattere occupazionale o mezze misure che non risolvono il problema".

'STOP TRANSATLANTICI' - Prosegue Miozzi: "Venezia non è fatta per le grandi navi. Il ministro Andrea Orlando parla di numero chiuso, il presidente del Porto, Paolo Costa, agita lo spettro dei licenziamenti, ma sono tutte mediazioni politiche: il punto resta che a Venezia i transatlantici non devono entrare e se ne discutiamo ancora allunghiamo solo la pessima figura agli occhi di tutto il mondo".

ALIBI CRISI - Dunque, pieno sostegno alle ragioni del comitato: "Le grandi navi devono fermarsi a Marghera - aggiunge Miozzi -, così l'equilibrio lavorativo di compagnie e addetti al terminal non verrà intaccato. Non si può sempre argomentare ogni problema agitando i fantasmi della crisi e della perdita di occupazione. E' una scusa. La soluzione passa invece per una decisione chiara e soprattutto veloce: basta con questa farsa''.

ORSONI, BORLETTI, ORLANDO - E mentre le immagini della Giudecca invadono le tivù di tutto il mondo, di "ora delle decisioni" parla il sindaco di Venezia, Ruggero Orsoni, che dice anticipatamente no a piani poliennali estendendo rischi e malcotento. Un'opinione diffusa. "E' necessario lo stop immediato del passaggio delle grandi navi nel Canale della Giudecca, senza aspettare lo stop forzato a causa del Mose o la definizione di un percorso alternativo in Laguna", dichiara il sottosegretario ai Beni Culturali, Ilaria Borletti. "La mia opinione - prosegue l'ex presidente del Fai - è e resterà sempre quella di salvare Venezia da un'invasione incontrollata di mezzi e persone che soprattutto nei mesi estivi sta mettendo a rischio la città. Se Venezia deve essere considerata e rispettata come la più straordinaria città museo del mondo - continua il sottosegretario -, è necessario adottare tutti i criteri che definiscono questa identità". E pazienza se "non incontreranno il favore di alcune categorie di commercianti". Prima viene "il  principio fondamentale di tutela che accompagna ogni monumento, sito o opera d'arte nel nostro Paese", chiarisce la rappresentante del governo. Il ministro Orlando si prende lunghe ore prima di parlare di 'opzione zero': "E' mia intenzione proporre nella prossima riunione di ottobre un percorso che porti all'opzione zero del passaggio delle Grandi Navi su Venezia, partendo da uno spostamento di quote crescenti su Marghera in attesa di soluzioni strutturali definitive". E mentre l'Italia resta in attesa di fatti - tangibili, visibili -, anche la Clia, l'Associazione europea degli armatori, ammette che Venezia è ormai un dossier aperto.

SOSTIENE LA CLIA - "Siamo consapevoli - interviene sul caso l'Associazione armatori - che si tratta di un tema molto delicato e ad alto impatto emotivo per gli abitanti di Venezia e per tutti gli italiani, che comprensibilmente vogliono essere sicuri che il patrimonio artistico e la bellezza della città siano preservati. Nonostante il livello di sicurezza delle crociere a Venezia sia eccellente, siamo d'accordo che nel futuro a lungo termine, l'approccio alla città richieda una via di navigazione alternativa". Nel tentativo di migliorare il clima, la Clia rivela: "Stiamo lavorando attivamente e in modo costruttivo con le varie autorità coinvolte per raggiungere un accordo che sia sostenibile sia per la città di Venezia sia per il settore crociere". Lodevole intenzione con pregiudizio incorporato: che gli interessi delle compagnie e quelli di Venezia meritino la stessa tutela. Una forzatura che salta subito agli occhi.