Lampedusa (Agrigento), 5 ottobre 2013 - L'ecatombe di Lampedusa, con il mare che conserva il relitto del barcone diventato una bara, ha smosso le coscienze di tutti. E mentre la presidente della Camera {{WIKILINK}}Laura Boldrini{{/WIKILINK}}, visita il centro d'accoglienza, a dare l'omaggio alle vittime della disperazione è sceso in acqua in un mesto corteo i pescatori, che rivendicano il loro intervento per salvare i profughi, rinfocolando la polemica sui soccorsi.

Intanto i 155 sopravvissuti all'inferno saranno incriminati, come vuole la legge Bossi-Fini. Nessuna iscrizione è ancora avvenuta, ma ci sarà perché è un atto dovuto, spiegano i magistrati, "legato a una norma in vigore". Il reato prevede come pena massima una multa di 5.000 euro. 

E di certo l'ecatombe di Lampedusa non ha fermato i viaggi della disperazione, e si registrano nuovi sbarchi di migranti: 40 sulle coste della Calabria, 230 a Siracusa. Per lo meno l'ecatombe non ha lasciato insensibile l'Europa, visto che la Francia chiede una riunione urgente proprio sull'emergenza immigrazione.

VOCI DALLA TRAGEDIA dall'inviato Alessadro Farruggia:

"LE URLA NEL GELO, I MIEI AMICI CHE MORIVANO. COSA MI RESTA?"

IL SUB: HO NUOTATO NEL MARE DEI MORTI

L'OMAGGIO DEI PESCATORI - Un corteo via mare per rendere omaggio alle vittime e ai dispersi del naufragio di Lampedusa. E’ quello organizzato dai pescatori dell’isola, guidati dal presidente del consorzio Totó Martello, che partiranno alle nove dal molo Favarolo per dirigersi verso la zona di mare in cui si é incendiato ed è poi affondato il barcone carico di migranti, di fronte all’Isola dei Conigli. Qui i pescatori hanno gettato una corona di fiori.

LA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME - Sono giunti a bordo di un pullman anche i superstiti del naufragio di Lampedusa nell’hangar dove sono allineate le 111 bare delle vittime eritree. Sono parenti che avevano manifestato il desiderio di rioconoscere e pregare per i loro cari. Un riconoscimento, ha spiegato il sindaco Giusi Nicolini, compiuto non direttamente ma attraverso i pochi effetti personali trovati addosso ai corpi. La cerimonia religiosa è stata presieduta da don Antonio Nastasi, il parroco dell’isola. Hanno voluto partecipare anche una trentina di migranti ospitati nel Cpa e sbarcati precedentemente. Sono giunti a piedi sino al cancello dell’hangar. Presente la presidente della Camera Laura Boldrini che ha chiuso in questo modo la sua intensa visita a Lampedusa, assieme a una delegazione di parlamentari.

LE VITTIME SONO 363 - “Ci hanno detto che erano 518 in quel barcone della morte, se si pensa che i sopravvissuti sono 155, la conclusione è fortemente drammatica”. Ad affermarlo il deputato di Scelta civica Mario Marazziti che con la presidente della Camera e una delegazione dell’intergruppo parlamentare sull’immigrazione oggi ha visitato il centro di accoglienza dove si trovano i naufraghi. Sarebbero 363 le vittime, secondo quanto riferito il deputato, 111 delle quali recuperate. I politici hanno ascoltato a lungo il racconto dei migranti che hanno offerto come riferimento il numero dei viaggi in piccoli pullman fino a Misurata dove si sono imbarcati. Le salme recuperate sono state radunate nell’hangar dell’aeroporto dove stasera si prega per loro, allineati nelle loro bare, fra cui le quattro bianche per i bimbi. Mancano dunque 252 persone, disperse in mare. Moltissime, si presume, intrappolate nel relitto del peschereccio affondato davanti alla costa dell’Isola dei Conigli.

Sempre Marazziti ha raccolto il racconto di quanti hanno detto che almeno “una barca si era accorta di loro ma ha proseguito. La prima alle 3.30 è girata attorno, si è avvicinata e se ne è andata. Non era illuminata e non sanno di chi fosse. Poi più distante un’altra barca ma non sanno se questa li ha effettivamente visti”.

Ignorati e “senza telefonini perché sequestrati alla partenza, hanno deciso di appiccare il fuoco nel disperato tentativo di farsi vedere”. La situazione è precipitata intorno alle 6.20: spaventati i migranti si sarebbero messi su un lato della barca, che si è rovesciata. A poche centinaia di metri dalla terra sognata.

LA POLEMICA SUI SOCCORSI - E' bufera sui soccorsi, con la capitaneria che ricostruisce tempi e modi del suo intervento e i pescatori che l'accusano di ritardi. In tutto ciò, la procura di Agrigento assicura: "Non indaghiamo su presunti ritardi nei soccorsi. Non abbiamo riscontri in merito"-

"Dopo aver ricevuto la segnalazione di allarme via radio uhf alle 7, siamo immediatamente intervenuti con le nostre unità navali arrivate sul posto del naufragio prima delle 7,20: grazie anche alla cooperazione di privati, abbiamo salvato tutti quelli che erano sparsi in acqua e strappato al mare 155 vite": a 48 ore dalla strage di Lampedusa, la Guardia costiera si affida ai numeri per respingere le accuse di chi ha parlato di ritardi o parziali "omissioni" dei soccorsi: "dal primo gennaio a oggi sono stati oltre 28mila i migranti tratti in salvo, 8mila dei quali solo a settembre: tra questi ultimi 1.400 bambini".

A innescare le polemiche, i racconti di alcuni dei soccorritori, secondo i quali si sarebbero potute salvare più persone se la Guardia costiera, raccolto l’allarme, non avesse aspettato da Roma un non meglio precisato "protocollo". Il punto resta da chiarire, anche se la definizione sarebbe sbagliata, comunque troppo enfatizzata, e sarebbe piuttosto il caso di parlare di procedure di soccorso in mare, le stesse adottate in tutti i casi come questo. Quel che appare certo - come confermato anche dalla ricostruzione fornita ieri dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, alla Camera - è che l’avaria al barcone è da collocare tra le 4 e le 5 del mattino e i primi soccorsi dei diportisti intorno alle 7, non alle 6 o alle 6,30, come da alcune testimonianze riprese da media: una differenza, evidentemente, non da poco.

"La gente bolliva in acqua ma questi pensavano a fare fotografie e video - denuncia Vito Fiorino, proprietario di uno dei motopesca - Dovevano pensare a tirare su persone. Noi li facevamo salire quattro alla volta. Solo questo ci interessava e quando la mia barca era piena di migranti e chiedevamo ai finanzieri e alla guardia costiera di prenderli a bordo, dicevano che non era possibile e che dovevano rispettare il protocollo".E ancora: "Erano le 6.30 6.40 quando ho dato l’ordine di chiamare la Guardia costiera, e questi sono arrivati alle 7.30", afferma ancora Fiorino, che racconta: "Noi ne avevamo presi a bordo 47, alla volta, loro erano troppo lenti. Si poteva fare di più e più rapidamente. Ora vogliono denunciarmi? Sequestrarmi la barca perche abbiamo salvato delle persone? Vengano pure, non vedo l’ora", conclude Fiorino. 

SUPERSTITI INCRIMINATI - Come tutti i profughi che arrivano senza permesso, anche i 155 superstiti del naufragio al largo di Lampedusa sono stati identificati e incriminati per immigrazione clandestina, conferma il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo: "E’ un atto dovuto, conseguenza della Bossi-Fini voluta da una certa parte politica", afferma il magistrato, che sottolinea: "E’ un fatto obbligato, per cui questi naufraghi, come tutti i migranti che entrano con queste modalità nel territorio italiano, sono denunciati per immigrazione clandestina". 

LITE SULLA BOSSI-FINI - E' polemica aperta su come gestire il problema dell'immigrazione clandestina e sulla Bossi-Fini. Il ministro Mauro: "Si intervenga sui processi di asilo". Il suo collega D'Alia: "Legge speciale per l'isola". Ma il Pdl insorge: "La legge va bene così. Serve più impegno dell'Europa"

LA SEPOLTURA DELLE VITTIME - La Prefettura di Agrigento sta predisponendo le operazioni per il trasferimento delle salme delle 111 vittime del naufragio. I feretri saranno imbarcati sulla nave di linea che collega l’isola con Porto Empedocle, da dove saranno poi trasferite nei cimiteri dei Comuni della provincia di Agrigento e non solo che hanno dato la disponibilità alla tumulazione. La sola amministrazione comunale di Agrigento ha messo a disposizione 80 loculi.

LAURA BOLDRINI - “Soccorrere è un dovere e non soccorrere è un reato”, ha detto la presidente della camera Laura Boldrini. "C’è bisogno di fare chiarezza anche sulla legislazione - ha aggiunto - Con l’introduzione del reato di clandestinità in qualche modo è passata l’idea che soccorrerere in mare sia diventato un problema, che può esporre i soccorritori a guai giudiziari. Questo non è vero”.

Anzi, “se c’è un reato è quello di omissione di soccorso. E quelli che soccorrono fanno una cosa assolutamente legittima. La legge del mare è basata sul principio soccorso. Al mare si salva chi ha bisogno, poi si vede tutto il resto. Questo principio sacrosanto deve essere applicato sempre da tutti, a prescindere dalle leggi. Non bisogna - ha concluso - voltarsi dall’altra parte”.
 

"Oggi è un giorno di lutto nazionale, segnale importante di vicinanza e solidarietà - aveva detto ieri sera all'arrivo a Lampedusa -  Ma perché questo abbia un senso, nulla dovrà essere piu’ come prima".

MARE GROSSO - Ancora ferme le ricerche: il forte vento di scirocco e il mare forza 4 stanno impedendo ai sub di immergerei nel punto in cui è affondato il peschereccio. Le ricerche vanno dunque avanti solo con gli aerei e gli elicotteri della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, che si alternano in volo per controllare lo specchio di mare attorno al punto in cui e’ avvenuto il naufragio. Secondo il racconto dei sopravvissuti, in mare potrebbero esserci ancora duecento cadaveri. 

NUOVI SBARCHI  - Una quarantina di immigrati di cui non si conosce la nazionalità sono sbarcati la scorsa notte sulla spiaggia di Cala Janculla, nel territorio di Seminara, sul litorale tirrenico calabrese. La presenza dei profughi, che sarebbero stati fatti sbarcare da un natante che poi si è allontanato, è stata segnalata alla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro. Una motovedetta si è recata sul posto assieme a personale della polizia, dei carabinieri, della Croce rossa e della Protezione civile. Nessuna traccia dell’imbarcazione che ha portato i profughi. I migranti saranno condotti adesso nel porto di Palmi.

E in tarda mattinata sono sbarcati a Portopalo di Capo Passero (Siracusa) altri 230 siriani, che erano su un barcone soccorso al largo delle coste della Sicilia sud-orientale. I profughi sono stati trasbordati su motovedette delle Capitanerie di porto di Siracusa e di Pozzallo. Tra loro numerosi bambini, tutti apparsi in buone condizioni fisiche.

I BIMBI LASCIANO IL CENTRO - Un autobus con 34 minori e qualche donna ha lasciato il centro di permanenza temporanea di Lampedusa. Saranno trasferiti in altre strutture, probabilmente in Sicilia. I bambini hanno salutato con la mano i cronisti che si trovano fuori dal centro. In mattinata, altri due trasferimenti di migranti: il primo, di 40 persone, sul traghetto di linea per Porto Empedocle, dove giungeranno in serata per essere condotti a Pozzallo. L’altro, di 100, con un ponte aereo per Crotone e Foggia. Al Centro di contrada Imbriacola a Lampedusa rimarranno 925 persone.

PARIGI: RIUNIRE I PAESI UE - Il premier francese, Jean-Marc Ayrault chiede una riunione urgente dei paesi europei sull’immigrazione dopo la tragedia di Lampedusa. “E ‘importante che i responsabili politici europei ne parlino, e presto, insieme”, ha detto facendo riferimento ai drammatici fatti di Lampedusa. “Tocca a loro riunirsi per trovare la risposta giusta”, ha aggiunto sottolineando che “la compassione non è sufficiente”.